Anna Maria Angelone, Panorama 13/9/2012, 13 settembre 2012
CENTRALI VECCHIE, ALLARME SICUREZZA
Anche se non siamo all’allarme rosso, per la sicurezza delle centrali nucleari europee servono investimenti. Tanti e piuttosto rapidi. Fonti interne a Bruxelles anticipano a Panorama che la stima degli interventi da fare presenta un conto fra i 15 e i 20 miliardi di euro (in pratica, 100-200 milioni a centrale) entro il 2015-16. All’indomani di Fukushima, l’Ue aveva deciso di sottoporre i 143 impianti nel suo territorio ai cosiddetti stress test. La serie di parametri uguali per tutti è stata studiata per verificare la resistenza delle centrali a tre fattori: eventi naturali esterni come terremoti o inondazioni; perdita delle funzioni di sicurezza e di alimentazione energetica; gestione delle emergenze gravi. La verifica è avvenuta in tre fasi: prima le autorità di sicurezza nazionali hanno condotto i test con una sorta di autocertificazione, poi i risultati di ogni centrale sono stati condivisi da tutti i paesi, infine l’Ue ha inviato squadre di esperti per controlli sul posto. «La situazione è a macchia di leopardo» riassume Lamberto Matteocci, uno dei 70 tecnici del team dell’Ue. «Alcuni paesi avevano già iniziato a rafforzare la sicurezza degli impianti, altri l’avevano in programma. Diciamo che gli stress test hanno fatto da acceleratore». Le visite sono tuttora in corso. Questa settimana, per esempio, sarà la volta di Fessenheim, l’impianto francese dove durante una recente operazione di manutenzione si è verificato un incidente. Ma il sito alsaziano, uno dei più vecchi dei 58 francesi, è costruito in zona sismica. Il presidente François Hollande ha annunciato che sarà spento fra 5 anni. Si vedrà». Al centro di un rovente dibattito, dopo il rinvenimento di crepe nel serbatoio di un reattore, c’è Doel in Belgio. In attesa di individuare il problema, il reattore è stato spento insieme a quello, identico, di Tihange. Clamoroso è il fatto che la centrale, costruita a ridosso di Anversa, era stata sottoposta agli stress test ma il problema non era saltato fuori. Come mai? I test avevano analizzato altri aspetti: solo successivi controlli del gestore hanno evidenziato il rischio, forse dovuto a un difetto di fabbricazione. Ma, come confermano a Panorama da Bruxelles, ci sono altre cisterne del genere in Europa e questa vicenda potrebbe influenzare le prossime regole. Il rapporto finale della Commissione sarà presentato a ottobre, mentre le nuove proposte normative del commissario Günther Oettinger sono previste per dicembre. Fra i nodi irrisolti, la supervisione dei controlli e la gestione delle emergenze. In oltre mezzo secolo, l’Ue non è stata in grado di elaborare piani transnazionali per affrontare un incidente. Ma, entro fine anno, le centrali dovranno presentare un piano per adeguare la sicurezza. E c’è già chi è pronto a giurare che, senza clamore, un certo numero di centrali sarà spento per sempre.