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 2012  settembre 13 Giovedì calendario

LA CRIMINOLOGA BETSOS: SNIFFARE È CONSIDERATO PARTE DEL QUOTIDIANO


Èsempre Milano la città italiana dove la cocaina è più diffusa, ed è sempre Milano una delle grandi città d’Europa dove la polvere bianca va per la maggiore: la diffusione è 5-10 volte superiore a Svezia, Norvegia, Finlandia, ma inferiore a Olanda, Belgio, Gran Bretagna e Spagna. L’istituto Mario Negri nel 2011 ha pubblicato i dati sull’uso della cocaina, frutto di un’analisi delle acque del depuratore di Nosedo, che raccoglie anche gli scarichi milanesi: “Ogni anno a Milano vengono consumati oltre 330 chili di cocaina, quantità doppia rispetto alle statistiche nazionali, che calcolano nell’1,2% della popolazione tra i 15 e i 64 anni (circa 10.000 persone a Milano) i consumatori di questa droga”. Il consumo di “bamba”, dunque, resta molto alto, anche se l’uso di droghe “tradizionali” è in calo. Secondo l’ultima ricerca condotta dalla Asl di Milano, assieme alle associazioni Ala Milano Onlus, Cooperativa Lotta contro l’emarginazione e Saman, la percentuale di coloro che, tra i 15 e i 64 anni (su un campione di 3 mila persone) dichiarano di aver consumato almeno una sostanza stupefacente nel 2010 è del 14,9% rispetto al 20,6% del 2007.

Isabella Merzagora Betsos, professore straordinario di Criminologia alla Facoltà di Medicina dell’Università di Milano (ultimo libro, Colpevoli si nasce?, Raffaello Cortina editore) ha studiato la diffusione della cocaina e i suoi effetti. “Una ventina di anni fa è cominciato un processo che possiamo definire di democratizzazione. La cocaina si è trasformata dallo ‘champagne’ delle droghe al ‘barbera’ delle droghe. Da moltissimo tempo non è più un fenomeno élitario. Non la consumano solamente artisti, manager o professionisti. Ma anche artigiani, studenti, oltre a un nutrito numero di criminali comuni. Si pensa che sia una droga che non faccia male, che non provochi dipendenza. È falso. Alcune morti giovanili per crisi cardiache potrebbero darci delle sorprese se si facesse un’autopsia”.

Perché il consumo di cocaina ha preso piede così tanto?

La diffusione non è dovuta solo alla diminuzione del prezzo (si trova di qualità scadente a 30 euro a bustina, ndr) ma anche alla sua compatibilità con la vita sociale. Si può sniffare cocaina e andare a lavorare. Negli uffici, nei ristoranti, in discoteca non si può fumare, ma si può andare in bagno e farsi di cocaina. Aggiungo un’altra considerazione: più una sostanza è diffusa più c’è la possibilità di incapparci, più è diffusa e più viene percepita come qualcosa di relativamente normale. Ed ecco che una personalità fragile ha alte probabilità di cascarci. La falsa immagine di normalità giova molto alla cocaina.

Cosa spinge una persona

verso questo tipo di droga?

Le motivazioni sono varie: può usarla come autoterapia per superare la depressione dato che la cocaina al momento euforizza; può usarla, come tanti professionisti, per essere più efficiente in ambito lavorativo, poter uscire la sera e ricominciare a lavorare al mattino dopo a ritmi sostenuti; si può diventare cocainomani per uniformarsi al gruppo che si frequenta.

Parliamo dei danni.

Sono cospicui anche perché la sostanza è subdola. Le conseguenze di solito non si hanno nel breve e medio termine a meno che non si abbia di base una salute già precaria. Ma nel lungo periodo ci si accorge che provoca dipendenza, che fa male al sistema cardiocircolatorio, che provoca danni neurologici. Si hanno ripercussioni a livello cognitivo (scarso apprendimento e capacità di concentrazione); si hanno danni comportamentali: deliri di persecuzione, aumento dell’aggressività.

La cocaina può essere causa di comportamenti violenti?

Assolutamente sì. Negli ambienti criminali ci sono tanti rapinatori o sequestratori che fanno uso di cocaina per essere più sicuri, più spavaldi. Per trovare il coraggio di compiere un’azione criminale. E in diversi casi l’epilogo può essere tragico. Se un rapinatore è armato ed è sotto l’effetto della cocaina, è più facile che spari.

Come si può disincentivare il consumo?

Ci vuole una denuncia massiccia sui guasti che porta con sé.