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 2012  settembre 12 Mercoledì calendario

I GUARDIANI DELLA LEGGE FONDAMENTALE - C’è

una certa ironia nel fatto che ad annunciare la sentenza che deciderà le sorte del fondo salva-Stati Esm, e possibilmente dell’euro e del governo di Angela Merkel, sia questa mattina il presidente della Corte costituzionale tedesca, Andreas Vosskuhle, che all’inizio dell’anno il cancelliere voleva alla presidenza della Repubblica, nonostante sia un simpatizzante dell’opposizione socialdemocratica. A Vosskuhle venne poi preferito Joachim Gauck, e oggi il giurista 48enne di formazione accademica, il più giovane presidente della Corte di Karlsruhe, i giudici in toga rossa, avrà il compito di pronunciare uno dei giudizi più importanti nella storia dell’organo che dall’immediato dopoguerra è "guardiano dela Costituzione", la Grundgesetz, o Legge fondamentale. Il fatto che la signora Merkel lo volesse alla carica di capo dello Stato è un indice, secondo molti osservatori tedeschi, di una guida della Corte (è entrato nel 2008 ed è alla presidenza dal 2010) improntata al pragmatismo, anche se non poche decisioni, soprattutto quelle sulle materie europee, si sono rivelate scomode per il Governo.
La decisione sarà stata presa dal secondo "senato", o sezione, della Corte, che normalmente si occupa dei conflitti fra i poteri dello Stato, ed è composto da cinque uomini e tre donne. Il voto di Vosskuhle conta per uno, come gli altri. I membri della Corte, 16 in tutto, con un mandato di 12 anni non rinnovabile, provenienti dall’accademia o dalla magistratura, sono di nomina parlamentare e non è difficile risalire alle loro simpatie politiche attraverso le indicazioni di nomina. Quelli del secondo senato sono quattro di area democristiana e quattro di area socialdemocratica.
L’opinione pubblica tedesca non ha però alcun dubbio che le decisioni vengano prese non sulla base delle simpatie politiche, ma nel merito. Un sondaggio condotto il mese scorso dal quotidiano "Frankfurter Allgemeine Zeitung" rivela che il 75% dei tedeschi ha grande fiducia nella Corte. La sua reputazione di organismo indipendente rivaleggia con quella della Bundesbank ed è nettamente superiore a quella del Parlamento e del Governo. È un prestigio costruito anche sul fatto che alla Corte possono rivolgersi i cittadini comuni, con un ricorso diretto, offrendo la percezione che i giudici di Karlsruhe diano voce anche a chi altrimenti non ne ha. Il superlavoro crearo dai ricorsi diretti, peraltro, ha costretto la Corte a creare delle camere ristrette, nelle quali la stragrande maggioranza dei casi viene archiviata a prima vista.
La reputazione della Corte (creata nel 1951 e collocata nella cittadina sul Reno anche perché fosse lontana dagli organi federali, soprattutto dal Governo, allora a Bonn) ha anche motivazioni storiche: i tedeschi l’hanno sempre vista come il baluardo contro possibli aberrazioni della maggioranza come quelle che avevano portato al nazismo. Alcune delle sue decisioni più famose nei primi anni di vita furono il bando a una formazione neonazista nel 1952 e uno analogo contro il partito comunista nel 1956.
Più recentemente, tuttavia, la Corte costituzionale è finita sotto i riflettori soprattutto per le sue pronunce in materia europea, un’area nella quale, dicono i suoi critici, nessuno dei giudici di Karlsruhe ha una particolare competenza. Nel 2009, la Corte ha approvato il Trattato europeo di Lisbona, ma ha chiesto al Parlamento di rafforzare i suoi controlli su ogni decisione europea che comportasse un trasferimento di sovranità. Nel 2011, ha dato il via libera al salvataggio della Grecia e alla nascita dell’Efsf, il fondo precursore dell’Esm, prescrivendo però che ogni passaggio venisse sottoposto a un voto parlamentare. Quest’anno, ha bocciato la creazione da parte del Bundestag di una commissione attraverso la quale far passare le decisioni sui salvataggi, nell’intento di aggirare un voto plenario e accelerare i tempi.