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 2012  settembre 12 Mercoledì calendario

CHENGDU NUOVA CITTÀ-FARO CINESE


L’economia che scoppia di salute va a braccetto con l’arte. Al punto che a Chengdu, metropoli da 14 milioni di abitanti nella parte sud-occidentale della Cina, sta per aprire i battenti un museo di arte contemporanea ospitato in quello che è considerato il più grande edificio del mondo, concepito dall’architetto star Zaha Hadid.
Esso si sviluppa su una superficie di 1,5 milioni di metri quadrati, comprende due alberghi 5 stelle da mille camere ciascuno, un parco acquatico con 400 metri di costa artificiale e, appunto, la struttura espositiva. L’inaugurazione dell’enorme complesso è prevista nella primavera del 2013.
Tutto questo in linea con le ambizioni di una città considerata il nuovo Eldorado cinese per gli investitori stranieri. In un momento nel quale l’economia del paese ha perso mordente, Chengdu continua a registrare un tasso di crescita che sfiora il 15%, il doppio della media nazionale. La rivista Forbes ha scritto che la metropoli cinese sarà la città a più forte sviluppo demografico del mondo durante questo decennio. Le stime parlano di 20 milioni di abitanti entro il 2020.
Da un paio d’anni a questa parte molte aziende straniere hanno scelto Chengdu come sede dei propri affari. C’è chi paragona questa metropoli alla Shenzhen di otto anni fa: altro centro della Cina meridionale che ha conosciuto un enorme sviluppo industriale. Foxconn, balzata agli onori (si fa per dire) delle cronache nel 2010 per la catena di suicidi dei propri addetti a causa del troppo lavoro correlato ai salari da fame, e costretta successivamente a ritoccare all’insù le paghe, ha pensato di aprire un’altra fabbrica proprio a Chengdu: essa dà lavoro a 120 mila persone che producono l’iPad.
In fermento anche il settore delle quattro ruote con Toyota, Volvo e Volkswagen. Poi c’è l’aeronautica grazie a Aerolia, filiale di Airbus, che costruisce le cabine dei velivoli.
Quello che attira gli imprenditori è il costo del lavoro più basso insieme a una maggiore stabilità della manodopera. Operai e impiegati tendono a rimanere legati al loro posto di lavoro. Da un lato c’è una quantità inferiore di imprese rispetto ad altre aree industrializzate della Cina; dall’altro, la vicinanza delle famiglie e una migliore qualità della vita, compreso il minor inquinamento, sono un valore aggiunto non indifferente. Giovani diplomati tendono a tornare a Chengdu dall’Est del paese, dove il costo della vita è ormai difficilmente sostenibile. La metropoli è vista come nuova opportunità di sviluppo dalle autorità di Pechino.
Non è dato sapere se la crescita sarà duratura e se il governo locale sarà in grado di evitare gli eccessi che si sono verificati in altre aree della Cina: città invivibili, condizioni lavorative proibitive e successive rivendicazioni, spostamento in massa di persone in cerca di un’occupazione. Per il momento si continua a sognare e a sperare.