Mattia Feltri, la Stampa 12/9/2012, 12 settembre 2012
IL RISTORATORE DI D’ALEMA “DA ME ANCHE LEGA E PDL”
Dopo Silvio Berlusconi avrebbe rimediato una discreta figura «anche Gianni del ristorante Cacio e Pepe che c’è sotto casa mia», ha detto l’altro sera Massimo D’Alema, uno che si intende di premierati - avendo ricoperto la carica un paio d’anni scarsi - e di vettovagliamento - poiché nella storia della Secondo Repubblica c’è senz’altro il suo risotto da Bruno Vespa. Molto contento, naturalmente, il Gianni in questione, celebrato spadellatore della cucina romana essenziale, sia per il piatto che dà il nome al locale sia per un polpettone molto più appetibile, per esempio, di quello costruito sulla legge elettorale. Un candidato in più, dunque, e neanche tanto per scherzo, visti quelli per davvero. E difatti su Twitter, ormai baricentro delle nostre vite, la discussione si è aperta; Luigi Coldagelli, autorità del settore dal momento che è assistente di Walter Veltroni e abita nel quartiere Prati a due passi dalla taverna, rilancia: la lista Cacio e Pepe per le politiche, ma alle amministrative sarà Gricia per Tutti; Andrea Vianello, conduttore di Agorà su RaiTre, appoggia la lista allo scopo di «fermare il declino dei maccheroni»; e Andrea Romano, direttore di Italia Futura, propone una scofanata di mezze maniche per assaggiare le virtù della Agenda Gianni, già soppesate quelle dell’Agenda Monti. Insomma, le solite goliardate in 140 battute. Non è così per Gianni, appagato dalla simpatica citazione (anche se il parallelo dalemiano non era di impeccabile eleganza), e però attento a rassicurare sulla natura bipartisan della sua ristorazione: ha ospitato «pure il leghista Roberto Cota, o il pidiellino Ignazio La Russa, che abita qui vicino». E non solo: Publio Fiori, Daniela Santanché e tanti altri. D’Alema, che abita proprio lì sopra - sicché il ristorante è sempre blindato - scende quasi come andasse in sala da pranzo. Questo perché il cacio e pepe lo sanno fare tutti, ma a farlo bene non ci riesce quasi nessuno. Tantomeno i premier, ex, attuali e futuri.