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 2012  settembre 12 Mercoledì calendario

ECCO L’EQUAZIONE DEL DIVORZIO PERFETTO

Si comincia coi fiori e le promesse eterne e si finisce con la calcolatrice in mano. Altro che formula dell’amore perfetto (l’ultima l’ha elaborata l’uni­versità di Monaco). Per evitare che la Guerra dei Roses intasi i tribunali, gli in­glesi sono pronti ad affidarsi alla for­mula del divorzio perfetto. Un modo per avere la certezza che se e quando si arriverà al triste addio, ognuno sappia quanto avrà in tasca.
Calcolate la differenza di reddito fra i coniugi, individuate una cifra che va dall’1,5 al 2 per cento di quella differen­za, moltiplicatela per ogni anno di coa­bitazione fino a un massimo di 25 anni e saprete fin d’ora quanto aspettarvi al­la fine del vostro matrimonio (sempre che non ci sia prole al seguito,per quel­la c’è una formula più complicata). Co­sì in Canada, dal 2005, hanno evitato un gran numero di controversie matri­moniali, senza per questo sminuire il ruolo dei giudici, che rimangono for­malmente non vincolati dalle linee gui­da stabilite per legge. Un esempio? Lui guadagna 60mila euro l’anno, lei ne guadagna 30mila, vivono insieme da vent’anni: lui dovrà a lei fra i 9mila e i 12mila euro l’anno. Les jeux sont fait .
Fine dello stillicidio di accuse, ripic­che, inganni, trovate diaboliche per sborsare di meno o incassare di più. Al­meno così sperano i membri della Commissione giustizia inglese, le cui conclusioni faranno parte di un rap­porto che verrà sottoposto l’anno pros­simo ai ministri competenti. Con il chiaro obiettivo di sollevare i tribunali da lunghe e costose cause per stabilire come dividere i beni quando tra i co­niugi non c’è intesa sull’addio. La novi­tà - che in Italia, invece, è una certezza - è che tra le raccomandazioni dispen­sate a Londra dalla
Law Commission
c’è quella di esclu­dere dal divorzio l’abitazione di fami­glia, ereditata o ac­quistata prima il matrimonio.
Accade così che mentre i cervelloni di mezzo mondo si accaniscono per tro­vare la formula dell’amore perfetto, i lucidi giuristi di Sua maestà stiano cer­cando la formula del divorzio sosteni­bile. D’altra parte, recenti studi gover­nativi hanno svelato che il numero dei divorzi nel Regno Unito è aumentato dal 2009 a un tasso annuale del 4,9%. Se poi è vero quanto sostengono i socio­logi di tre diverse università america­ne - cioè che il divorzio è contagioso e che l’addio fra una coppia di amici au­menta del 75 per cento le possibilità che una coppia si lasci ( si chiama divor­ce clustering ) - allo­ra è meglio correre ai ripari. Anche per­ché divorziare co­sta caro, soprattut­to a Londra, dove ogni coniuge fini­sce per sostenere un costo di circa 40mila sterline tra consulenza legale, perizie e burocra­zia. Con qualcuno in grado di specula­re sulle disgrazie altrui. Succede infatti che siano nati proprio a Londra e din­torni i primi fondi di investimento per finanziare le separazioni. Con un ritor­no annuale dell’8 per cento circa per gli investitori che mettono sul piatto un minimo di 20mila sterline.
Ecco perché da tempo, pur profes­sando l’importanza della famiglia e del matrimonio, a Downing Street e dintorni stanno studiando un modo per accelerare la pratica più in voga del momento. Cercando di mettere a pun­to il divorzio fai-da-te, a portata di cli­ck, con accesso libero al divorce infor­mation hub , un network in grado di da­re tutte le dritte giuste sull’ammontare degli alimenti e la custodia dei figli. Ri­duzione dei tempi, risparmio di dena­ro pubblico e privato e minore stress per figli e coniugi sono gli obiettivi dei consulenti governativi. Forse per evita­re spiacevoli inconvenienti come quel­lo registrato l’anno scorso nel Lan­cashire, dove il devoto marito Andrew Castle ha modificato una poltrona di casa e l’ha trasformata in una sedia elet­tric­a legandola con un filo di metallo al­la corrente. La meritata vendetta dopo la richiesta di divorzio della sua cara Margaret.