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 2012  settembre 13 Giovedì calendario

I FILM CHE NON SONO CINEPANETTONI E IL DISPREZZO DI QUEGLI SPOT

Forse è solo un caso, una coincidenza fortuita, ma il livore gratuito che si legge in certi attacchi a Marco Bellocchio e il disprezzo grossolano che Sky ha messo in campo per pubblicizzare la programmazione di una serie di cinepanettoni mi sembrano i sintomi di un’unica, inquietante mentalità: il disprezzo qualunquista per una cultura che si vorrebbe all’altezza dei tempi e che quei tempi cerca di interrogare, contrapposta all’esaltazione di un cinema di disimpegno e disinformazione ma che permetterebbe di «rilassarti» e «farti una risata fuori stagione».
È questo il messaggio finale di uno spot in onda in questi giorni. Quattro amici al tavolo di un ristorante discutono come impiegare il venerdì sera: chi propone «l’ultimo film di Kiarostami», chi «Godot al mattatoio», chi deve scegliere tra «una performance tribale e un concerto di musica concreta», salvo poi decidere per un «cinepanettone per tutti». Lo dicono sorridendo ma anche vergognandosi non poco delle proposte precedenti, tipiche, ci viene suggerito, del culturame intellettuale che si riempie la bocca di belle parole (magari in difesa di Bellocchio, viene da aggiungere) e poi non può fare a meno di divertirsi con quel tipo di film, «con le sue allegre scorregge, le sue battute pesanti e gli inevitabili flussi di m... in faccia a De Sica e a Ghini, rutti compresi», come ha sintetizzato uno dei massimi teorici nazionali del genere.
Una volta gli spot promozionali decantavano le qualità (presunte) del prodotto, adesso preferiscono disprezzare chi la pensa diversamente. Un gran bel passo avanti! Proprio come chi si nasconde dietro i premi di Venezia per vomitare tutto il suo disprezzo verso un cinema che non si vorrebbe accontentare solo di scorregge, rutti et similia. Avessi qualche responsabilità pubblica comincerei a preoccuparmi davvero: certe idee fanno male almeno quanto un declassamento di Moody’s.
Paolo Mereghetti