Simone Pieranni, Il Fatto Quotidiano 11/9/2012, 11 settembre 2012
MORRICONE: “FARÒ UN’OPERA SUL LAVORO”
l maestro Ennio Morricone vuole rivolgere una domanda a Beppe Grillo: “Perché non dire le stesse cose, ma senza urlare?”. Aveva dimenticato di chiederglielo quella sera a Modena per l’anniversario di Pavarotti, quando lo hanno immortalato accanto all’ex comico ormai nuovo astro del panorama politico italiano. “Uno scatto con nessuna valenza politica ma di simpatia – ci tiene a precisare –. Mi faceva ridere quando faceva il comico mentre oggi ha intrapreso un’altra strada”. Alla vigilia dei suoi dieci anni di concerti (suggellati dal tour “Ten – 2002/2012” che dopo l’anteprima a Udine proseguirà con le tappe di Verona, Firenze, Torino, Milano, Roma, Bologna e Padova), il compositore parla dalla chiesa sconsacrata di San Francesco nel cuore del capoluogo friulano. Circondato dalle gigantesche tele dei Dieci comandamenti dell’artista Keith Haring, Ennio Morricone parte da un punto – quasi – fermo: “Non parlo di politica anche se dopo Monti spero ci sia un Monti bis”.
Dieci anni di concerti dal
vivo celebrati con il suo primo tour italiano.
Non è stata una mia idea. Il mio mestiere è quello del compositore, scrivo musica. Io non pensavo di fare concerti, inizialmente erano radi, dopo si sono intensificati e in un certo senso è diventata un’altra professione ripagata dall’entusiasmo, anche inaspettato, del pubblico. Io voglio essere un compositore che dirige solo la propria musica, non quella di altri.
Dieci anni di concerti e dieci anni di Italia. Come l’ha vista cambiare?
Posso solo dirle che sono contento di questi ultimi mesi. Questo governo mi pare stia restituendo all’Italia una rilevanza e autorevolezza internazionale smarrita negli ultimi anni.
Se dovesse pensare a una
musica per l’esercito dei disoccupati da cosa inizierebbe a comporre?
Le confesso che mi piacerebbe scrivere in musica una composizione del poeta Edoardo Sanguineti proprio sul lavoro. È un testo di una bellezza incredibile. Devo trovare il tempo, ma è una cosa che sto meditando da un po’.
A proposito di lavoro. Come era andata quella volta in cui ha lavorato in Rai per un solo giorno?
Era un lunedì del 1958 quando entrai per la prima volta al centro di via Teulada; mi avevano chiamato per fare l’assistente musicale, ma mi mandarono alla discoteca della Rai a cercare i titoli delle canzoni eseguite il sabato precedente durante il Musichiere. Il benvenuto me lo diede il maestro Vizzini che mi disse: “Siamo contenti che lei sia qui, ma deve sapere una cosa”. Mi lesse il testo di una lettera spedita dall’allora direttore generale in cui c’erano due considerazioni: la prima era che un assistente musicale non fa carriera e la seconda che le mie composizioni non sarebbero mai andate in onda. Benché fossero tempi davvero duri per me e mia moglie Maria, non ci misi niente a decidere di andarmene.
In quello stesso istante?
Sì. Vizzini mi chiese: “Lei rifiuta un pezzo di pane per tutta la vita?”. Io ero già fuori dai cancelli.
Ora a cosa sta lavorando?
A ottobre entrerò in sala di registrazione per la colonna sonora del nuovo film di Tornatore dal titolo La migliore offerta, un copione straordinario. C’è anche il progetto internazionale di un film su israeliani e palestinesi e, come le dicevo, conto di dedicarmi al testo di Sanguineti sul lavoro.
In oltre 50 anni di carriera ha composto le colonne sonore di oltre 400 pellicole . Ha mai rifiutato di scrivere musica per un film che non le piaceva?
Un tempo anche se la pellicola era debole non vi rinunciavo mai perché ritenevo bruttissimo professionalmente dare un giudizio a un film che, nello stadio nel quale intervenivo io, non era finito. Ero inoltre sia onorato di essere chiamato da un regista, sia attratto dalla sfida di poter salvare un film debole con la musica. Questa era una presunzione perché la musica non basta, ma io ci provavo. Oggi non è più così ed essere amico del regista mi aiuta certamente ad accettare.
Nell’Italia della crisi la musica è una Cenerentola?
Chi ci governa non si occupa proprio di musica che è il settore più facile da tagliare. Dovrebbero invece stare molto attenti. Un mondo senza musica fa la rivoluzione.