Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  settembre 12 Mercoledì calendario

METANFETAMINE, LE FABBRICHE EMIGRANO

Non è solo una delle più battute vie della coca verso l’Europa. L’Africa è anche un prezioso fornitore per i narcos messi­cani di componenti per la fabbricazione di metanfeta­mine. E, negli ultimissimi tempi, uno dei principali cen­tri di produzione delocaliz­zata di questi ultimi. Già nel 2007, la Drug Enforcement Administration (Dea) aveva avvertito il Senato statuni­tense che nove organizzazio­ni di trafficanti messicani a­vevano messo radici in Mo­zambico, Repubblica demo­cratica del Congo, Ghana e Nigeria e avviato un lucroso import di agenti chimici per metanfetamine.
Approfittando delle ambi­guità – se non vere e proprie lacune – nella legislazione lo­cale in merito alle sostanze proibite, i criminali le acqui­stano indisturbati, per poi rinviarle nei laboratori clan­destini di Messico, Guatema­la, Honduras e Salvador, do­ve “rispettabili” scienziati – al soldo dei narcos – produco­no metanfetamine.
Il più attivo nel settore è il car­tello di Sinaloa, guidato dal super latitante Joaquín El Chapo Guzmán, il primo – a metà degli anni 2000 – a far partire su larga scala il “busi­ness” delle droghe sintetiche destinate al mercato Usa, do­ve si vendono a 100 dollari al grammo. L’intensificarsi del­la caccia ai laboratori segreti da parte delle autorità cen­troamericane – forti del so­stegno di Washington –, ora, ha spinto i narcos a “deloca­lizzare” la produzione in A­frica. Come dimostrano i corposi fascicoli della Dea sull’argo­mento. Thomas Harrigan, vi­cedirettore dell’Agenzia, ha rivelato che nel giugno 2011, è stato scoperto nell’area di Lagos, in Nigeria, un me­gaimpianto per la fabbrica­zione di droghe chimiche «del tutto simile a quelli di Messico e Centramerica».
Due mesi dopo, a Maputo, in Mozambico, la polizia locale – in collaborazione con quel­la Sudafricana – ha sgomina­to una rete di messicani spe­cializzati nella produzione su vasta scala di metanfetami­ne. Ora, l’interesse dei narcos si è esteso a Senegal e Sierra Leone. Mentre l’ombra della “guerra della droga” rischia di allungarsi sull’intera Africa.