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 2012  settembre 11 Martedì calendario

Gentile conduttore, (mi scuso, ma non ricordo il suo nome) rispondo alla sua domanda “cosa avrebbe potuto fare nell’immediato la professoressa?" Perché mi sembra corretta e mi sembra significativo che ce la dobbiamo porre, quando una serie di risposte possibili, dalle più “vecchia scuola” alle più moderne, sono chiaramente scritte nel ruolo e nelle responsabilità del docente

Gentile conduttore, (mi scuso, ma non ricordo il suo nome) rispondo alla sua domanda “cosa avrebbe potuto fare nell’immediato la professoressa?" Perché mi sembra corretta e mi sembra significativo che ce la dobbiamo porre, quando una serie di risposte possibili, dalle più “vecchia scuola” alle più moderne, sono chiaramente scritte nel ruolo e nelle responsabilità del docente. Credo sia doveroso rispondere rimanendo all’interno della logica che la professoressa stessa ha scelto: non utilizzare un approccio “pedagogicamente avanzato”, “politicamente corretto” “interdisciplinare”, di “coinvolgimento della classe e dei genitori” (che personalmente trovo più vicini alla mia sensibilità). La professoressa ha deciso di utilizzare la sua autorità (potere) di ruolo, per infliggere una punizione immediata all’allievo. Cosa avrebbe potuto fare di all’interno della sua logica? Fare semplicemente una bella cosa “all’antica”: scrivere una nota sul registro e chiedere all’allievo bullo di tornare a scuola il giorno dopo accompagnato da un genitore. Non avrebbe risposto ad un umiliazione con un tentativo di umiliazione corrispondente, non sarebbe uscita dal ruolo, avrebbe utilizzato correttamente una sanzione prevista, sarebbe stata inattaccabile e forse questo “stare nel ruolo” sarebbe anche stata una lezione un po’ antiquata ma corretta, in una situazione generale del nostro paese in cui lo “stare nel ruolo” e assumersi le responsabilità relative sembra sempre più difficile. Detto ciò, mi sembra folle che tre livelli di giudici siano stati impegnati in una questione del genere! Cordialmente Pippo Senise