Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  settembre 15 Sabato calendario

CRISI INDUSTRIALE, ORA TOCCA A FIAT


Ciò che è bene per la Fiat non è più bene per l’Italia. Il motto di Gianni Agnelli risulta capovolto dal tenore delle reazioni al ventilato abbandono del progetto Fabbrica Italia da parte del Lingotto. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, stimola il governo Monti ad intervenire: «Nessuno vuole il dirigismo», ha detto, «ma se il governo non se ne occupasse sarebbe sbagliato».
Sì, perché «se ci fossero veramente stati 20 miliardi per Fabbrica Italia, non si sarebbero cancellati con un comunicato stampa». Bersani mette il dito nella piaga già indicata dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi: «Temo questo autunno, non sarà semplice», ha concluso il segretario Pd, «Ci sono difficoltà nelle grandi industrie, ma c’è anche la moria delle piccole imprese». Insomma c’è lo spettro della disoccupazione di massa, Intanto, però, tutti addosso all’amministratore delegato Sergio Marchionne che inseguirebbe il profitto in giro per il mondo e non manifesterebbe alcun interesse per l’Italia. Eppure la musica sembra essere cambiata. La Fiat «è stata sussidiata dallo Stato per 20-30 anni, è stato un errore da non ripetere», ha prontamente dichiarato il superconsulente del governo per gli aiuti alle imprese Francesco Giavazzi, «continuare a sussidiare la Fiat sarebbe dannoso per l’azienda stessa». Il segretario della Cgil, Susanna Camusso, ormai parla di Fabbrica Italia al passato usando questo progetto per difendere lo Statuto dei lavoratori contro il governo: «Allora abbiamo detto che non ci convinceva quello schema, oggi possiamo dire che non ha portato da nessuna parte». Insomma, Marchionne «ha avuto la produttività in più e non ha portato a nulla». Sullo stesso tema la Uil di Luigi Angeletti si è sganciata dalla Cisl di Raffaele Bonanni: se ci sarà lo sciopero generale la Cgil non sarà sola perché anche per Angeletti adesso è meglio sciogliere subito le Camere ed andare a votare.
Aspettando Godot Berlusconi
Certo, il mondo politico sembra tutto fuorché pronto per affrontare una competizione elettorale. L’atteso intervento dell’ex premier Silvio Berlusconi, previsto per ieri sera ad Atreju (la festa dei giovani del Pdl, proscenio preferito dell’ex ministro Giorgia Meloni) non c’è stato. Il lungo silenzio estivo del Cavaliere, dunque, non è ancora stato interrotto. Le carte sulle mosse di Berlusconi in vista delle prossime elezioni sono ancora coperte. Chissà se salirà oggi alla ribalta decidendo di mettere piede sulla nave da crociera per il viaggio organizzato dal Giornale che parte da Venezia (o magari lo farà nei prossimi giorni). Intanto, i giovani del Pdl ieri non hanno mancato di fantasia e dopo averlo atteso invano hanno deciso di intervistare il «Berlusconi che vorrebbero». In sostanza un finto Berlusconi in collegamento telefonico ha risposto a chi gli chiedeva se fosse pronto a sciogliere la riserva sulla sua candidatura a premier: «Oggi stesso chiederò a Angelino Alfano di convocare un’assemblea straordinaria del partito, per prendere una decisione definitiva sul nostro candidato alle prossime politiche». Alla domanda sulle primarie, Berlusconi Godot ha invece risposto: «Siamo il popolo del merito e della libera concorrenza, figuratevi se posso essere contrario alle primarie».Affermazione che ha scatenato l’acclamazione della platea. C’è di cui riflettere. E infatti: «Sta scritto nella Bibbia che c’è un tempo per parlare e un tempo per riflettere. Forse oggi, di fronte a tanta confusione, è meglio riflettere. I giovani di Atreju lo capiranno», ha scritto il Cavaliere sul suo profilo Facebook.
Governo contro Ilva nell’accusa per disastro ambientale
Crisi o non crisi saranno ancora i tribunali a decidere le sorti della aziende in Italia. Il governo scongiura la chiusura dell’Ilva di Taranto, ma nel processo per disastro ambientale contro la stessa azienda il ministero dell’Ambiente si costituirà parte civile. Lo ha detto il ministro Corrado Clini nella conferenza stampa con cui ieri sera ha concluso una giornata che lo ha visto prima a Bari, al tavolo istituzionale convocato dalla Regione, e poi a Taranto per incontrare nell’ordine le associazioni ambientaliste, il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, e i custodi giudiziali cui sono affidate le aree della fabbrica sotto sequestro.
L’altra faccia della crisi: svolta nel caso Adinolfi
La svolta nelle indagini sull’attentato del 7 maggio scorso a Genova all’amministratore delegato dell’Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi è giunta a ricordare che c’è anche l’altra faccia della medaglia della grave crisi industriale che sta attraversando l’Italia. I carabinieri del Ros e la Digos di Genova, nell’ambito di una vasta operazione contro la Fai, la Federazione anarchica informale, hanno fermato a Torino due persone ritenute presunti responsabili dell’agguato: Nicola Gai e Alfredo Cospito, rispettivamente di 35 e 45 anni, accusati di attentato con finalità di terrorismo, lesioni aggravate con finalità di terrorismo e porto abusivo d’arma.
La furia islamica contro l’Occidente
Si estende la rivolta per il film su Maometto. In Sudan, in Tunisia, in Libano i disordini hanno fatto incrementare il numero dei morti per questa vicenda che ha dimostrato che la rabbia covava da tempo sotto la cenere. Negli Usa è psicosi terrirismo con innumerevoli allarmi bomba.
Il papa contro i fondamentalismi
Il fondamentalismo è sempre una falsificazione della religione, è contro l’essenza della religione», ha detto Benedetto XVI in visita a Beirut. «Ogni uomo è un’immagine di Dio», cosi si costruisce la pace». Il laicismo, «con le sue forme talvolta estreme», e il fondamentalismo violento «che rivendica un’origine religiosa» sono stati accomunati da Benedetto XVI nella sua esortazione apostolica «Ecclesia in Medio Oriente», firmata ieri.