Valentina Giannella, ItaliaOggi 12/9/2012, 12 settembre 2012
Il matrimonio non entra in crisi – La crisi non intacca il business del giorno più bello. Nonostante nel 2011 si siano pronunciati 30 mila sì in meno in tutta Italia, il giro d’affari dei matrimoni rimane costante a 5 miliardi di euro l’anno, con un prezzo medio per cerimonia tra i 34 e i 57 mila euro, in crescita del 4%
Il matrimonio non entra in crisi – La crisi non intacca il business del giorno più bello. Nonostante nel 2011 si siano pronunciati 30 mila sì in meno in tutta Italia, il giro d’affari dei matrimoni rimane costante a 5 miliardi di euro l’anno, con un prezzo medio per cerimonia tra i 34 e i 57 mila euro, in crescita del 4%. Niente crisi dunque ma nuove formule: eventi in location suggestive al posto del vecchio ristorante, maghi e animatori per i bimbi della coppia e i loro piccoli amici, dog sitter per ospiti a quattro zampe, semi da piantare al posto delle bomboniere e lista nozze presso l’antiquario o la galleria d’arte. Con un’unica costante: l’abito da principessa. Perché quello rappresenta la favola, e la favola supera indenne epoche e congiunture economiche. Al tema fiabesco è dedicata Sposidea 2012, la maggiore fiera di settore di tutto il Nord Italia, che si terrà dal 27 al 30 settembre a Villa Castelbarco, a Vaprio d’Adda in provincia di Milano. A conferma della buona salute del comparto ci sono i numeri degli espositori. «Centotrenta anche quest’anno, neanche uno spazio invenduto», racconta la responsabile comunicazione dell’Ente Fiera del Barco, Marta Menegardo. Non è un dato da poco, visto che altre fiere di settore, come quella dedicata all’arredamento, quest’anno sono saltate per mancanza di espositori, fiaccati dalla crisi economica. «Certo, cambiano la società e il cliente tipo, ma la spesa tiene», commenta. I nuovi sposi sono «mediamente più maturi: si convola a nozze intorno ai 30/32 anni. Spesso ci sono già uno o più figli, una tendenza così marcata che abbiamo dovuto considerare il fatto che moltissimi vengono a visitare la fiera accompagnati da passeggini e possono avere esigenze specifiche per i più piccoli. Per questo abbiamo adeguato i servizi e, tra gli espositori, ormai sono di casa anche società di intrattenimento specializzate che propongono pacchetti di baby-sitter e spettacoli adeguati per il giorno del matrimonio». Ma non solo: anche il cane ha la sua parte di attenzione. «Dog sitter, catering da ciotola, collari con fiocchi e strass: il giorno del sì coinvolge anche i membri della famiglia a quattro zampe», commenta Menegardo. Cambiamenti significativi anche nel rinfresco. «Le location in ville e castelli storici sono ormai tra le più gettonate», conclude. «Catering e decorazioni scenografiche sono i protagonisti del ricevimento, a scapito del classico ristorante». Liste nozze tradizionali e bomboniere sono le voci che hanno subito le maggiori trasformazioni negli ultimi anni. «Si arriva al matrimonio dopo una convivenza nel 99% dei casi», ricorda Anna Marinello, wedding planner milanese che presso il suo studio Matrimoni d’Autore è tra i formatori di una categoria professionale in costante crescita, gli organizzatori di matrimoni appunto, a cui ormai si rivolge una coppia di italiani su due. «La convivenza presuppone che l’organizzazione domestica sia già avviata», continua Marinello. «Quello che all’epoca era il servizio buono, dai piatti all’argenteria, non è più considerato il miglior regalo da fare. Gli sposi aprono oggi liste nozze presso la loro agenzia di viaggi, presso Mediaworld piuttosto, in modo da potersi comprare l’ultimo pc o la nuova macchina fotografica digitale. Ma anche in gallerie d’arte o in negozi di antiquariato». Per le bomboniere, cambia proprio l’approccio filosofico. «L’oggettino fine a se stesso non ha più molto mercato», spiega Marinello. «Oggi si è consolidata l’usanza della beneficenza, unita a un piccolo pensiero simbolico da portare a casa: semi da piantare, confetti di alta pasticceria, piccoli origami d’autore, un libro in tiratura limitata che raccolga la vita degli sposi o un loro ritratto». Tra tanti cambiamenti, una certezza: l’abito della sposa. «Quello non cambierà mai: è il simbolo della favola», sottolinea Marinello. «Lungo, bianco, prezioso: cambiano i gusti, ma la sostanza resta». E cambiano anche i materiali, sempre più ricercati. L’esempio più recente: l’abito interamente filato in platino firmato Domo Adami. La sposa ama anche personalizzare: l’atelier Anna Cislaghi è specializzato in creazioni su misura dei desideri della futura sposa, con la quale disegna l’abito. Il marchio Dreamshoes realizza le scarpe degli sposi combinando 250 modelli base tra di loro e Lanfossi ha forgiato Eternity, fedi politically correct, garantendo che i metalli preziosi e i diamanti utilizzati non provengono da miniere che alimentino conflitti nei paesi d’estrazione. Valentina Giannella