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 2012  settembre 11 Martedì calendario

È IN EGITTO CHE IL GATTO È STATO ADDOMESTICATO


L’Antico Egitto è un paese fondamentale nel processo di addomesticamento del gatto. Non è di per sé una novità. Tuttavia una ricerca conferma la presenza di questo felino, ormai vicino all’uomo, in una civiltà che ne aveva fatto un importante simbolo religioso.
Una dea, Bastet, era raffigurata con il corpo o la testa di gatto.
Per la prima volta è stato analizzato il Dna di tre mummie di felini datati fra il 600 e il 300 avanti Cristo. L’iniziativa è di un’equipe dell’università della California guidata da Jennifer Kurushima. Diverse sequenza genetiche caratteristiche sono vicine a quelle degli attuali gatti domestici e si distinguono, invece, da quelle appartenenti alle specie selvatiche che popolavano il Medio Oriente e l’Africa. Come ha ammesso l’archeologo Jean-Denis Vigne, non si tratta di una sorpresa, ma è la prima volta che alcuni scienziati sono riusciti a procurarsi il Dna di antichi gatti egiziani. Un evento unico, perché l’Egitto non lascia più uscire da tempo dai propri confini il benché minimo frammento del patrimonio artistico e archeologico. E, visto che in loco non vi sono ancora laboratori per l’analisi del vecchio Dna, gli addetti ai lavori sono costretti a bussare alle porte dei musei stranieri per recuperare materia prima dalle mummie. Ma ciò non è sempre possibile, perché i prodotti chimici usati per la mummificazione hanno spesso rovinato il Dna.
In realtà lo studio non porta elementi nuovi sull’origine dell’addomesticamento del gatto durante la civiltà egizia. Non si conosce la data d’inizio di questo processo. In base alle conoscenze attuali, l’addomesticamento sarebbe legato all’agricoltura, nata in Medio Oriente quasi 10 mila anni fa. Il felino sarebbe stato utilizzato per difendere i raccolti dai topi. Un’ipotesi avvalorata dalla scoperta, avvenuta a Cipro, di un gatto domestico che risale all’anno 8.700 prima di Cristo. Esso sarebbe stato importato dal continente insieme alle tecniche agricole.
L’Egitto potrebbe essere uno dei luoghi in cui il gatto venne addomesticato, anche se non il primo in assoluto. Mentre la sua funzione predatoria era valorizzata sul bacino del Nilo, nel resto del paese il suo ruolo era centrale a livello religioso. Nei pressi del santuario dedicato a Bastet c’erano grandi allevamenti di gatti, che venivano sacrificati alla dea per ottenere benefici. In compenso questi animali erano protetti: era vietato far loro del male. E oggi, in molte case, il gatto è diventato di fatto un componente della famiglia.