Stefano Lorenzetto, il Giornale 9/9/2012, 9 settembre 2012
UNA SOCIETA’ (QUASI) SEGRETA SONDA L’OPINIONE PUBBLICA
Napoleone Bonaparte, imperatore che teneva in grande considerazione l’opinione pubblica, forniva ai gazzettieri dati falsi sulla consistenza numerica delle sue truppe in modo da impressionare le nazioni nemiche. John Swinton, redattore capo del New York Times che dell’opinione pubblica se ne infischiava, alla fine di un banchetto in suo onore offerto nel 1880 dall’American press association, confessò: «Che follia fare un brindisi alla stampa indipendente! Ciascuno, qui presente questa sera, sa che la stampa indipendente non esiste. Lo sapete voi e lo so io. Vengo pagato 250 dollari alla settimana per tenere le mie vere opinioni al di fuori del giornale per cui lavoro.
Altri fra di noi ricevono la stessa somma per un lavoro simile. Se autorizzassi la pubblicazione di un’opinione sincera in un numero qualunque del mio giornale, perderei l’impiego in meno di 24 ore. La funzione di un giornalista è di distruggere la verità, di mentire radicalmente». Entrambi, Napoleone e Swinton, facevano lo stesso mestiere: informavano allo scopo di disinformare l’opinione pubblica.
Ma come si forma l’opinione pubblica? C’è una scienza, tutta italiana, che lo studia. È una scienza quasi iniziatica fin dal nome: si chiama demodoxalogia, da demo ( popolo), doxa ( opinione) e logos (discorso). Sicuramente iniziatica nel numero: la Società italiana di demodoxalogia (Sidd) conta appena 24 componenti. I loro nomi non sono segreti, però nessuno li conosce, perché gli interessati non ci tengono a divulgarli. L’unico che circola è quello del fondatore e presidente, Giulio D’Orazio, un giornalista nato a Roma nel 1934 e oggi residente ad Albano Laziale, che negli anni Cinquanta frequentava i maestri della demodoxalogia.
E poi c’è lui, Francesco Bergamo, 45 anni, veneziano, sposato con una farmacista, una figlia di 10 anni, che oltre al nome è obbligato a metterci anche la faccia, perché fra i 24 eletti è il direttore responsabile dell’agenzia Informatore Economico-Sociale, il notiziario ufficiale della Sidd. Faccia trasparente, per nulla torva, come si addice a chi è nato dal maestro Ausonio Bergamo, diplomato in musica gregoriana che è stato per una vita l’organista ufficiale della diocesi di San Marco. Per il volto della Sidd, uno dei 1.200 cervelloni italiani appartenenti a quel 2 per cento della popolazione dotato di un quoziente d’intelligenza superiore, la demodoxalogia è un po’ più di un hobby intellettuale e un po’ meno di una professione. Infatti lavora nello staff di segreteria della Veritas Spa, la multiutility che gestisce risorse idriche, energia e igiene ambientale nella sua città. Ma è anche giornalista embedded dai forti legami con le Forze armate, in particolare con la Marina militare ( «ho sposato la figlia di un ammiraglio »), e in questa veste è stato ammesso al seguito delle missioni di pace italiane in Libano e in Kosovo.
Però c’è poco da fare:Sidd ha una nefasta assonanza con le sigle dei servizi segreti, dal vecchio Sisde all’attuale Dis,così come «opinione pubblica» sembra un’espressione coniata su misura per ricordare O.
P. , acronimo invece di Osservatore Politico , la rivista e l’agenzia di stampa dirette da Mino Pecorelli. «Mi risulta, quando si dice il caso, che il giornalista ucciso a Roma nel 1979 in circostanze misteriose conoscesse bene alcuni demodoxalogi », informa Bergamo per nulla intimorito. D’altronde, fra di loro figurava il generale di Corpo d’armata Adriano Giulio Cesare Magi Braschi, che fu braccio destro del generale Giovanni De Lorenzo, il comandante del Sifar accusato dall’ Espresso d’aver ordito un colpo di Stato nel 1964.
È dal 1928, cioè da quando esiste, che la demodossalogia,com’è stata chiamata fino a due anni fa (un retaggio della purezza linguistica imposta da Benito Mussolini), deve fare i conti col suo passato.Il primoa intuire che l’opinione pubblica poteva essere manipolata fu Paolo Orano, rettore dell’Università di Perugia e docente di storia del giornalismo. Benché fosse di origini ebraiche, Orano, ex socialista, senatore del Regno, sposato con la scrittrice francese Camille Mallarmé, era diventato vicedirettore del Popolo d’Italia edirettore della Scuola fascista di giornalismo. Caduto il Duce, fu rinchiuso nel campo di concentramento alleato di Padula, nel Salernitano, da dove uscì per andare a morire, agli arresti, nella sua casa di Firenze, nel 1945.
Sembrate una società segreta.
«Ma non lo siamo. Il fatto è che la demodoxalogia richiede un lungo e difficile tirocinio. Vogliamo essere sicuri che chi entra nella Sidd sia puro, che non usi questa disciplina per fini distorti».
Non avete paura di finire in galera?
«È sempre stata una scienza scomoda, vista come fascista prima e come golpista poi.Anch’io all’inizio la guardavo con sospetto. Poi, per pura curiosità, nel 2000 ho seguito l’ottavo convegno nazionale della Sidd che si teneva a Mira, nel Veneziano, e ho capito quanto fosse utile per un giornalista studiare l’opinione pubblica. Purtroppo alla fine di ogni regime, anziché salvare ciò che di buono è stato fatto, si azzera tutto: statue, libri, persone».
Parrebbe una scienza bellica.
«Il presidente americano Harry Truman sosteneva che il 95 per cento delle informazioni segrete appare su quotidiani e riviste. Dai necrologi e dalle notizie sui ritardi dei treni, pubblicati dai giornali tedeschi durante la seconda guerra mondiale, i sociologi Elihu Katz e Paul Lazarsfeld capivano se i bombardamenti alleati avevano colpito o no gli obiettivi. Le Brigate rosse pianificarono il rapimento di Aldo Moro dopo aver letto sulla stampa che lo statista dc era solito andare a messa nella chiesa di Santa Chiara.M’è capitato d’intervistare Michail Gorbaciov, il teorizzatore della glasnost, la trasparenza nell’informazione, il quale mi ha spiegato come certe notizie sia meglio non darle. Forse s’era pentito d’averle fatte dare».
Che cos’è l’opinione pubblica?
«La via di mezzo fra dubbio e certezza. Nella politica italiana vi sono opinioni pubbliche molto frammentate, ma poi si addensano. C’è quella coagulata attorno a Silvio Berlusconi; quella di Pier Luigi Bersani, giudicata in questo momento la più forte; quella che sta formando Pier Ferdinando Casini, il quale di suo non ha niente ma si dà da fare con Gianfranco Fini e con l’aiuto del Messaggero , il quotidiano di Roma edito dal suocero; quella di Beppe Grillo; quella che sta a cuore ad alcuni poteri forti, in cerca di un loro candidato dopo aver scartato Luca Cordero di Montezemolo ed Emma Marcegaglia».
E quali sarebbero i poteri forti?
«Confindustria, Fiat, Corriere della Sera , Mediobanca e una serie di famiglie che posso elencarle in ordine alfabetico: Agnelli, Angelucci, Benetton, Berlusconi, Boroli-Drago, Caltagirone, De Benedetti, Del Vecchio,Della Valle,Doris,Ferrero,Ligresti, Lucchini, Merloni, Monti-Riffeser, Pesenti, Rotelli, Toti, Tronchetti Provera».
Si può orientare l’opinione pubblica?
«Solo creando uno stretto legame con l’attualità e agendo sugli indecisi. Sull’individuo che s’è già formato un’idea è inutile intervenire: non si farebbe altro che rafforzarlo nel suo convincimento. Per formare un’opinione pubblica radicata servono tempo e soldi. Per formarne una veloce servono ancora più soldi».
Voi della Sidd studiate o formate?
«Studiamo. Ma abbiamo anche gli strumenti