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 2012  settembre 14 Venerdì calendario

“Neve a Scampia” consigli per gli acquisti Se cerchi droga a Scampia ma non sai come muoverti prova prima a informarti sul web

“Neve a Scampia” consigli per gli acquisti Se cerchi droga a Scampia ma non sai come muoverti prova prima a informarti sul web. Se clicchi sui profili giusti di Facebook troverai tutte le notizie che ti servono: i luoghi, i pusher, i prezzi. Come spiega nel dettaglio la giornalista Daniela De Crescenzo sul quotidiano napoletano Il Mattino, sotto la voce ‘aziende locali’ puoi ritrovare tutte le piazze di spaccio: la Vela Rossa, le Case Celesti, lo Chalet Bakù, la Vanella Grassi. Col mouse ti connetti alla mappa Google e voilà: sai esattamente dove andare e come raggiungere il posto. E così l’industria della droga si ingegna. Si adegua ai tempi che corrono. Alla globalizzazione del mercato. Anche perché a Scampia, per comprare, arriva gente da tutt’Italia. QUI CI SONO prezzi bassi e droga in vendita 24 ore su 24, coi pusher e le sentinelle che si danno il cambio ogni otto ore. Una fabbrica di sballo e di morte che ha imparato a utilizzare Internet. Con la dovuta prudenza, per evitare che le ‘guardie’ che navigano sul web vengano a metterti le manette. Anche se c’è chi forse si lascia andare troppo. Se digiti su Fb ‘Vela Rossa’ si apre un profilo con secondo nome ‘Cocabudol’. Quel che sembra essere uno dei tanti baby boss che scorazzano nella periferia napoletana afferma di vivere a Secondigliano e la sua foto profilo è l’omonima vela che ha sconquassato l’urbanistica del quartiere. Alla voce attività scrive: “Spacciatore con Er Bufalo”. Le persone a cui dice di ispirarsi: Al Pacino, Pablo Escobar, Bob Marley, Ed Dandi, Er Libanese, Er Freddo. Il suo sport preferito: “fumare a volontà”. Le sue informazioni di base: “Sono un ragazzo che gli piace molto farsi... per qualunque informazione sui prezzi di hascisc, marjwana, cocaina, crack, ketamina, eroina contattate il signor VELA ROSSA”. Viene quasi voglia di man-dargli un messaggio e concordare un appuntamento. Un altro ragazzo invece vanta una laurea presso la “Raffineria Colombiana” e di avere “robba bon”. Indica come luogo di lavoro lo Chalet Bakù. E sul social network non mancano i richiami espliciti ai ‘miti della camorra’. TRA I TANTI Marco Di Lauro registrati – Di Lauro è un cognome che a Scampia fa tremare i polsi – ce n’è uno che si è fatto fotografare con un giubbino nero che, scrive la De Crescenzo “ricorda la mise che indossava ‘Cosimino’, il fratello di Marco, al momento dell’arresto”. Sulla bacheca cita un film: “Gli dei ci invidiano perché siamo mortali… perché ogni momento può essere l’ultimo per noi”. E nella pagina in basso una scritta con cuoricino: “I love camorra”. Qualche volta è difficile capire se si ha di fronte un pusher vero, un fake o un bulletto che gioca a fare il boss virtuale ma non ha mai frequentato una piazza di spaccio in vita sua. Ci provano le forze dell’ordine, che con pazienza provano a risalire ai nomi e cognomi di chi si nasconde dietro la foto di una Vela o di un film di mafia. E qualche volta ci riescono.