Luca Bianchin e Giulio De Feo, La Gazzetta dello Sport 11/9/2012, 11 settembre 2012
PINTURICCHIO RIDIPINGE L’AUSTRALIA
Il primo ministro Julia Gillard ad agosto ha chiamato un paio di consiglieri e ha dettato la lettera su carta intestata: «Dear Mr. Buckley, so che Del Piero ispirerebbe un’intera generazione di giovani e spero che si trovi un accordo con lui. Il Governo ha sempre supportato con piacere il calcio in Australia». Il signor Ben Buckley fino a venti giorni fa era il presidente della federcalcio australiana e la lettera, con quel linguaggio da potere esecutivo, lancia un messaggio: il trasferimento di Alessandro Del Piero in Australia, concretizzato da lì a pochi giorni, è un evento politico-economico più che sportivo. Lo ha detto anche Tony Pignata, a.d. a Sydney: «Quella lettera l’abbiamo spedita a Stefano Del Piero e ha dimostrato che facevamo sul serio». Julia Gillard si è spesa, come probabilmente in Europa nessun Governo avrebbe fatto, e pare ce ne fosse un gran bisogno. Ogni proprietario delle 10 squadre di A-League mette a bilancio una perdita dai 25 ai 40 milioni a stagione e a Sydney la situazione è molto complessa. Nel 2011-12 allo stadio arrivavano meno di 12.000 spettatori e in estate sono stati fondati i Western Sydney Wanderers: due franchigie in città come Clippers e Lakers nel basket a Los Angeles, Giants e Jets nel football americano a New York. In Australia poi il soccer ha vita dura per tradizione, con il rugby e il football australiano (tostissimo...) a rubare vocazioni. Le scuole introducono al pallone - lo sport non è obbligatorio ma insegnato quasi ovunque - eppure al movimento serve una scossa. Per Sydney, deve essere Del Piero.
Le signore ringraziano
Non «dovrebbe» ma «deve», perché qui se non riesce lui non riesce nessuno. «ADP sulla carta è perfetto, molto più di Raul, Van Nistelrooy o altri - dice Bonita Mersiades, editorialista per Sports Business Insider, già membro della federazione con ruoli strategici -. È un campione e piace al pubblico femminile, che il calcio in Australia considera strategico. Poi può influenzare la battaglia per i diritti tv». La A-League infatti si vede solo in pay tv, che però paga pochino: 16,2 milioni di euro all’anno. Il contratto è in scadenza, si va al rinnovo e i proprietari si sono già espressi: puntano al raddoppio e sperano di arrotondare con i soldi di Sky, che potrebbe essere interessata per l’Italia. Anche per questo sul sito della federcalcio non hanno avuto paura dell’iperbole: «La firma di Del Piero è probabilmente il miglior colpo nella storia dello sport australiano». I candidati a seguirlo non metterebbero in pericolo il primato. La A-League, stando alle voci, potrebbe presto mettere sotto contratto Hargreaves, Heskey, Grella o Grosso, che all’Australia ha già fatto male nel 2006, con quel rigore agli ottavi del Mondiale. Ian Crook, futuro allenatore di Del Piero a Sydney, non ci pensa e si concentra su Ale: «Per impatto mediatico e tecnico, può diventare quello che Beckham è per la Major League. Appena lo vedrò, parleremo e capiremo come giocare. Possiamo usarlo da attaccante puro o dietro due punte, ma l’importante è che abbia tutta la libertà per mostrare alla gente le qualità che ha nei piedi». La gente si fiderebbe a occhi chiusi. Nei giorni del trasferimento, i temi @aleague e @SydneyFC hanno invaso Twitter mentre il sito del campionato moltiplicava i contatti: il 44% dei click - e questa era facile - sono arrivati dall’Italia. Negli stessi minuti l’Adidas, sponsor di Ale e della sua nuova squadra, progettava nuove campagne pubblicitarie e 800 persone sottoscrivevano l’abbonamento extralusso all’Allianz Arena, che ha lo stesso nome dello stadio di Monaco ma è un po’ meno cool.
Esordisce il 22?
David Traktovenko, ex numero uno dello Zenit che ora controlla il Sydney, sorveglia tutto. Spera che quegli abbonamenti, tra extralusso e popolari, arrivino a 25.000 e non sa che Unibet quota a 10 Del Piero capocannoniere. Più interessanti per lui le stime del Daily Telegraph: almeno 30.000 magliette vendute per 3,8 milioni di euro. Ale oggi sarà alla Sorbona di Parigi per un evento sull’integrità nello sport ma potrebbe arrivare presto in Australia - da giovedì ogni giorno è buono - per esordire il 22 settembre in amichevole. I tifosi dell’altro emisfero si preparano: in Indonesia hanno già organizzato un charter e il Giappone, cui Del Piero è parecchio legato, promette abbondanti contributi. Fan di Ale che prendono un aereo per Sydney, vedono la partita e, prima di ripartire, mangiano un «Del Piero burger». L’Allianz, per Ale, ha già ristrutturato il menu.