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 2012  settembre 12 Mercoledì calendario

LAVORO, LETTERE DALL’INFERNO

Nelle lettere che arrivano ai giornali si trova sempre di tutto. Lamentele, invettive, minacce. Ma non è comune la concentrazione di voci disperate che arrivano da persone evidentemente sobrie, comuni, poco inclini a esibirsi.
Tra chi scrive serpeggia un tono perfino educato, cauto. Chi maledice il governo perché incapace di salvare il Paese, lo fa in punta di dignità. Chi cerca un compratore di rene, sperando così di poter pagare bollette e spese per i figli, usa foglio e penna evitando il computer di casa per evitare di lasciare tracce di dolore tra le mura domestiche. Chi ricorda un fratello ucciso dal lavoro si macera più per averlo fatto soffrire a lungo scegliendo per lui l’accanimento terapeutico, piuttosto che inveire contro uno Stato ormai fragile nel tenere l’emergenza sotto controllo.
Spero che qualcuno mi aiuti a trovare un acquirente per un mio rene, o una casa farmaceutica a cui mi offro volontario come cavia per la sperimentazione di nuovi farmaci sul genere umano. Ora vengo alla spiegazione di questa mia richiesta. Sono un lavoratore autonomo, vedovo da 11 anni con tre meravigliosi figli di 15, 19, 25 anni d’età. La mia ditta mandante (Parmalat) da qualche mese mi ha tolto dei prodotti che prima vendevo, abbassato le provvigioni, il tutto mentre il carburante è aumentato. Ho dovuto sfondare il mio scoperto in banca per far fronte alle spese contributive. Di recente è morta mia madre e mi sono trovato di fronte le spese per le esequie, i contributi Inps e Iva da pagare e bollette, gas, luce, telefono, spese comunali alle quali non ho potuto far fronte. Ho chiesto un prestito alla banca ma ormai ero considerato persona non attendibile, dopo 20 anni che sono stato cliente, e quindi ho fermato tutti questi pagamenti per poter far mangiare i miei figli ai quali, mi vergogno di dirlo, da sei mesi non riesco a comprare un paio di scarpe o di jeans. In questo momento nel mio portafogli ci sono solamente 5 euro. Che posso fare? Sono disposto a cercare qualcuno cui vendere un mio rene, o una ditta farmaceutica interessata al mio organo. Valuto entrambe le cose sperando in un valore di 18mila euro, che è la somma di cui necessito al più presto. Chiedo scusa di come ho scritto e spiegato ma non sono bravo a scrivere e non uso il computer perché non voglio che i miei ragazzi sappiano di questa mia. Ringrazio e mi scuso per il tempo che ho fatto perdere leggendo queste righe.
Giuseppe