Beda Romano, Il Sole 24 Ore 8/9/2012, 8 settembre 2012
FRANCOFORTE POTRÀ CHIUDERE LE BANCHE
La Commissione sta finalizzando in questi giorni la sua attesa proposta di riforma della sorveglianza bancaria in Europa. La questione è delicata perché presuppone un trasferimento di sovranità dagli Stati alla Banca centrale europea. Pur previsto dai Trattati, questo passaggio è stato finora ostacolato dai Paesi. Ieri il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha raffreddato le attese che il piano possa entrare in vigore già il 1° gennaio 2013, come sperato dalla Commissione.
Il pacchetto legislativo - che richiede per essere approvato l’unanimità dei Paesi dell’Unione così come stabilito dall’articolo 127.6 dei Trattati e che dovrebbe essere il tassello principale di una nuova unione bancaria - sta ultimando l’iter preparatorio. Preparata dal commissario al mercato interno Michel Barnier, la proposta - ancora oggetto di discussione in vista della presentazione ufficiale il 12 settembre - dà alla Bce tra le altre cose il potere di concedere o di ritirare la licenza bancaria.
Il documento, che conferma molte delle informazioni già emerse, stabilisce che dopo un periodo transitorio e quindi dal 1° gennaio 2014 la Bce abbia poteri di vigilanza su tutte le 6mila banche della zona euro «indipendentemente dal loro modello di business e dalla loro taglia». La Commissione precisa che «la Bce sarà competente esclusivamente per tutti i compiti chiave di sorveglianza bancaria che sono indispensabili per individuare i rischi alla vita di una banca».
Tutti gli altri compiti di vigilanza bancaria, si legge nell’introduzione al progetto di regolamento, rimarranno nelle mani delle autorità nazionali. «Per l’esecuzione dei compiti, la Bce può chiedere l’assistenza delle autorità nazionali di sorveglianza, in particolare per la preparazione e l’adozione delle decisioni». In questo ambito, le autorità nazionali competenti dovranno seguire le istruzioni dell’istituto di Francoforte. Proprio il rapporto tra centro e periferia è un aspetto delicato.
In Germania le banche cooperative e pubbliche vorrebbero rimanere sotto l’egida delle autorità nazionali. Ieri Schäuble ha spiegato che difficilmente il piano potrà entrare in vigore il 1° gennaio 2013. Ha esortato Barnier a «non creare attese» di una ricapitalizzazione diretta delle banche da parte dell’Esm. Proprio la centralizzazione della vigilanza è una condizione posta dalla Germania per consentire questa operazione. Il Governo federale è più costruttivo di quanto non appaia dalle parole di ieri.
D’altro canto, a una prima lettura, il pacchetto legislativo offre margini per un compromesso. Il testo stabilisce che «la Bce eseguirà il suo compito nel contesto di un meccanismo di vigilanza unico che comprenderà la Bce e le autorità nazionali competenti». Per certi versi l’obiettivo è di replicare la collaborazione tra Francoforte e le banche centrali nazionali nella politica monetaria. Non basta. Il testo prevede la netta separazione nella Bce tra sorveglianza bancaria e politica monetaria.
A Bruxelles e in altre capitali europee c’è un cauto ottimismo sul successo di una iniziativa riservata ai 17, ma aperta agli altri Paesi dell’Unione. Il momento è talmente grave che anche l’establishment più nazionalista è probabilmente pronto a firmare una intesa. Parlando a una cena organizzata dal centro-studi Bruegel giovedì sera, il ministro delle Finanze francese Pierre Moscovici ha detto che la riforma dovrebbe essere completata entro il 2012 e la Bce «pienamente operativa» nel 2013.
La Commissione dovrà cercare un accordo non solo con la Germania, ma anche con la Gran Bretagna sugli aspetti regolamentari, poiché l’Autorità bancaria europea (Eba) continuerà a regolamentare il settore finanziario a 27. Londra, che continuerà a vigilare sulle proprie banche a livello nazionale, teme che la propria vigilanza venga influenzata dalle regole imposte dai Paesi della zona euro. Anche il Parlamento europeo poi vuole essere della partita, e intende partecipare attivamente alla discussione.