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 2012  settembre 11 Martedì calendario

Il futuro dei campi è nelle «fattorie solari» – L’obiettivo oggi prioritario è rilanciare l’attività agricola in modi adeguatamente redditizi e nello stesso tempo sostenibili socialmente, promuovendo una serie di innovazioni nel mondo agricolo

Il futuro dei campi è nelle «fattorie solari» – L’obiettivo oggi prioritario è rilanciare l’attività agricola in modi adeguatamente redditizi e nello stesso tempo sostenibili socialmente, promuovendo una serie di innovazioni nel mondo agricolo. Una innovazione è certamente l’agroenergia che porta numerosi e ben noti benefici all’agricoltore, che qui non devo sottolineare. Per contro, l’agroenergia ha due limiti, vale a dire: a) non aumenta la produzione di cibo e di poco i posti di lavoro; b) spesso, anche se non sempre, consuma territori coltivabili per ottenere l’input necessario. Per fortuna, a completamento e a integrazione funzionale con le agroenergie, è oggi disponibile il modo agricolo della "fattoria solare" che può migliorare la situazione. Cosa è la fattoria solare? È l’integrazione funzionale di un impianto a biogas con una serra fotovoltaica che ne viene riscaldata/condizionata attraverso il calore, altrimenti sprecato, prodotto dalla sezione termoelettrica del biogas. La serra fotovoltaica aggiunge altra produzione di energia elettrica e soprattutto produzione agricola e relativi posti di lavoro. Per essere più esatti una fattoria solare può perseguire i seguenti vantaggi prestazionali, oltre alla produzione di energia elettrica: produttività agricola e posti di lavoro: l’area agricola della serra fotovoltaica dà origine a una produzione volumetricamente nettamente superiore a quella del corrispondente terreno aperto, con i relativi posti di lavoro; coltivazioni ad alta qualità e alto prezzo: la produzione in ambiente controllato permette tutto l’anno una agricoltura fortemente "naturale" (ridotti pesticidi) e di alto valore di mercato; integrazione termica: la serra fotovoltaica attraverso la cogenerazione opera con un costo termico basso o nullo; attività a chilometro "doppio zero": le produzioni sia di prodotti agricoli sia di energia sono "distribuite" con gli ovvi vantaggi; i nuovi modi del lavoro agricolo: l’attività dell’agricoltore potrà arricchirsi ed essere ampliata ad "attività connesse" permettendo così una vera "rivoluzione" nella figura dell’agricoltore (rivoluzione neoagricola); alta redditività del capitale-terra: l’agricoltore, apportando il suo capitale-terra, partecipa in maniera diretta alla alta redditività complessiva della fattoria solare. Per finire possiamo fare un esercizio, un po’ accademico, ma forse coerente con il futuro documento della Strategia energetica nazionale: valutiamo, con una stima semplificata, i benefici complessivi che un progetto di questo tipo potrebbe avere nel Mezzogiorno, assumendo un volume plausibile di 10mila Ha serra. Questi benefici sono: 60mila posti di lavoro stabili, dimezzamento dell’importazione di energia elettrica, investimenti agro-energetici privati di 20 miliardi di euro, ortofrutta di qualità per circa il 15% della produzione italiana, ricordando comunque che il peso dell’importazione di pannelli esteri oramai sta diventando minore. Silvio Rubbia