VARIE 13/9/2012, 13 settembre 2012
APPUNTI PER GAZZETTA - DOPO L’ECCIDIO DI BENGASI
Dal Cairo allo Yemen, si scatena la violenza antiamericana. Dopo l’uccisione dell’ambasciatore americano, Chris Stevens, in Libia, continuano le proteste per il film «Innocence of Muslim».
In Egitto, i manifestanti hanno lanciato pietre contro un cordone della polizia fuori dall’ambasciata Usa al Cairo, dopo aver abbattuto la bandiera americana. L’agenzia di stampa statale ha riferito che 13 persone sono rimaste ferite nelle proteste iniziate mercoledì sera, che hanno fatto seguito a quelle di martedì.
Proteste anche a Sanaa, dove i manifestanti sono riusciti a entrare nell’ambasciata e hanno appiccato il fuoco ad alcune auto. La polizia ha cercato di disperdere la folla sparando in aria. Due manifestanti sono rimasti uccisi, secondo il giornale web locale Alhadath e l’emittente televisiva Assahat, mentre una fonte della sicurezza yemenita ha parlato di una sola vittima.
BERLINO - Nella capitale tedesca è stato parzialmente evacuato il consolato: secondo i vigili del fuoco tre uomini hanno avvertito difficoltà respiratorie dopo aver aperto un plico, nel quale era contenuta una sostanza sospetta. «Prendiamo molto sul serio questo incidente», aveva detto un portavoce della rappresentanza. Ma dopo qualche ora, l’emergenza è rientrata: «è stato un falso allarme - ha detto un portavoce della polizia - non c’è alcuna sostanza pericolosa». Gli agenti hanno effettuato controlli anche su un uomo ritenuto sospetto, che sarà lasciato libero.
LE ALTRE PIAZZE - Cortei si sono svolti anche a Gaza e in Iran. Circa 500 persone si sono radunate vicino all’ambasciata svizzera a Teheran, che gestisce gli interessi americani in assenza di relazioni tra Stati Uniti e il Paese. La manifestazione pacifica è durata circa due ore. Circa mille islamici del Bangladesh hanno invece tentato di marciare sull’ambasciata Usa a Dhaka, mentre proteste si sono registrate nei giorni scorsi anche fuori dalle missioni Usa in Tunisia, Sudan e Marocco.
LA REAZIONE DI OBAMA E DELLA CLINTON - Il presidente statunitense Obama ha inviato due navi da guerra verso Tripoli, mentre spunta la mano di Al Qaeda sull’attentato in cui sono stati uccisi i quattro diplomatici. I due cacciatorpedinieri militari americani marciano verso la Libia «come misura preventiva». Alle navi - che trasportano missili Tomahawk e con equipaggio di 300 persone - non è stata assegnata una missione specifica. Attaccato dallo sfidante alle presidenziale Romney, Obama ha anche pronunciato parole di forza: «Vogliamo lanciare un messaggio a chiunque nel mondo ha intenzione di attaccarci. Non ci scoraggeremo, andremo avanti, perché il mondo ha bisogno di noi, siamo l’unica potenza indispensabile».
Nel corso della giornata è intervenuto anche il segretario di Stato Hillary Clinton, sottolineando che gli Stati Uniti non hanno nulla a che fare con il film su Maometto e definendo la pellicola «disgustosa e riprovevole». Le violenze scatenate dal film anti-Islam «sono inaccettabili» ha aggiunto il segretario di Stato. «Credo che la violenza - ha affermato in una diretta tv - non abbia posto nella religione e non è sicuramente un modo di onorare la religione».
LE TELEFONATA AI LEADER - Obama, preoccupato per le rivolte anti-americane, ha chiamato i dirigenti di Libia, Egitto e Afghanistan. Lo ha riferito la Casa Bianca, precisando che sono state prese in esame le diverse forme di cooperazione nel settore della sicurezza.
Obama ha chiesto all’Egitto di rafforzare il suo impegno per la difesa delle sedi diplomatiche statunitensi nel Paese ed ha invitato la Libia a lavorare con le autorità americane. Il presidente egiziano ha sì condannato la violenza e promesso che sia le ambasciate sia i turisti verranno protetti. Ma anche sottolineato che Maometto «è una linea rossa che nessuno deve toccare».
Obama ha parlato al telefono anche con il presidente afgano Karzai. E proprio in Afghanistan, secondo quanto riporta Reuters citando fonti governative, le autorità hanno ordinato la chiusura a tempo indeterminato del portale di condivisione video YouTube per evitare che altre persone possano vedere il video contestato.
LA DINAMICA DELL’ASSALTO- Intanto si cerca di fare chiarezza sulla morte dei quattro funzionari a Bengasi. Secondo una prima ricostruzione sull’attacco in Libia due diplomatici sono stati uccisi in un edificio vicino al consolato Usa, dove si erano rifugiati. Lo ha riferito il viceministro dell’Interno della regione orientale della Libia, Wanis el-Sharef, spiegando che dalle prime informazioni risulta che ci sono stati due episodi di aggressione separati. Inizialmente, ha spiegato el-Sharef, una folla di alcune migliaia di manifestanti, armati di fucili automatici e razzi lanciagranate, ha assaltato la sede del consolato. I pochi agenti di sicurezza libici che proteggevano l’edificio hanno sparato in aria per disperdere la folla, ma poco dopo si sono ritirati. A quel punto i dimostranti hanno fatto irruzione nella villa, l’hanno saccheggiata e data alle fiamme. Gli altri membri del personale del consolato sono riusciti a fuggire in un vicino edificio. All’alba dovevano recarsi nell’aeroporto di Bengasi e da lì partire per Tripoli. Alcune ore dopo l’assalto al consolato un secondo gruppo di uomini armati ha attaccato l’edificio dove era stato portato il personale statunitense. Gli aggressori hanno aperto il fuoco su circa 30 persone che si trovavano all’interno del palazzo, americani e libici, uccidendo due cittadini statunitensi. La ricostruzione degli eventi è stata confermata dal dipartimento di Stato Usa, il quale ha precisato che nel secondo assalto sono stati feriti altri due americani.
CORRIERE.IT - RICOSTRUZIONE
Un attacco pianificato in anticipo da Al Qaeda. Questo quanto emergerebbe dalle prime indagini sull’attacco al consolato Usa di Bengasi nel corso del quale è stato ucciso l’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, Chris Stevens. È quanto riferisce la Cnn, citando fonti americane. L’attacco alla sede Usa era «stato pianificato da al Qaeda» e il film su Maometto «è stata una diversi» scrive la Cnn.
NAVI DA GUERRA VERSO LA LIBIA - Il Pentagono intanto sta muovendo due navi da guerra verso le coste libiche, secondo quanto affermato da ufficiali americani all’agenzia Ap. Un cacciatorpediniere, l’Uss Laboon, si è spostato davanti alla costa, mentre l’Uss McFaul dovrebbe arrivarci in pochi giorni. Alle navi - che trasportano missili Tomahawk e con equipaggio di 300 persone - non è stata assegnata una missione specifica: sono state predisposte per dare ai comandanti la flessibilità necessaria per rispondere agli ordini del presidente. Ad ogni, secondo fonti del Pentagono, la missione viene qualificata a scopo «preventivo»
OBAMA: «ATTENTO EGITTO» -Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha detto che il governo egiziano non è né alleato né amico degli Stati Uniti ed ha messo in guardia contro un «vero grande problema» nel caso in cui il Cairo non sarà in grado di proteggere l’ambasciata americana nella capitale egiziana. Obama ha dichiarato a un’emittente Usa: «Non penso che li consideriamo alleati, ma neppure nemici. Si tratta di un nuovo governo che sta cercando di trovare la sua strada. È stato eletto democraticamente». Giovedì mattina alcune centinaia di persone si sono riunite davanti all’ambasciata statunitense al Cairo, con alcuni momenti di alta tensione. Sul posto sono giunti alcuni blindati dell’esercito egiziano.
EVACUATO PERSONALE DIPLOMATICO - Dopo l’attentato gli Stati Uniti hanno deciso di evacuare tutto il personale diplomatico e non presente in Libia. All’ambasciata di Tripoli resterà solo una unità di emergenza. Inoltre droni Usa potrebbe presto sorvolare la Libia in cerca di campi jihadisti che potrebbero essere collegati all’attacco. La Cnn riferisce inoltre come atteso il coinvolgimento attivo dell’Fbi nelle indagini sull’uccisione dell’ambasciatore. In partenza anche 200 marines per «rafforzare la sicurezza nelle sedi diplomatiche di Tripoli e Bengasi».
LA RICOSTRUZIONE - Secondo la prima ricostruzione l’ambasciatore e tre cittadini americani stavano viaggiando in auto per trovare un luogo più sicuro dopo l’assalto notturno al consolato quando il loro mezzo è stato centrato da un razzo. Mentre per altri fonti il diplomatico sarebbe morto per asfissia nel consolato. Oltre a Stevens, 52 anni, sono morte altre tre persone, tra i quali due uomini della sicurezza (due marines), che accompagnavano Stevens da Tripoli. Un quarto morto è un impiegato del consolato. Quattordici i feriti. I quattro cadaveri sono stati trasferiti all’aeroporto di Bengasi, per poi essere spediti in una base in Germania. Il presidente del Congresso generale Nazionale Mohamed al-Megaryef in una conferenza stampa: «Presentiamo le nostre scuse agli Usa, al popolo americano e al mondo intero».
IL FILM E LE VIOLENZE- I manifestanti, martedì notte, hanno attaccato con granate e armi da fuoco il consolato americano di Bengasi, nell’est della Libia. Si tratta di un compound abbastanza grande ed è in una zona della città abbastanza centrale, a pochi metri da ristoranti e caffè. Tanto che i clienti dei locali hanno assistito alla scena. «Si è sentito prima un botto forte - hanno raccontato testimoni - poi si è visto del fumo e si sono sentiti dei colpi. Le strade vicine sono state chiuse rapidamente e quasi subito sono stati formati anche dei blocchi nella zona». La violenza è durata per 45 minuti. All’origine degli scontri, un film ritenuto offensivo nei confronti dell’Islam. Si tratta di «Innocence of Muslim» (L’innocenza dei musulmani) ed è stato realizzato da un israelo-americano, Sam Bacile, che dopo i disordini al Cairo ha dichiarato: «L’islam è un cancro». La morte dell’ambasciatore Usa è già stata rivendicata da Ayman al Zawahiri, numero due di Al Qaeda: «Una reazione della milizia Ansar Al-Sharia alla conferma della morte di Abu al-Libi».
la morte dell’ambasciatore usa Chris Stevens
Libia, ambasciatore ucciso:
Washington manda due navi da guerra
Un cacciatorpediniere già davanti alle coste
Obama avverte l’Egitto: «Difenda la nostra sede diplomatica»
Le rivolte
Rcd
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L’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, Chris StevensL’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, Chris Stevens
Un attacco pianificato in anticipo da Al Qaeda. Questo quanto emergerebbe dalle prime indagini sull’attacco al consolato Usa di Bengasi nel corso del quale è stato ucciso l’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, Chris Stevens. È quanto riferisce la Cnn, citando fonti americane. L’attacco alla sede Usa era «stato pianificato da al Qaeda» e il film su Maometto «è stata una diversi» scrive la Cnn.
NAVI DA GUERRA VERSO LA LIBIA - Il Pentagono intanto sta muovendo due navi da guerra verso le coste libiche, secondo quanto affermato da ufficiali americani all’agenzia Ap. Un cacciatorpediniere, l’Uss Laboon, si è spostato davanti alla costa, mentre l’Uss McFaul dovrebbe arrivarci in pochi giorni. Alle navi - che trasportano missili Tomahawk e con equipaggio di 300 persone - non è stata assegnata una missione specifica: sono state predisposte per dare ai comandanti la flessibilità necessaria per rispondere agli ordini del presidente. Ad ogni, secondo fonti del Pentagono, la missione viene qualificata a scopo «preventivo»
OBAMA: «ATTENTO EGITTO» -Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha detto che il governo egiziano non è né alleato né amico degli Stati Uniti ed ha messo in guardia contro un «vero grande problema» nel caso in cui il Cairo non sarà in grado di proteggere l’ambasciata americana nella capitale egiziana. Obama ha dichiarato a un’emittente Usa: «Non penso che li consideriamo alleati, ma neppure nemici. Si tratta di un nuovo governo che sta cercando di trovare la sua strada. È stato eletto democraticamente». Giovedì mattina alcune centinaia di persone si sono riunite davanti all’ambasciata statunitense al Cairo, con alcuni momenti di alta tensione. Sul posto sono giunti alcuni blindati dell’esercito egiziano.
EVACUATO PERSONALE DIPLOMATICO - Dopo l’attentato gli Stati Uniti hanno deciso di evacuare tutto il personale diplomatico e non presente in Libia. All’ambasciata di Tripoli resterà solo una unità di emergenza. Inoltre droni Usa potrebbe presto sorvolare la Libia in cerca di campi jihadisti che potrebbero essere collegati all’attacco. La Cnn riferisce inoltre come atteso il coinvolgimento attivo dell’Fbi nelle indagini sull’uccisione dell’ambasciatore. In partenza anche 200 marines per «rafforzare la sicurezza nelle sedi diplomatiche di Tripoli e Bengasi».
LA RICOSTRUZIONE - Secondo la prima ricostruzione l’ambasciatore e tre cittadini americani stavano viaggiando in auto per trovare un luogo più sicuro dopo l’assalto notturno al consolato quando il loro mezzo è stato centrato da un razzo. Mentre per altri fonti il diplomatico sarebbe morto per asfissia nel consolato. Oltre a Stevens, 52 anni, sono morte altre tre persone, tra i quali due uomini della sicurezza (due marines), che accompagnavano Stevens da Tripoli. Un quarto morto è un impiegato del consolato. Quattordici i feriti. I quattro cadaveri sono stati trasferiti all’aeroporto di Bengasi, per poi essere spediti in una base in Germania. Il presidente del Congresso generale Nazionale Mohamed al-Megaryef in una conferenza stampa: «Presentiamo le nostre scuse agli Usa, al popolo americano e al mondo intero».
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IL FILM E LE VIOLENZE- I manifestanti, martedì notte, hanno attaccato con granate e armi da fuoco il consolato americano di Bengasi, nell’est della Libia. Si tratta di un compound abbastanza grande ed è in una zona della città abbastanza centrale, a pochi metri da ristoranti e caffè. Tanto che i clienti dei locali hanno assistito alla scena. «Si è sentito prima un botto forte - hanno raccontato testimoni - poi si è visto del fumo e si sono sentiti dei colpi. Le strade vicine sono state chiuse rapidamente e quasi subito sono stati formati anche dei blocchi nella zona». La violenza è durata per 45 minuti. All’origine degli scontri, un film ritenuto offensivo nei confronti dell’Islam. Si tratta di «Innocence of Muslim» (L’innocenza dei musulmani) ed è stato realizzato da un israelo-americano, Sam Bacile, che dopo i disordini al Cairo ha dichiarato: «L’islam è un cancro». La morte dell’ambasciatore Usa è già stata rivendicata da Ayman al Zawahiri, numero due di Al Qaeda: «Una reazione della milizia Ansar Al-Sharia alla conferma della morte di Abu al-Libi».
L’analisi - Pericolo di una crisi internazionale
di Antonio Ferrari
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LA FOTO SU TWITTER - Intanto sul web circola la foto che ritrae l’ambasciatore Usa in Libia, J. Christopher Stevens, subito dopo l’attentato. Il diplomatico, con la camicia tirata fuori dai pantaloni, è esanime e riverso sulle spalle di qualcuno che lo sta portando via. L’attacco contro la sede di rappresentanza Usa a Bengasi sarebbe solo indirettamente legata alla vicenda del film sulla vita del profeta Maometto: i dimostranti, che sarebbero stati membri della milizia islamica Ansar Al-Sharia, sapevano che nell’edificio c’era l’ambasciatore Chris Stevens.
NUOVO PREMIER - Intanto il Congresso nazionale libico ha eletto il nuovo primo ministro, Mustafa Abu Shagur.
REPUBBLICA.IT - RESOCONTO ORA PER ORA
Dopo il violento attacco di Bengasi contro il consolato americano, il presidente Usa ha esortato l’Egitto a rispettare i suoi impegni nel difendere le strutture diplomatiche e il personale degli Stati Uniti e ha invitato la Libia a lavorare con le autorità statunitensi per consegnare alla giustizia chi si cela dietro l’attentato mortale. Il premier libico Shagur: "Abbiamo foto e nomi degli attentatori". Morsi: "Profeta è linea rossa che nessuno deve toccare". Vaticano condanna attacco contro Usa. Evacuato consolato Usa a Berlino, fermato uomo sospetto. Ma era falso allarme. L’Associated Press identifica il regista del film su Maometto: è Nakoula Basseley, un uomo di origini egiziane e di religione copta, stabilitosi in California, a Los Angeles.
09:35 Dopo il violento attacco di Bengasi contro il consolato americano, il presidente Usa ha esortato l’Egitto a rispettare i suoi impegni nel difendere le strutture diplomatiche e il personale degli Stati Uniti e ha invitato la Libia a lavorare con le autorità statunitensi per consegnare alla giustizia chi si cela dietro l’attentato mortale. Il premier libico Shagur: "Abbiamo foto e nomi degli attentatori". Morsi: "Profeta è linea rossa che nessuno deve toccare". Vaticano condanna attacco contro Usa. Evacuato consolato Usa a Berlino, fermato uomo sospetto. Ma era falso allarme. L’Associated Press identifica il regista del film su Maometto: è Nakoula Basseley, un uomo di origini egiziane e di religione copta, stabilitosi in California, a Los Angeles.
10:43 Il presidente egiziano Mohamed Morsi ha chiesto al presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama di "prendere misure dissuasive contro chi cerca di demolire le relazioni con gli Usa". Morsi, riferendosi alle "misure dissuasive" ha fatto riferimento a padre Terry Jones, sottolineando che "è la stessa persona che ha cercato di bruciare il Corano e ora cerca di offendere il profeta". "Noi non aggrediamo nessuno e non accettiamo nessuna aggressione contro i nostri principi sacri", ha detto Morsi parlando alla Tv di Stato egiziana dopo il colloquio telefonico con il presidente Usa.
09:57 Morsi: "No a insulti a Maometto e no a violenza" 6 – Il presidente egiziano Mohamed Morsi, in visita oggi a Bruxelles e a Roma, si è detto contrario a "ogni insulto al profeta", ma ha anche detto di rifiutare la "violenza".
09:56 Morsi: "Egitto proteggerà ambasciate" 5 – Il presidente dell’Egitto Mohammed Morsi ha condannato il film prodotto negli Usa e ritenuto offensivo per il profeta Maometto, aggiungendo che il governo ha la responsabilità di proteggere le sedi diplomatiche, così come la libertà di espressione e il diritto a manifestare pacificamente. Scrivendo sulla sua pagina ufficiale di Facebook, Morsi ha assicurato che le autorità "risponderanno con piena determinazione a qualsiasi tentativo irresponsabile di infrangere la legge".
10:45 Manifestazioni contro film anti-Islam a Najaf 8 – Centinaia di simpatizzanti del leader radicale sciita Muqtada al Sadr manifestano nella città santa irachena di Najaf contro il film anti-Islam che ha scatenato le violenze costate la vita all’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia. I manifestanti, controllati dalle forze di sicurezza, scandiscono slogan ostili a Stati Uniti e a Israele, secondo fonti giornalistiche a Najaf, 150 chilometri a sud di Baghdad
11:00 Piazza Tahrir, lacrimogeni e lancio di pietre 11 – Fitto scambio di lanci di sassi e gas lacrimogeni tra manifestanti e forze dell’ordine nel grande viale tra l’ambasciata Usa e piazza Tahrir. La strada è lastricata di sassi, l’accesso all’ambasciata è bloccato dal filo spinato e all’interno di quella che ormai è diventata una zona verde presidiata in massa dalle forze dell’ordine restano gli scheletri di due furgoni incendiati della polizia dopo gli scontri di questa notte. Non ci sono più manifestanti davanti l’ambasciata Usa
10:50 Morsi: "Profeta è linea rossa che nessuno deve toccare" 10 – l Profeta è ’’una linea rossa che nessuno deve toccare’’. È quanto afferma il presidente egiziano, Mohamed Morsi, in una dichiarazione diffusa dall’agenzia Mena sul film che ha scatenato le proteste in Egitto e Libia. Il Profeta è ’’una linea rossa per tutti i musulmani e respingiamo ogni attacco’’, ha detto.
10:49 Yemen, assaltata ambasciata Usa 9 – Una folla di manifestanti ha assaltato l’ambasciata americana a Sanaa., in Yemen. La polizia ha sparato in aria per tentare di disperdere i manifestanti, ma questi ultimi sono entrati nel recinto dell’ambasciata e hanno appiccato il fuoco a dei veicoli che vi erano parcheggiati. Prima dell’attacco, i dimostranti hanno rimosso l’insegna dell’ambasciata dal muro esterno e l’hanno data alle fiamme. Una volta dentro le mura, hanno anche ammainato la bandiera statunitense e l’hanno bruciata.
11:41 Yemen, un manifestante morto negli scontri 17 – Un manifestante sarebbe rimasto ucciso e decine feriti negli scontri con le forze di sicurezza yemenite avvenuti all’interno e nei pressi dell’ambasciata Usa a Sana’a. Lo hanno riferito fonti dei servizi di sicurezza.
11:39 Iran, proteste a Teheran: "Morte all’America" 16 – Almeno 500 persone stanno protestando a Teheran nei pressi dell’ambasciata svizzera, che cura gli interessi degli Usa in mancanza di una missione diplomatica americana in Iran, contro gli Stati Uniti e il discusso film su Maometto considerato ’’blasfemo’’ per l’Islam.’’Morte all’America’’, ’’Morte al regista’’, hanno gridato i manifestanti che non sono riusciti comunque ad avvicinarsi troppo alla sede diplomatica grazie all’intervento delle forze di sicurezza. Il personale dell’ambasciata è stato evacuato per precauzione. Molti manifestanti hanno sventolato bandiere egiziane e libiche a sostegno delle proteste esplose al Cairo e a Bengasi.
12:09 Ambasciata Yemen in Usa condanna attacco a Sanaa 19 – L’ambasciata yemenita a Washington ha condannato l’attacco alla sede diplomatica statunitense di Sanaa e ha promesso che assicurerà la sicurezza dei diplomatici stranieri, aumentando anche le misure di sicurezza intorno alle sedi in tutto lo Yemen.
11:46 Morsi: "Diritti cristiani e musulmani sono uguali" 18 – ’’I diritti e i doveri dei musulmani e dei cristiani sono uguali’’: con queste parole il presidente egiziano, Mohamed Morsi, si è impegnato a garantire i diritti delle minoranze cristiane in Egitto, parlando nel corso della sua prima visita ufficiale in Europa in una conferenza stampa congiunta con il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso. ’’Garantiremo i diritti di tutti gli egiziani. Non faremo alcuna distinzione’’, ha detto Morsi, assicurando, tra l’altro, anche che le donne egiziane godono ora di maggiori libertà.
11:41 Yemen, un manifestante morto negli scontri 17 – Un manifestante sarebbe rimasto ucciso e decine feriti negli scontri con le forze di sicurezza yemenite avvenuti all’interno e nei pressi dell’ambasciata Usa a Sana’a. Lo hanno riferito fonti dei servizi di sicurezza.
12:19 Libia apre inchiesta su attacco consolato Usa 21 – Le autorità libiche hanno annunciato oggi l’istituzione di una ’’commissione indipendente’’ d’inchiesta sul sanguinoso attentato contro il consolato Usa di Bengasi, dietro il quale si sospetta un coinvolgimento di Al Qaida. L’iniziativa è stata confermata dall’alto commissario per la sicurezza del ministero dell’Interno, Abdelmonem al-Horr.
12:43 Bangladesh, incendiate bandiere Usa 24 – Circa un centinaio di persone Hanno dato fuoco alla bandiera americana e gridato canti anti Usa nella capitale del Bangladesh, Dhaka. Motivo della protesta, come in numerose altre parti del mondo arabo, il film prodotto negli stati uniti considerato dall’Islam "blasfemo". I manifestanti, la maggior parte dei quali studenti di seminari islamici, hanno lanciato scarpe e dato fuoco alle bandiere Usa davanti alla moschea baitul mokarram, la più grande del paese.
12:55 Pakistan, rafforzata sicurezza intorno ambasciata Usa 26 – Le autorità pachistane hanno rafforzato la sicurezza in prossimità dell’ambasciata e dei consolati americani in risposta agli avvenimenti in libia e per timore di manifestazioni violente dopo la diffusione di un film giudicato oltraggioso verso l’Islam. Lo hanno indicato dei responsabili.
14:10 Rafforzata sicurezza in Nigeria 29 – Cresce ulteriormente la tensione tra le autorità statunitensi in Nigeria. La missione diplomatica degli Stati Uniti ad Abuja, capitale della Nigeria, ha rilasciato un ’’messaggio di emergenza’’ ai propri connazionali che vivono nel Paese africano per metterli in guardia sulla possibilità che ’’estremisti possano colpire cittadini americani e di altre nazioni occidentali’’. Per le autorità diplomatiche statunitensi, ’’la situazione rimane fluida e imprevedibile in Nigeria’’ e pertanto invitano i propri cittadini a prendere tutte le precauzioni necessarie per garantire ’’la sicurezza personale’’.
14:05 Consolato Usa Berlino, fermato uomo sospetto 28 – Un uomo sospetto sarebbe stato trattenuto all’interno del Consolato Usa di Berlino, dove tre persone hanno accusato difficoltà respiratorie dopo essere venute in contatto con una sostanza sospetta. Secondo il tabloid l’uomo, forse di origine albanese, avrebbe consegnato il suo passaporto al punto di controllo. Aperto il documento, un dipendente avrebbe accusato un malore alle vie respiratorie. E così pure altre due persone sul posto.
14:22 Yemen, cinque feriti 32 – Oltre al manifestante morto, altri cinque persone sono rimaste ferite nell’assalto all’ambasciata Usa in Yemen. Da quanto si è appreso gli spari che hanno causato la vittima e i feriti sono stati esplosi durante un secondo tentativo di fare irruzione nell’ambasciata Usa
14:29 Attacco ambasciata Usa, Tripoli annuncia arresti 34 – Alti responsabili libici hanno annunciato l’arresto di sospetti nell’ambito dell’inchiesta sull’assalto al consolato degli Stati Uniti a Bengasi che è costato la vita a quattro americani, fra cui l’ambasciatore, senza precisarne il loro numero o l’appartenenza. I ministeri "dell’Interno e della Giustizia hanno avviato le indagini e la raccolta di prove e alcune persone sono state arrestate", ha dichiarato il vice ministro dell’Interno, Wanis al Sharef. L’alto responsabile si è rifiutato tuttavia di fornire precisazioni sul numero o gli eventuali gruppi di appartenenza delle persone arrestate "per non ostacolare l’andamento delle indagini".
14:41 Allertati cittadini Usa in Indonesia, Malesia e Nigeria 35 – Le ambasciate statunitensi in Indonesia, Malesia e Nigeria hanno avvisato i cittadini americani nei rispettivi Paesi di prestare massima attenzione e di evitare le folle che potrebbero diventare violente. La sede di Giacarta, in Indonesia, ha fatto sapere in una nota: "Questi eventi sono un promemoria per tutti noi sul fatto che la situazione della sicurezza in ogni luogo può cambiare in modo veloce e inatteso". Il governo dell’Indonesia ha chiesto a YouTube, intanto, di bloccare i video del film, ha fatto sapere il portavoce del ministero delle Comunicazioni Gatot Dewabroto
14:47 Attacco Bengasi, salafiti negano responsabilità 36 – L’organizzazione radicale salafita in Libia ha negato ogni responsabilità nell’attacco a Bengasi. Katibat Ansar al-Sharia (Brigata dei sostenitori della Sharia) ha condannato ’’le accuse prive di ogni tipo di indagine o verifica’’ apparse sui media libici.
14:53 Proteste per foto ambasciatore morto 37 – La pubblicazione della foto del cadavere dell’ambasciatore Chris Stevens estratto dalla sede diplomatica Usa di Bengasi crea polemiche. Lettori protestano e il Dipartimento di Stato ne chiede la censura. Ma il New York Times, che l’aveva messa sul sito web, non ha ceduto alle pressioni, forte del motto che dal 1851 sta stampato in prima pagina: all the news that’s fit to print’. ’’E’ orripilante ma ha un significato giornalistico’’, ha spiegato il responsabile della pagina online Ian Fischer dopo la riunione in cui e’ stata presa la ’’difficile decisione’’, di inserire l’immagine Afp sul sito e di non rimuoverla una volta ricevuta la richiesta del Dipartimento di Stato: "È notizia’’. Altri giornali hanno stampato oggi la foto di Stevens morto in prima pagina: tra questi i due tabloid di New York, Daily News e New York Post.
15:05 Obama: "Egitto non è alleato né nemico" 38 – Gli Stati Uniti non definiscono l’Egitto un alleato, ma "non considerano il Paese nordafricano un nemico". Lo ha detto il presidente Usa Barack Obama in un’intervista all’emittente Telemundo. Il nuovo governo egiziano, ha affermato Obama, "sta cercando di trovare la propria strada". Se le misure adottate dal governo del Cairo, ha aggiunto il presidente, faranno capire che l’esecutivo "non si assume le proprie responsabilità", allora "sarà un grave problema".
16:11 Gruppo sciita minaccia attacchi a Usa in Iraq 39 – Il gruppo militante sciita Asaib Ahl al-Haq ha avvertito che "tutti gli interessi americani in Iraq saranno in pericolo" a causa del film ’Innocence of Muslims’. Il leader del gruppo, Qais al-Khazali, ha definito il filmato imperdonabile e ha invitato tutti i musulmani ad "affrontare il nostro nemico comune". L’ambasciata a Baghdad è la più grande sede diplomatica statunitense nel mondo, con circa 15mila funzionari. Asaib Ahl al-Haq aveva condotto attacchi contro i soldati americani prima del ritiro l’anno scorso. Si sospetta che il gruppo sia finanziato e armato dall’Iran.
16:25 Clinton: "Film disgustoso, ma violenza non onora religione" 41 – "Il governo degli Stati Uniti non ha nulla a che vedere con il video" anti-Islam: lo ha detto il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, in diretta Tv definendo il film "disgustoso e riprovevole". Il segretario di Stato ha poi aggiunto che la violenza non è un modo per onorare una religione, sottolineando che l’America è impegnata al rispetto e alle libertà delle religioni. È sbagliato - aggiunge Clinton - attaccare i diplomatici perché "attaccare le ambasciate è attaccare l’idea di lavorare insieme"
16:57 Identificato l’autore del film 44 – Sarebbe Nakoula Basseley l’autore del film anti-Islam. Un uomo di nome Sam Bacile aveva detto di essere l’autore del film, ma secondo l’Associated Press dietro a quel nome si cela Nakoula Basseley Nakoula. In un’intervista all’Ap, l’uomo, un cristiano copto residente in California, aveva negato di essere l’autore della pellicola ma ha ammesso di aver avuto un ruolo nella produzione. L’Ap riferisce ora di aver avuto conferma dell’identità del regista anche da fonti dell’amministrazione Usa.
18:08 Scontri a Casablanca, decine di arresti 47 – Anche il Marocco ha registrato violente proteste contro il film su Maometto. Con una mobilitazione fatta partire sui social network, centinaia di persone si sono riunite a Casablanca, in boulevard Moulay Youssef, dirigendosi verso la vicina sede del consolato degli Stati Uniti. Ci sono stati scontri con la polizia e decine di arresti.
17:39 Arabia Saudita condanna film e violenze anti-Usa 46 – L’Arabia saudita condanna con forza il film anti-Islam che ha scatenato la reazione delle piazze in diversi paesi musulmani, denunciando al contempo come inaccettabile le violenze contro sedi diplomatiche americane e cittadini stranieri.
17:36 Putin condanna l’attacco al consolato 45 – Il presidente russo Vladimir Putin ha condannato l’attacco al consolato Usa a Bengasi.
18:10 Premier libico Shagur: "Passi in avanti, effettuati alcuni arrestati" 48 – ll neo premier libico, Mustafa Abu Shagur, ha reso noto che è stato fatto un "grosso passo avanti" nelle indagini sull’attacco contro il consolato statunitense di Bengasi: "Abbiamo alcuni nomi e immagini (dei sospetti). Sono stati effettuati degli arresti ed altri sono in corso mentre parliamo", ha dichiarato Shagur.
18:38 Sono 224 i feriti medicati per gli scontri al Cairo 51 – Sono 224 le persone che hanno ricevuto assistenza medica, soprattutto per intossicazione da gas lacrimogeni, nei pressi di piazza Tahrir nei tafferugli con le forze dell’ordine. E’ l’ultimo bilancio del ministero della sanità egiziano, diffuso dall’agenzia Mena.