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 2012  settembre 11 Martedì calendario

LA CANNABIS FUMA PURE IL CERVELLO


Fumare cannabis manda in fumo anche il cervello. E questo vale soprattutto per i più giovani, mentre i danni sono limitati per le persone adulte. A confermarlo è uno studio dell’Accademia americana delle scienze, pubblicato su internet. Un gruppo di ricercatori neozelandesi, studiando un migliaio di individui nell’arco di un ventennio, ha concluso che un consumo regolare e prolungato di cannabis, avviato nell’adolescenza, è in grado di alterare il rendimento intellettivo, con un abbassamento fino a 8 punti del quoziente di intelligenza.
Come si legge nel rapporto, questi soggetti possono ritrovarsi svantaggiati rispetto ai loro coetanei nella maggior parte degli aspetti della vita.
Va inoltre ricordato che il quoziente di intelligenza è legato a svariati parametri: serve per l’accesso agli studi superiori e al mondo del lavoro, ma vi sono anche correlazioni con lo sviluppo di malattie cardiache e dell’Alzheimer e con il rischio di morte prematura.
Le conclusioni avvalorano gli studi precedenti. Tra chi fuma cannabis si segnalano disturbi cognitivi come problemi di memoria, attenzione e concentrazione, oltre a carenza di motivazione. La parte più interessante riguarda però la vulnerabilità del cervello degli adolescenti. Il metodo seguito non ricalca quelli utilizzati finora, cioè inchieste retrospettive che paragonavano le performance intellettuali a quelle di persone che non fanno uso di droga.
Stavolta gli individui sono stati seguiti durante il consumo dai 18 ai 38 anni di età. Tra chi fumava cannabis almeno quattro volte alla settimana si è evidenziata un’alterazione complessiva nei cinque settori del funzionamento neuropsicologico. La spiegazione non poteva provenire da altri fattori come un minore grado di educazione o il ricorso all’alcol o ad altre droghe. E i disturbi da cannabis erano confermati dai familiari dei giovani.
Un’altra verifica importante ha riguardato il blocco o la riduzione di consumo: esse non hanno portato al ripristino completo delle capacità intellettive. Chi invece ha iniziato a far uso di questa droga in età adulta non ha visto calare il proprio quoziente. I sintomi, dunque, tra chi ha iniziato presto a fumare cannabis rischiano di diventare irreversibili e di condizionare notevolmente l’esistenza quotidiana delle persone. Come ha sottolineato Mickael Naasila, direttore del Gruppo di ricerca francese sull’alcol e le farmacodipendenze, la ricerca neozelandese rafforza l’idea che bisogna ritardare l’incontro con la droga.
Tra gli effetti patologici a livello psichiatrico, il rischio di sviluppare una depressione è cinque volte maggiore ed è più alto nella misura in cui il consumo comincia prima. Anche l’ansia si accompagna spesso all’assunzione di cannabis e la sua frequenza è doppia rispetto agli adolescenti che non fumano droga. Quanto alla schizofrenia, il rischio è superiore del 40%. In molti credono di assumere cannabis padroneggiando la situazione, ma è un’illusione.