Diego Gabutti, ItaliaOggi 12/9/2012, 12 settembre 2012
PUTIN SI È LANCIATO DOVE NESSUN SI ERA MAI SPINTO PRIMA
Vladimir Vladimirovic Putin, che si è spinto là dove nessun altro soggetto di culto della personalità s’era mai spinto prima, cioè fino a lanciarsi col deltaplano nei cieli della Moscovia per dare lezioni di volo a uno stormo di gru, dovrebbe essere un esempio anche per i nostri politici pantofolai.
* * *
Che cos’aspetta, per esempio, Gianfranco Fini a intrattenere i suoi futuristi (negli ultimi tempi hanno l’aria un po’ sconfortata, e c’è bisogno di tenerli su) con un discorso in caduta libera via walkie talkie (da solo, o anche tenendo per mano Italo Bocchino e il cognato monegasco) con apertura del paracadute (è futurismo puro) ritardata all’ultimissimo istante?
* * *
«Spesso le credenze estreme sono il prodotto d’un avvicinamento per gradi. Alcuni individui finiscono per condividere idee ritenute folli e indifendibili dalla maggioranza al termine d’un percorso intellettuale graduale. Ciascuna tappa in direzione del pensiero estremo, se valutata separatamente, può risultare ragionevole. L’osservatore che non intende sforzarsi di ricostruire il percorso intellettuale del credente, limitandosi a cogliere l’idea finale, trascura un elemento essenziale di costruzione delle credenze» (Gérald Bronner, Il pensiero estremo. Come si diventa fanatici, Il Mulino 2012).
* * *
Stalin, che era Stalin, non si sarebbe mai fatto bello di fronte alle telecamere volando, come un angelo di Wim Wenders nei cieli sopra San Pietroburgo, alla guida d’un corteo di gru col colbacco rosso e le bandiere di partito. Ma il Redivivo lo potrebbe fare benissimo: in fondo si muore una volta sola, e lui è già trapassato nel novembre scorso. Potrebbe lanciarsi dal suo aereo privato in compagnia d’una squadra di guardie del corpo belle, brune e di coscialunga. Se Gheddafi, quello che governava la Libia da una tenda del circo, e se anche il sinistro Eric Goldfinger, quello che pensava di poter svaligiare Fort Knox senza tenere conto di James Bond, avevano bodyguard del bel sesso, e tanto più ne ha diritto lui, Papi Primo il Barzellettiere. Persino Ilda Boccassini, il suo Javert, gli perdonerebbe Ruby e il bunga bunga se lui si lanciasse da un aereo cantando una canzone del Maestro Apicella («ammore ammore mio mon amour / o’ sai nun t’aspettavo proprio chiù») col coretto delle Olgettine danzanti in caduta libera.
«Un altro di questi segni è la scomparsa del meraviglioso: con esso svaniscono non solo le forme della venerazione, ma anche lo stupore come fonte della scienza. Ciò che in questo stadio si può chiamare meraviglia, sorpresa, è soprattutto l’impronta della cifra nel mondo dello spazio e dei numeri. L’incommensurabile si farà notare in ogni direzione quale corrispettivo della scienza esatta, ridotta finalmente a pura tecnica della misurazione. La vertigine dinanzi all’abisso cosmico è un aspetto del nichilismo. Può perfino giungere al sublime, come in Eureka di E.A. Poe, ma sarà sempre accompagnata da un timore particolare che ha a che fare col niente» (Ernst Jünger, Oltre la linea, in E. Jünger e M. Heidegger, Oltre la linea, Adelphi 1998).
* * *
Si potrebbe anche sparare a una tigre bianca e poi farsi fotografare col fucile in mano e un piede sulla carcassa come il presidente russo a vita in una delle parti per le quali sembra più tagliato: quella di Tartarin di Tarascona. Pier Luigi Bersani, per esempio, potrebbe abbattere una porchetta e poi mangiarla con le mani durante una festa di partito (e giù applausi da una folla di postcomunisti sempre più estranei al senso di marcia della storia e sempre più lontani dal peso forma). Bobo Maroni, da parte sua, potrebbe stirare a fucilate anche soltanto una trota o meglio un trota e poi issarne la carcassa su una picca e mostrarla a un raduno sul Po di leghisti di scuola antibossiana. Meglio, però, se i politici si lanciano da un aereo come nei film di guerra. Da terra gli elettori e i contribuenti possono usare contro di loro la contraerea: razzi, missili e gru addestrate a far piovere le bombe sui paracadutisti impopolari. Se hanno paura di lanciarsi, o se sono troppo timidi per le gru, gli si può sempre dare una spintarella.
* * *
«Se esistesse una classifica dei capi di stato offesi da colleghi d’altri paesi, non ci sarebbe alcun dubbio: Kenneth Kaunda [leader moderato dello Zambia] occuperebbe il rango di martire. Infatti, tra tutte le vittime du questa peculiare dialettica, Kaunda era la preferita dal Maresciallo [Idi Amin]. Amin chiarì in un telegramma il suo pensiero a proposito del suo omologo zambiano: “Al di là di leccaculo, burattino e megafono degl’imperialisti, non riesco a trovare parole più adatte a descriverti”» (Albert Sánchez Piñol, Pagliacci e mostri. Storia tragicomica di otto dittatori africani, Libri Scheiwiller 2012).