Lettera a me Prima Pagina 11/9/2012, 11 settembre 2012
Da: PAOLO FABIO MAZZI [mailto:valpluro@alice.it] Inviato: martedì 11 settembre 2012 9.35 A: Redazione Primapagina Oggetto: Alcoa & Sulcis Preg
Da: PAOLO FABIO MAZZI [mailto:valpluro@alice.it] Inviato: martedì 11 settembre 2012 9.35 A: Redazione Primapagina Oggetto: Alcoa & Sulcis Preg.mo dr. Dell’Arti, già alle elementari (ho quasi 70 anni) le maestre ci dicevano, con malcelata vergogna, che il nostro Paese non dispone di carbone. Allora, era un minerale quasi indispensabile. Aggiungevano anche che qualcosa si produce in Sardegna, nel Sulcis, ma che si tratta di carbone "giovane", un litantrace poco più pregiato della carbonella. L’era dell’alluminio era ancora acerba, ma già negli anni 20 l’eccesso di energia elettrica prodotto in Cadore dalle centrali delle dighe era stato incanalato a Portomarghera, dove, proprio la creazione del polo alluminio diede il via alla realizzazione della zona industriale. Marghera ha chiuso da anni. Energia troppo cara. Alcoa no, perchè inspiegabilmente finanziata dallo Stato. Lo Stato ha anche finanziato il Sulcis, che produce carbone scadente, che però costa enormemente di più di quello cinese e quasi il doppio della splendida antracite belga. Solo il duce riuscì ad utilizzare il carbone del Sulcis, nelle corriere a gasogeno. Troppo poco energetico. Un banale imprenditore privato, immaginario padrone delle due entità in crisi, vicinissime tra loro, non avrebbe dubbi: UTILIZZEREBBE IL SULCIS PER ALIMENTARE L’ALCOA. Si dice che una centrale elettrica abbia impatti devastanti. Non sempre è così. L’Enel e altri hanno lunghissima esperienza nella realizzazione di centrali "leggere", piazzate specialmente in medio ed estremo oriente. Con un semplice carbonodotto e un paio di centrali leggere si salverebbero due realtà, costosamente finanziate da anni, rendendole economicamente produttive. E’ da osservare che una Alcoa valida sarebbe molto utile alla nostra economia: l’alluminio è un metallo moderno. Allo stesso tempo, non solo il nostro privato imprenditore salverebbe una marea di posti di lavoro, ma ne creerebbe altri, per le centrali elettriche. Sono certo che i Sardi accetterebbero in qualche modo il nuovo impatto territoriale. Il tutto, oltre ad essere vantaggioso, costerebbe molto meno dell’aeroporto di Comiso. PAOLO FABIO MAZZI VALDOBBIADENE 0423 973116 349 8441291