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 2012  settembre 13 Giovedì calendario

SE OFFENDE I CRISTIANI NON È MAI PECCATO

Noi, invece, ci abbiamo fatto il callo. E non è detto che sia un be­ne. Però è così, ci siamo abituati. D’accordo, un po’ di scandalo. Qualche reprimenda. Pensosi in­terventi contro gli eccessi dell’arte blasfema e le fantasiose profana­zioni dell’iconografia cristiana. Al massimo l’invettiva di qualche prelato. Nell’Occidente evoluto siamo grazie a Dio lontanissimi dalle rappresaglie letali di Bengasi per un film quanto si voglia offensi­vo del profeta Maometto. Tolle­ranti e democratici, siamo: forse troppo. Per dire, la popstar da alcu­ni decenni più famosa nel mondo si chiama Madonna e nei suoi con­certi è solita issarsi su una croce ­non di legno ma di cristalli Swaro­ski - con tanto di corona di spine. Tuttavia, se le gerarchie stigmatiz­zano la performance, come quan­do fu inscenata a Roma nel 2006, al­lora scattano le accuse di censura e oscurantismo.
Qualche giorno fa la Mostra del Cinema di Venezia ha ospitato in concorso Paradise: Faith , un film nel quale la protagonista, una fa­natica cattolica, arriva a mastur­barsi con un crocifisso. Proteste? Un avvocato ha sporto denuncia per vilipendio alla procura di Ve­nezia e uno sparuto gruppetto di ultrà cattolici ha manifestato al Li­do. In compenso, l’austriaco Ulri­ch Seidl si è portato a casa il pre­mio per la miglior regia. Ai giornali­sti il regista ha detto che il suo film «non è blasfemo, però mi piace scioccare». Ecco il trucco. La mag­gioranza delle opere sono costrui­te per «stupire i borghesi». Tranel­li perfetti con l’alibi dell’arte con­temporanea. I titoli di giornale fan­no da volano pubblicitario e, in as­senza di una legislazione che deli­miti i confini tra arte e pura offesa, non c’è di meglio che suscitare le proteste delle gerarchie e dei catto­lici più impulsivi per ottenerne un’indiretta visibilità.
Qualche mese addietro le pole­miche s’infiammarono sull’opera teatrale di Romeo Castellucci Sul concetto di volto nel Figlio di Dio . Il Salvator mundi di Antonello da Messina incombente sul palcosce­nico veniva imbrattato di escre­menti dal figlio che accudiva il pa­dre senza riuscire a fermarne il flusso di liquami. Poteva non de­stare scalpore una siffatta pièce ?
Gruppi tradizionalisti protestaro­no davanti ai teatri. Ma autori co­me Luca Doninelli e Antonio Soc­ci l’hanno avvicinata al teatro di Giovanni Testori. Eppure Castel­lucci ha parlato di una «fatwa cri­stiana su di me ».Nientemeno.Tor­nando al cinema, sempre alla Mo­stra di Venezia, era il 1988, destò scalpore L’ultima tentazione di Cristo che Martin Scorsese aveva tratto da un romanzo greco. Gesù disertava la sua missione, sposava prima Maria Maddalena poi la so­rella di Lazzaro e aveva come allea­to Giuda. Tutto finì in un fuoco di paglia. Anche il film che ebbe scar­so successo. Dello stesso periodo è Piss Christ , opera del fotografo Andres Serrano che ritraeva un crocifisso di plastica immerso in un bicchiere di vetro contenente l’urina dell’autore.
In anni più recenti sono soprat­tutto scultori e pittori a esercitarsi nello sberleffo della simbologia cristiana. Accese polemiche susci­tò, per esempio, La rana crocifissa (con un boccale di birra e un uovo nelle mani) di Martin Kippenber­ger quando- estate 2008- fu espo­sta dal nuovissimo Museion di Bol­zano. Non valsero gli interventi di alcuni vescovi che sottolinearono «l’offesa ai sentimenti religiosi» a far rimuovere l’opera. Anni fa Al­fred Hrdlicka, un altro artista au­striaco (un’ossessione da quelle parti?), aveva ritratto l’Ultima ce­na come «un’orgia omosessuale» con scene esplicite. Ma quando nel 2008 L’Ultima cena di Leonar­do restaurata da Pier Paolo Pasoli­ni , questo il titolo, fu esposta nella retrospettiva del Museo della Cat­tedrale di Vienna, le proteste dei vi­sitatori- chi l’avrebbe detto?-sor­presero i curatori della mostra. Nel 2010 altra bufera per La Ma­donna del terzo Reich del pittore Giuseppe Veneziano esposta a Pie­trasanta: anziché un Gesù Bambi­no, Maria teneva in braccio Hitler. Stupore e incredulità dei curatori anche allora. Nel 2007 rimase inve­ce­a scandalizzare la comunità cri­stiana locale il quadro esposto in un museo di Sidney intitolato Be­arded Orientals: Making the Empi­re Cross e raffigurante Bin Laden. L’immagine dell’ex terrorista si fondeva con quella di Cristo.