10 settembre 2012
APPUNTI PER GAZZETTA - LA PROTESTA DELL’ALCOA
CORRIERE.IT
ROMA - Alta tensione di fronte al ministero dello sviluppo Economico, dove si è tenuto per tutto il giorno il tavolo sull’Alcoa. Una discussione che ha portato alla decisione di spegnere in maniera più graduale le celle, allungando i tempi della fermata dell’impianto; e all’impegno a sollecitare le imprese che hanno manifestato interesse ad avviare in tempi rapidi le negoziazioni. Questi due dei punti emersi nel corso delle trattative.
I MANIFESTANTI - Mentre governo e parti sociali cercavano una difficile mediazione, i manifestanti, per strada - seicento circa - hanno fatto esplodere potenti petardi e bombe carta, lanciato dischetti di alluminio e mele con petardi accesi infilzati, mentre la polizia presidiava l’angolo tra Via Molise e Via Veneto, schierando furgoncini e automezzi. In serata, poi, una parte dei lavoratori è rientrata in Sardegna. Si tratta di una sessantina di operai che avevano prenotato un aereo perché domani mattina devono iniziare presto il loro turno di lavoro nello stabilimento di Portovesme. Tornano a casa, ma sperano che, anche grazie a chi rimane e continua la battaglia, il loro compito domani in stabilimento non sia quello di spegnere altre celle.
SPERANZA - Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera ha riportato un po’ di speranza sulla vicenda, dicendo di «non aver mai pensato che fosse un caso impossibile». Secondo quanto riferiscono fonti sindacali presenti al tavolo al ministero sul futuro dello stabilimento sardo di alluminio, Passera ha garantito che si impegnerà a «trovare una soluzione». «Faremo molta pressione sui due gruppi che hanno manifestato interesse (Glenocore e Klesch) ma lavoriamo in parallelo su tutto quello che può dare sviluppo al Sulcis», ha affermato il ministro, al tavolo delle trattative sul futuro dell’azienda, dopo aver incontrato il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci e della provincia sarda, Salvatore Cherchi. Ma le trattative sembrano ancora in alto mare: nonostante la manifestazione di interesse dell’azienda svizzera Klesch, Alcoa ha dichiarato di «non aver ricevuto ancora alcuna manifestazione di interesse "percorribile" per la cessione dello stabilimento sardo di produzione dell’alluminio a Portovesme», ma di essere stata contattata da diversi soggetti e di essere aperta a trattare per trovare una soluzione. Il tutto mentre si ragionava sul rallentamento della procedura di spegnimento dello stabilimento di Portovesme, che potrebbe slittare dal 7 al 15 ottobre prossimo. L’Enel sarebbe pronta ad ascoltare eventuali proposte sulla riduzione del costo dell’energia.
BILANCIO - Gli operai dell’alluminio, giunti dalla Sardegna per protestare contro la chiusura dello stabilimento, hanno manifestato tutto il giorno, con azioni a tratti anche goliardiche, a Roma, sotto al ministero dello Sviluppo economico. Scoppio di petardi, tentativi di sfondare i cordoni delle forze dell’ordine, falò di rifiuti e lanci di caschi. Il bilancio è di 20 feriti e contusi, 14 dei quali appartenenti alle forze dell’ordine. In particolare, 8 agenti, un dirigente, un ispettore, 3 carabinieri e un finanziere. Fra i manifestanti, uno ha sbattuto un ginocchio cadendo, un altro avrebbe accusato un malore.
«CI AVETE DELUSO» - Stefano Fassina, responsabile per l’economia e il lavoro del Pd, è stato spintonato. Alcuni operai si sono avvicinati gridando «bastardi ci avete deluso». Dopo le contestazioni, Fassina ha minimizzato l’episodio ai microfoni di Tgcom24: «È un momento difficile, quindi è comprensibile che si arrivi a momenti così concitati», ha detto. «Mi dicono che chi ha preso la guida di quell’offensiva non fa parte dell’azienda ed è stato segnalato alle forze dell’ordine. Il nostro rapporto coi lavoratori è antico, non enfatizzerei questo punto». Tanti messaggi di solidarietà a Fassina, ma anche tanti attacchi e insulti sul web. In attesa degli esiti dell’incontro i manifestanti che stazionano di fronte al ministero hanno intonato anche canti goliardici e improvvisato balli e trenini in piazza. Si susseguono gli slogan: qualcuno pesante all’indirizzo di Passera, altri contro il premier Mario Monti e parole esplicite all’indirizzo del ministro del Lavoro: «La Fornero al cimitero».
PRESIDIO - La manifestazione, guidata dalle delegazioni di Cgil, Cisl e Uil e con i gonfaloni di alcune amministrazioni comunali e provinciali, è arrivata davanti al ministero dello Sviluppo intorno alle 10.40 di lunedì. Tra i manifestanti anche i tre operai che sono stati asserragliati per giorni sul silos dell’Alcoa a 66 metri d’altezza nello stabilimento di Portovesme. Con loro, 23 sindaci dei maggiori centri del Sulcis-Iglesiente, fra cui Carbonia. Il ministro del Lavoro Elsa Fornero, da Torino, ha sottolineato: «Noi siamo vicini ai lavoratori dell’Alcoa e ci sentiamo di spiegare loro lo sforzo che il governo sta facendo per cercare di tenere in piedi quei posti di lavoro, ma devono essere sostenibili economicamente, cioè non possono essere tenuti in piedi così. Non ci preoccupa la manifestazione, ci preoccupa tutto il problema dell’Alcoa».
«SITUAZIONE DIFFICILE» - Per il leader della Cisl Raffaele Bonanni si tratta di una situazione difficile da risolvere: «Una situazione così difficile va risolta perchè non siamo disposti a desertificare un territorio già così povero». «Bisogna praticare prezzi più bassi - ha aggiunto - e rassicurare l’Europa con un progetto di energia pulita» ha concluso. Secondo il presidente di Sel, Nichi Vendola, invece «la vicenda Alcoa e il dramma che stanno vivendo da troppo tempo centinaia di lavoratori e le loro famiglie è la cartina di tornasole dell’incapacità che ha avuto la politica del centrodestra in questi anni, e anche l’attuale governo, nel porre in atto politiche concrete di sviluppo e per il lavoro».
IN SARDEGNA - Alcoa, che ha avviato dal primo settembre lo spegnimento dell’impianto, ha deciso la chiusura entro la fine dell’anno nell’ambito di un progetto di riorganizzazione degli impianti del gruppo. In questo caso sarebbero a rischio centinaia di posti di lavoro, che si andrebbero ad aggiungere ai circa 500 a rischio nella miniera Carbosulcis, che si trova sempre nella stessa area in Sardegna. Mentre a Roma si svolge la manifestazione, a Portovesme, davanti alla fabbrica, si sono radunati gli operai in un piccolo presidio.
CONTESTATO FASSINA - CORRIERE.IT
Era appena passato mezzogiorno quando Stefano Fassina ha deciso di scendere in piazza. Raggiungere gli operai dell’Alcoa in via Molise. Così arrivato davanti al ministero un gruppo di giornalisti si è avvicinato. Il responsabile economico del Pd stava rispondendo alle domande quando è arrivato un gruppo di operai. E loro non ci hanno più visto. «Ci avete venduti, traditi». E ancora: «Andate a lavorare». Poi spintoni. Grida, urla. Immediato l’intervento delle forze dell’ordine. Ed è stato scortato fuori dalle transenne.
IL POLITICO- Fassina si è detto scosso. «E’ stata dura», ha detto pochi minuti dopo l’aggressione. E ancora: «È un momento difficile, quindi è comprensibile che si arrivi a momenti così concitati. Ora mi dicono che chi ha preso la guida di quell’offensiva non fa parte dell’azienda ed è stato segnalato alle forze dell’ordine. Il nostro rapporto coi lavoratori è antico, non enfatizzerei questo punto», ha aggiunto ai microfoni di Tgcom24. Intanto incassa la solidarietà di politici e sindacati.
IL WEB - Ma non quella del web. O meglio tante le voci contro il politico. «Fassina, evitiamo le provocazioni! Uno del Pd tra gli operai! Come se Kappler si mettesse in testa di dialogare con quelli dello Yad Vashem...», ha scritto Marco su Facebook. «È ora di fare delle scelte: o ForneRo o gli operai. Piantatela di prendere per il c... La gente», ha commentato Silvia. Stesso tono anche su Twitter. «Fassina nemico pubblico numero uno», si legge in un post.
REPUBBLICA.IT
Corteo Alcoa, scontri vicino al ministero
lanci di bombe carta. Agenti e operai feriti
Le forze dell’ordine caricano intorno a via Molise. E la tensione sale alla manifestazione dei lavoratori sardi contro la chiusura dello stabilimento di Portovesme. Tafferugli durante il tragitto, i manifestanti hanno più volte tentato di deviare il percorso. Uno per evitare l’esplosione di una bomba carta è caduto a terra. Contusi in 14 fra poliziotti, finanzieri e carabinieri, e almeno sei manifestanti. Danneggiato un mezzo della Finanza. Tra i cori anche lo slogan: "La Fornero al cimitero". Poi la protesta in mutande
di VALERIA FORGNONE, VIOLA GIANNOLI e FRANCESCA ROMALDO
Corteo Alcoa, scontri vicino al ministero lanci di bombe carta. Agenti e operai feriti
Pomeriggio di tensione al corteo degli operai sardi contro la chiusura dello stabilimento Alcoa di Portovesme. Dalla Sardegna e Civitavecchia gli operai hanno portato la loro rabbia nelle strade della capitale. Alle 9 sono partiti da piazza della Repubblica per attraversare il cuore della città. Il centro è blindato e i ministeri sono sorvegliati speciali. Un migliaio di agenti presiede le varie sedi istituzionali. Hanno provato più volte a forzare il cordone degli agenti anche durante il tragitto. L’obiettivo delle forze dell’ordine era evitare disordini e momenti di tensione. Soprattutto dopo il falso allarme bomba all’impianto di Portovesme rinvenuto su un traliccio, "l’attenzione è alta", avevano spiegato gli investigatori romani. Gli operai dopo aver sfilato per via Vittorio Emanuele Orlando, largo Santa Susanna, via Bissolati, via San Nicola da Tolentino, Salita di San Nicola da Tolentino, via di San Basilio, sono arrivati in via Molise, davanti alla sede del Ministero dello Sviluppo economico, dove si tiene l’incontro sulla vertenza dell’Alcoa. Poi la protesta con cori e slogan contro il governo, lanci di oggetti, cariche della polizia e tafferugli durante
il vertice. Una ventina i feriti lievi, 14 tra le forze dell’ordine.
ore 20.20 Petardi e bombe carta
Sale la tensione di fronte al Ministero dello sviluppo Economico dove si tiene il tavolo sull’Alcoa: i manifestanti stanno infatti facendo esplodere potenti petardi e bombe carta.
ore 20.15 Lanci di "mele esplosive"
Continuano incessantemente le esplosioni di petardi e bombe carta davanti al ministero dello Sviluppo economico. I manifestanti accendono ’mele esplosive’, con petardi accesi infilati nel frutto, per poi farle rotolare ed esplodere.
ore 19.45 Si ragiona su ritardo spegnimento impianto
L’Alcoa e i sindacati starebbero ragionando, con la mediazione del governo, su un rallentamento della procedura di spegnimento dello stabilimento di Porto Vesme. E’ quanto si apprende da fonti sindacali presenti all’incontro che si sta tenendo a Roma al ministero dello Sviluppo Economico. La conclusione della procedura di spegnimento slitterebbe quindi dal 7 al 15 ottobre prossimo. I sindacati chiedono più tempo rispetto al calendario proposto dall’azienda.
ore 19.25 Bandiera sarda su cavi elettricità
Gli operai Alcoa rimasti in presidio sotto il Ministero dello Sviluppo economico hanno appeso una bandiera della Sardegna sui cavi dell’elettricità che collegano il palazzo del Mise al palazzo di fronte. I manifestanti stanno continuando a protestare con trombette, petardi e caschi battuti per terra.
ore 19.00 Una cinquantina di operai lasciano la piazza
Una cinquantina di lavoratori dell’Alcoa hanno lasciato la piazza diretti a Termini perché, hanno spiegato ad alcuni loro colleghi, in serata è in partenza l’aereo che li riporterà in Sardegna. Ma sono ancora almeno duecento gli operai che presidiano il ministero. Ad attenderli c’è una nave che salperà da Civitavecchia alle 23.30
ore 18.18 In corteo o seduti in fila indiana
Al grido di "Aprite le porte di Roma" gli operai Alcoa si sono spostati in corteo verso il cordone di forze dell’ordine in via di San Basilio, lato piazza Barberini. Poi di nuovo verso il Mise. Alcuni sono seduti in fila indiana mentre altri camminano avanti e indietro reggendo dei fumogeni e continuando a battere sul terreno i tacchi da lavoro.
ore 18.15 Lancio di mele
Alcuni operai Alcoa hanno lanciato alcune mele e diverse bottigliette d’acqua contro i muri del ministero dello Sviluppo economico. Rivolti poi a due dipendenti del Mise che hanno aperto la finestra della loro stanza, i lavoratori hanno gridato: "Andate a lavorare".
ore 18.10 Incendiate bottigliette di plastica
Gli operai, sempre, in presidio sotto il Mise in via Molise, stanno incendiando un’altra cassetta di plastica con dentro bottigliette vuote.
ore 17.53 Tutti a terra
Gli operai Alcoa, dopo essersi avvicinati pacificamente al cordone di forze dell’ordine in via Molise angolo via Veneto, sono ora in fila per terra sotto il ministero dello Sviluppo economico. I lavoratori hanno in mano alcuni fumogeni e battendo i caschi per terra continuano a cantare cori contro il governo.
ore 17.49 Riparte il confronto su Alcoa
Riparte il confronto tra governo, sindacati ed enti locali sull’Alcoa dopo l’incontro tra il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, e il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci.
ore 17.38 Riaperta via Veneto
E’ stata riaperta al traffico in entrambi i sensi di marcia via Veneto chiusa fino ad ora nella carreggiata in salita da piazza Barberini
ore 17.30 Divisa da lavoro in fiamme
I manifestanti hanno dato fuoco a un piccolo cumulo di bottiglie e cassette di plastica davanti all’ingresso del Mise. Alle fiamme anche una divisa da lavoro completa: caschetto, maglia e giubino.
ore 16.44 Cori contro il governo
Gli operai Alcoa non si fermano davanti all’ingresso del Mise ma arrivano correndo all’angolo tra via Molise e via Veneto, fino al cordone delle forze dell’ordine. Adesso sono nuovamente in presidio sotto il Ministero dello Sviluppo economico e intonano cori contro governo.
ore 16.30 Manifestanti in via di San Basilio
I manifestanti si sono nuovamente spostati in via di San Basilio, blindata, fronteggiando ancora con polizia, carabinieri e forze dell’ordine al grido di "la cassaintegrazione non la vogliamo fare"
ore 16.22 Razzi segnalateci contro hotel
Principio di incendio all’hotel Boscolo di via di San Basilio. Alcuni manifestanti Alcoa avrebbero lanciato dei razzi segnaletici bruciando accidentalmente dei gazebo da cui sarebbero partite delle fiammelle. Sul posto vigili del fuoco e polizia. Nessuno é rimasto ferito.
ore 15.50 Manifestante in mutande
Mentre i manifestanti si sono distesi a terra fingendosi morti, uno di loro si è spogliato rimanendo in mutande davanti all’ingresso del ministero.
ore 15.35 Slogan contro la Fornero
"Fornero al cimitero’’. E’ uno dei tanti slogan urlato dagli operai sardi dello stabilimento Alcoa e del Sulcis che stanno manifestando davanti al ministero dello Sviluppo economico. I lavoratori continuano a lanciare verso il ministero ed in strada petardi.
ore 15.31 Lavoratori in trenino sotto al Mise
I lavoratori Alcoa, dopo una breve pausa, riprendono a manifestare intonando cori contro il governo, scoppiando petardi e improvvisando un trenino sotto la sede del Mise.
15.05 Poliziotti, finanziari e carabinieri: 14 feriti
E’ di 14 contusi al momento il bilancio dei feriti tra le forze dell’ordine durante i disordini avvenuti nel corso della manifestazione degli operai Alcoa. Lo riferiscono fonti di polizia. Tra questi ci sarebbero 8 agenti, un dirigente, un ispettore, 3 carabinieri e un finanziere.
ore 14.52 Operai urlano: "Forza paris"
"Avanti, forza paris", letteralmente ’avanti tutti insieme’. Gli operai dell’Alcoa, ora in sit-in davanti al ministero dello Sviluppo, intonano il celebre grido di battaglia della Brigata Sassari, in attesa della conclusione del tavolo tra governo e sindacati, sul futuro dell’azienda.
ore 14.45 Sospesa riunione per pausa riflessione
Sospensione per il tavolo sull’Alcoa al ministero dello Sviluppo economico. I lavori sono stati stoppati per una pausa di riflessione di circa un’ora. Secondo quanto riferiscono fonti sindacali presenti all’incontro, il sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio, De Vincenti, ha ribadito la forte determinazione del governo a trovare una soluzione.
ore 14.35 Fim: "Azienda pronta a negoziato con Klesh"
Durante il tavolo sulla vertenza Alcoa al ministero dello Sviluppo economico, "la multinazionale statunitense dell’alluminio si sarebbe detta disponibile a iniziare una negoziazione con Klesch, finora l’unica società ad avere presentato una formale manifestazione di interesse". E’ quanto fa sapere il segretario nazionale della Fim, Marco Bentivogli, presente alla riunione. Alcoa sarebbe anche pronta a cominciare una trattativa con eventuali altre aziende formalmente interessate.
ore 14.26. Razzi segnaletici lanciati in aria
Ora alcuni lavoratori sono seduti davanti all’ingresso del ministero cantando slogan. Qualcuno lamenta il fatto che all’incontro è assente il ministro Passera, che però sta arrivando. "Noi stasera abbiamo la nave alle 23 ma non abbiamo intenzione di andarcene", ribadiscono gli operai che hanno lanciato in aria razzi segnaletici e continuano a battere i caschetti per terra.
ore 14.20 Quattro agenti feriti
Durante degli scontri quattro agenti sono rimasti feriti: due poliziotti, un finanziere e un carabiniere. I manifestanti ora si trovano davanti al ministero: tirano bombe carta e petardi, scandiscono slogan in attesa che finisca l’incontro.
ore 14.08 A breve anche Passera all’incontro
Il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, impegnato in un incontro bilaterale con il suo omologo francese, segue in diretta la vicenda Alcoa tramite il sottosegretario Claudio De Vincenti. Al termine dell’incontro bilaterale italo-francese, il ministro raggiungerà la riunione in corso nella sede del suo dicastero.
ore 14.07 I manifestanti: "Senza risposta non andremo via"
"Non andiamo via di qui senza una risposta seria da parte del governo - ha detto un lavoratore - Quello che è successo fino ad ora non è niente". Durante gli scontri i manifestanti, oltre a petardi e bottigliette, hanno lanciato anche i provini di alluminio.
ore 14.05 Operaio: "Volevamo forzare il blocco e ci hanno colpito"
"Volevamo forzare il blocco e uscire per le vie di Roma, visto che qui la situazione non cambia". Così un operaio Alcoa ricostruisce i disordini avvenuti con la polizia all’ingreso di via Molise. "Sono scivolato - prosegue l’operaio - ed ho preso delle manganellate anche da terra". Mentre un altro lavoratore spiega: "Sembriamo degli animali in gabbia vogliamo soltanto andare a piazza Barberini e non a palazzo Chigi".
ore 14 Ferito un manifestante e un agente
Durante gli scontri sotto il Mise, in via Molise, sono rimasti lievemente feriti un operaio e un poliziotto. L’agente si sta medicando con del ghiaccio sul polso destro, mentre l’operaio è adesso all’interno dell’ambulanza ferma su via Veneto
ore 13.55 Alcoa, fonti sindacali: "L’azienda va avanti con spegnimento dell’impianto"
"Alcoa va avanti nel suo programma di spegnimento dell’impianto di alluminio di Portovesme secondo quelli che erano gli accordi presi il 27 marzo scorso." E’ quanto ha spiegato al tavolo con il governo e i sindacati al ministero dello Sviluppo economico l’amministratore delegato di Alcoa Italia Giuseppe Toja secondo quanto riferiscono fonti sindacali presenti. Alcoa si dice "convinta a proseguire - riferiscono - secondo gli accordi presi" il 27 marzo scorso. Accordi siglati che, ha detto Toja, "sono non solo buoni ma validi alla luce di quanto accaduto da aprile ad oggi". Toja ha fatto sapere che si sta portando avanti il programma di fermata, "una fermata che avverrà nelle modalità tecniche, funzionali ad un successivo rifunzionamento". I sindacati hanno chiesto tempo all’azienda. Inoltre, secondo quanto riferiscono le stesse fonti sindacali, il sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti, ha riferito che alla Alcoa è arrivata una manifestazione di interesse formale da parte del gruppo Klesch.
ore 13.51 Gli operai gridano ’Vergogna’
Dopo il breve contatto tra operai e forze dell’ordine, i manifestanti sono stati nuovamente respinti sotto il ministero dello Sviluppo economico. Qui prosegue la rumorosa protesta con tamburi e caschi sbattuti in terra. I lavoratori Alcoa gridano "vergogna, vergogna".
ore 13.48 Ancora lanci di bombe carta e petardi
Continuano i lanci di bombe carta e petardi verso le forze dell’ordine da parte dei manifestanti dalla parte di piazza Barberini. Gli operai sono contenuti da blindati, polizia e carabinieri. Gli scontri sono iniziati quando un gruppo di manifestanti ha tentato di forzare le transenne. Sono stati respinti ed è iniziato il lancio di mini lamine di alluminio, bottiglie d’acqua e bombe carta. Poi sono partite le cariche.
ore 13.46 Bloccati accessi a piazza Barberini
Le camionette della Guardia di finanza bloccano l’accesso verso piazza Barberini, mentre altri due furgoni dei carabinieri bloccano l’accesso verso via Veneto
ore 13.45 I manifestanti si spostano in via di San Basilio
I lavoratori Alcoa si stanno spostando su via di San Basilio. Hanno, quindi, abbandonato l’ingresso del Mise di via Molise e sono ora fermi con tamburi, fischietti e caschi
ore 13.37 Scontri al ministero, un manifestante ferito
La cancellata del ministero è oggetto di un fitto lancio di bombe carta e una è esplosa all’interno. Tra gli operai, ci sarebbe almeno un ferito. Forze dell’ordine e manifestanti si fronteggiano e non cessa il lancio di bottiglie e di mini lamine di alluminio indirizzati contro poliziotti e carabinieri.
ore13.30 Lancio di bombe carta, la polizia carica
Lancio di bottiglie di plastica e bombe carta da parte degli operai Alcoa, contro il cordone della polizia che chiude l’ingresso a via Moliseo. Alcuni manifestanti hanno provato a forzare il blocco e sono stati respinti dalle forze dell’ordine. La polizia sta caricando i manifestanti che stanno arretrando ma restano nei pressi del ministero. La situazione è molto tesa.
ore 13.26 Scontri tra forze dell’ordine e manifestanti
Scontri tra forze dell’ordine e manifestanti vicino al ministero: fitto lancio di mini lamine di alluminio e bottiglie contro le forze dell’ordine da parte dei manifestanti. Le forze dell’ordine ha risposto manganellando alcuni partecipanti alla manifestazione poi sono iniziati gli scontri.
ore 13.17 Sciopero a Portovesme. Lavoratori in presidio
E’ sciopero nella fabbrica Alcoa di Portovesme (Sulcis) nella giornata della manifestazione degli operai a Roma, in occasione dell’incontro sul futuro dello stabilimento che si tiene al ministero dello Sviluppo economico. Da stamane è in corso davanti ai cancelli un presidio dei lavoratori delle imprese d’appalto le cui prospettive dipendono dalla sopravvivenza della fabbrica. Gli operai sono in attesa di notizie dalla capitale.
ore 13.04 Fassina: "Tensione sì, ma no violenza"
"Capisco perfettamente la tensione che gli operai dell’Alcoa stanno vivendo, ovviamente la violenza non è tollerabile. Ero davanti al ministero in supporto agli operai’’, ha spiegato Stefano Fassina, il responsabile per l’economia e il lavoro del Pd, preso di mira da un gruppo di operai Alcoa e costretto a spostarsi al di là dei blindati delle forze dell’ordine che presidiano la manifestazione. Subito dopo si è verificato qualche altro momento di tensione con un militante comunista che è stato cacciato via dai manifestanti. "E’ dura, mentre parlavo un gruppetto di lavoratori è stato piuttosto aggressivo, altri mi hanno scortato fuori dalle transenne - ha raccontato Fassina - Il Pd è l’unico partito che c’è e si prende responsabilità non sue ma di chi ha governato fino a 7-8 mesi fa. Noi sosteniamo i lavoratori, oggi si dovrebbe chiarire l’impegno del governo su due condizioni al centro della trattativa con Glencor: ridurre il costo dell’energia elettrica con interventi non temporanei ma strutturali e l’ammodernamento delle infrastrutture".
ore 13 Il tavolo del ministero dello Sviluppo economico su Alcoa
Al tavolo del ministero dello Sviluppo economico sulla vertenza Alcoa partecipano il governo, con il sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vincentis, e il viceministro al Lavoro Michel Martone, rappresentanti dell’Alcoa, la Regione Sardegna con il governatore Ugo Cappellacci, e rappresentati degli enti locali del Sulcis Iglesiente. E’ presente una folta delegazione sindacale, con circa 30 esponenti, rappresentanti di Cigl, Cisl e Uil, le loro categorie metalmeccaniche e locali
ore 12.36 Gli operai intonano il coro di battaglia della Brigata Sassari
Alcuni lavoratori intonano dai megafoni il coro di battaglia della Brigata Sassari. I manifestanti dell’Alcoa hanno accolto l’invito dei rappresentanti del servizio d’ordine alla calma e non affollano più l’entrata del ministero dello Sviluppo economico.
ore 12.34 Contestato Fassina (Pd)
Stefano Fassina, responsabile per l’economia e il lavoro del Pd, stava rilasciando un’intervista quando alcuni operai si sono avvicinati gridando ’’bastardi ci avete deluso" e poi lo hanno spintonato. Scortato dalle forze dell’ordine Fassina è stato costretto ad allontanarsi inseguito da un gruppetto di operai che gli urlavano contro. "Rivendicare diritti non vuol dire contestare qualcuno", ha detto Antonello Pirotto, rappresentante Rsu euroallumina, che ridimensiona la contestazione a Stefano Fassina definendola un fatto isolato. "Non siamo per uno o per l’altro. Chiunque risolva il problema del lavoro saranno i primi gli operai a dirgli bravo".
ore 12.29 Bus deviati in via Veneto
Sono state riaperte via Barberini, via del Tritone, largo di Santa Susanna e via Bissolati. Ancora chiusa via di San Basilio. Le linee bus sono deviate al momento in via Veneto Lo comunica Agenzia per la Mobilità.
ore 12.23 inziiati incontro governo-azienda Alcoa
E’ iniziato da pochi minuti l’incontro tra governo e azienda Alcoa. A partecipare al vertice anche delegati sindacali e sindaci Sulcis. I lavoratori, in attesa del termine dell’incontro, hanno smesso di presidiare il cancello e continuano a battere i caschi per terra seduti sui marciapiede.
ore 12.16. Anche i manifestanti formano servizio d’ordine
Davanti all’ingresso oltre alla polzia in tenuta anti-sommossa si è formato anche il servizio d’ordine dei manifestanti. Hanno preso posizione e hanno creato un cordone per evitare il contatto con le forze dell’ordine
ore 12.05 inizia l’incontro. Al megafono: "Stop ai petardi"
Davanti al ministero un manifestante ha preso il megafono urlando: "Sta iniziando l’incontro. Non lanciate più i petardi"
ore 12.01 Lanciato petardo dentro il cancello del ministero
Gli operai Alcoa fanno scoppiare un petardo dentro il cancello del ministero dello Sviluppo economico. Intanto i lavoratori continuano a gridare cori contro il governo e l’azienda.
ore 11.56 Delegazione Alcoa entra al ministero
I rappresentanti sindacali dei lavoratori dell’Alcoa e una delegazioni dei sindaci dei comuni dell’area sta entrando nel ministero dello Sviluppo economico per incontrare il ministro Corrado Passera.
ore 11.49. Pezzi di alluminio davanti al ministero
In segno di sfida, gli operai hanno messo a terra alcuni pezzi di alluminio davanti all’entrata del ministero. I tondini "sono dei campioni di alluminio - ha spiegato un operaio - che si utilizzano nella fonderia per realizzare poi la lega".
ore 11.40. Esplode bomba carta, manifestante ferito
Un manifestante è stato ferito per evitare una bomba carta. E’ caduto in terra ed è stato soccorso dagli agenti di polizia. Poi è stato trasportato in ospedale. L’incidente è avvenuto nei pressi del ministero dello Sviluppo economico dove continuano le esplosioni di bombe carta. Una di queste è stata lanciata oltre la cancellata del ministero ma non è scoppiata.
ore 11.37 Vendola: "Caso Alcoa è colpa della politica e del governo"
’’La vicenda Alcoa e il dramma che stanno vivendo da troppo tempo centinaia di lavoratori e le loro famiglie è la cartina di tornasole dell’incapacità che ha avuto la politica del centrodestra in questi anni, e anche l’attuale governo, nel porre in atto politiche concrete di sviluppo e per il lavoro’’, ha detto Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà, nell’esprimere il sostegno di Sel alla lotta dei lavoratori sardi.
ore 11.30 Tensione in via Molise
Ancora momenti di tensione al corteo. Gli operai Alcoa che stanno cerando di sfondare un cordone della polizia all’altezza del ministero dello Sviluppo economico. Gli agenti hanno cercato di contenere l’avanzata dei manifestanti che spingevano in massa contro il cordone.
ore 11.23 Ancora tensione sotto il ministero. Chiusi ingressi di via Molise
Tamburi, trombette ed elmetti battutti a terra. La protesta degli operai Alcoa non accenna a placarsi. Una bomba carta è esplosa davanti al ministero e aumentano le misure di sicurezza intorno a via Molise con la chiusura di tutti gli accessi alla strada.
ore 11.20. Attaccati striscioni sul muro del ministero
Sul muro del ministero, gli operai hanno attaccato alcuni striscioni: "Facciamo cadere il governo Monti, sciopero generale. In lotta con Alcoa per il lavoro, per il Sulcis e per la Sardegna"
ore 11.11 Bombe carta davanti al ministero
Alcuni lavoratori Alcoa hanno fatto scoppiare una bomba carta sotto il ministero dello Sviluppo economico in via Molise. Le forze dell’ordine in tenuta antisommossa bloccano il cancello del Mise e l’angolo con via Veneto
ore 11.07 Danneggiato blindato della Finanza
Un blindato della Guardia di finanza è stato danneggiato in piazza Barberini. Quando i manifestanti hanno tentato di sfondare il cordone delle forze dell’ordine ci sono stati lanci sassi e carta contro agenti e mezzo.
ore 11.05 Tensione al corteo. "Abbiamo avuto paura"
Lanci di petardi e fumogeni, poi i manifestanti sono riusciti a giungere davanti al ministero dello Sviluppo economico dopo avere sfondato il corteo di sicurezza delle forze dell’ordine."Abbiamo vissuto momenti di paura" dice Massimo Cara della Fim Cisl, "ci sono stati scontri con la polizia ma nulla di preoccupante per fortuna".
ore 10.57 Ministero blindato, chiusa parte di via Veneto
L’area intonro al ministero dello Sviluppo economico è blindata, con un imponente spiegamento di forze dell’ordine: chiusa anche parte di Via Veneto con disagi alla circolazione in tutta la zona.
ore 10.49 Il corteo arriva davanti al ministero dello Sviluppo economico
La testa del corteo è arrivata di fronte al ministro dello Sviluppo economico in via Molise, dove gli operai sardi saranno in presidio in contemporanea con il tavolo che si terrà al dicastero tra governo, sindacati, rappresentanze della multinazionale statunitense, Regione. L’incontro inizierà verso le 12. Il resto del corteo sta ancora sfilando per le strade del centro di Roma in maniera pacifica dopo i momenti di tensione.
ore 10.41 Sale la tensione
Sale la tensione al corteo dei lavoratori Alcoa. Più volte hanno tentato di deviare il percorso. Sono esplosi petardi e bombe carta verso la polizia e i blindati. Su via di San Basilio, gli operai hanno provato a cambiare ancora il tragitto per sfondare il cordone degli agenti all’altezza del ministero dello Sviluppo economico. Le forze dell’ordine hanno cercato di contenere l’avanzata dei manifestanti che spingevano in massa.
ore 10.36. Gli operai sbattono i caschetti a terra
Dopo la corsa in via Bissolati e il tentativo di deviare il percorso, i manifestanti hanno dato vita a una manifestazione molto rumorosa con tamburi, caschi sbattuti a terra o contro le serrande dei negozi chiusi.
ore 10.34. I manifestanti provano a deviare il corteo
Il corteo degli operai Alcoa sta percorrendo via Leonida Bissolati, dopo aver tentato di deviare il percorso su largo di Santa Susanna. A circondare la testa del corteo un cordone di lavoratori con il gilet con su scritto: "Servizio d’ordine ex Alcoa", mentre a scortare i manifestanti due furgoni della polizia e forze dell’ordine in tenuta antisomossa.
ore 10.25. Bonanni in piazza: "Serve una soluzione"
Subito una soluzione per l’Alcoa, che si incentri su un piano per l’energia a basso costo: ad invocarlo dalla piazza è il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. ’’Dobbiamo dare loro una prospettiva, allestendo, progettando e investendo su un piano per l’energia a basso costo. Questa è l’unica soluzione, lo dovrebbero sapere’’, ha detto sostenendo che ’’il governo deve fare il suo dovere, deve prendere in carico la situazione perché non si può lasciare questa zona a se stessa: senza l’attività produttiva, c’è solo il deserto industriale e anche umano’’.
ore 10.23 La corsa su via Leonida Bissolati
I manifestanti, subito poco dopo l’inizio del corteo, hanno cominciato a correre lungo via Leonida Bissolati, in pieno centro a Roma, per fermarsi davanti alle forze dell’ordine che bloccano via di San Nicola da Tolentino.
ore 10.18. Corteo scortato dalle forze dell’ordine
Il corteo si è fermato a largo di Santa Susanna. E’ scortato dalle forze dell’ordine in tentuta anti-sommossa per evitare che i manifestanti escano dal percorso concordato con la Questura di Roma.
ore 10.02 Il corteo Alcoa è partito
Partito da piazza della Repubblica il corteo dei lavoratori Alcoa al grido di: "Mamma mamma mamma sai perché siam venuti qua? La cassa integrazione non la vogliamo far!". Trombette, petardi, fischietti e fumogeni, gli operai hanno imboccato via Vittorio Emanuele. A sventolare le bandiere della Sardegna, di Fiom Cgil, Cisl, Uilm, oltre a cartelli con su scritto: "Lavoro-sviluppo-occupazione=pace sociale" e "Alcoa=U.S.A. e getta". Durante il corteo alcuni passanti stanno dimostrando il proprio sostegno con applausi e sorrisi.
ore 10. Tra i lavoratori anche Raffaele Bonanni
Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, è arrivato alla manifestazione dell’Alcoa in piazza della Repubblica.
ore 9.58. In piazza il segretario del Pdci Oliviero Diliberto
In piazza con loro anche il segretario del Pdci Oliviero Diliberto secondo il quale ’’l’unico modo di salvare azienda è l’intervento dello Stato, peraltro non particolarmente oneroso. Sono qui - ha aggiunto - per esprimere la mia solidarietà ai lavoratori, come dirigente di partito, come cittadino italiano e come sardo. Dagli interventi che si metteranno in atto valuteremo la politica del governo Monti’’.
ore 9.55. Lo striscione "Sindaci in marcia per il lavoro"
I lavoratori Alcoa stanno riempiendo la piazza e formando il serpentone. Davanti lo striscione "Sindaci in marcia per il lavoro" portato dai primi cittadini del Sulcis. Sono arrivati anche i sette bus da Civitavecchia per protestare contro la chiusura dello stabilimento di Portovesme.
ore 9.53 Chiusa piazza della Repubblica, bus deviati
Agenzia per la mobilità informa che sono scattate le prime deviazioni delle linee bus per la chiusura di piazza della Repubblica dove si stanno concentrando i lavoratori dell’Alcoa.
Ore 9.45. Lancio di petardi e traffico bloccato
I primi lavoratori Alcoa arrivati nella capitale hanno iniziato a lanciare petardi e fumogeni. Poi si sono fermati al centro della strada bloccando il traffico in piazza della Repubblica
Ore 9.22. I primi lavoratori in piazza della Repubblica
Hanno cominciato a popolare piazza della Repubblica a Roma i primi operai dello stabilimento Alcoa, arrivati dalla Sardegna. Finora ci sono una cinquantina di manifestanti, che aspettano l’arrivo di altri lavoratori provenienti da Civitavecchia in pullman. Il corteo raggiungerà via Molise, dove si trova il ministro dello Sviluppo economico. Qui alle 12 una delegazione chiede di essere ricevuta dal ministro Corrado Passera.
(10 settembre 2012)
REPUBBLICA.IT - INTERVISTA A FASSINA
"Buffone". Stefano Fassina si ritrova quell’urlo sulla faccia all’improvviso, un uomo glielo lancia a pochissimi centimetri dal volto amplificandone l’effetto con le mani, chiuse a conchiglia ai lati della bocca. Intanto viene strattonato. E non se l’aspetta, il responsabile economico del Partito democratico. Infatti indietreggia stupito, mentre le telecamere ballano nell’onda confusa e rabbiosa della folla. "Buffone, buffone", una, due, tante volte. La contestazione dura solo una manciata di secondi ma finché Fassina non se ne va. Così fa male. Per questo, quando risponde al telefono a pochi passi da via Molise, l’esponente democratico racconta lentamente quel che è accaduto. Come per mettere a fuoco ogni istante e al tempo stesso rimanere ancorato a terra, misurato. "Ero davanti al ministero dello Sviluppo economico per parlare con i lavoratori dell’Alcoa e per seguire la vertenza. Mi dispiace per quel che è accaduto però raddoppia la determinazione del Pd a spiegare scelte difficili".
Ma come va?
"Bene, bene. C’è stato un momento di tensione. Però sono l’unico, o uno dei pochi, che segue questa vicenda e viene in mezzo ai lavoratori. Tra l’altro mi dicono che chi ha provocato non era un dipendente dell’Alcoa, loro stessi lo hanno allontanato. Questa è una vertenza che va risolta, noi siamo il partito del lavoro, continueremo a stare al fianco degli operai anche se è difficile, perché i problemi sono drammatici e le soluzioni
ancora non si trovano".
Chi l’ha spintonata ha detto "ci avete delusi". E’ una questione con la quale fate davvero i conti, nel Pd?
"Ci facciamo i conti e per questo insistiamo per mettere al centro dell’agenda politica l’economia reale, i lavoratori e le imprese. Se si continua a guardare solo alla finanza pubblica pensando che così si possano risolvere i problemi, continueremo ad avvitarci in una spirale recessiva dove si risucchiano posti di lavoro, facciamo chiudere le imprese e il debito pubblico aumenta. Esattamente per queste ragioni insistiamo nel chiedere una svolta che rianimi l’economia reale. Altrimenti sarà sempre più difficile".
Però i problemi del Sulcis-Iglesiente sono antichi, la crisi dell’Alcoa non è legata solo ad una congiuntura sfavorevole.
"Non c’è dubbio. Il punto è che è un indicatore di un malessere sempre più diffuso che va affrontato. Noi stiamo seguendo molto da vicino l’azione del governo. Speriamo in una iniziativa concreta".
La contestazione di oggi l’ha sorpresa?
"Mah... raddoppia la nostra determinazione a trovare una soluzione per il lavoro. All’Alcoa e in generale in tutta Italia".
Le era già capitato qualcosa di simile in passato?
"C’erano già stati dei momenti di tensione. Il punto è che il Pd è un partito che va in mezzo ai lavoratori a spiegare anche scelte difficili anche quando la situazione è di tensione. Mi dispiace, certo, però era solo un gruppetto, non parlerei in maniera generale di lavoratori dell’Alcoa. Sono stato davanti ai cancelli di Portovesme giovedì scorso, abbiamo discusso anche animatamente ma non c’è stato alcun problema. E’ improprio generalizzare. Noi del Pd vogliamo risolvere i problemi".
VILNYS DI PORTO TORRES - REPUBBLICA.IT
SASSARI - Ancora proteste in Sardegna. Dopo l’Alcoa 1 e il Sulcis, è la volta degli operai della Vinyls: due di loro sono saliti stamattina su una torcia spenta a circa 100 metri di altezza nel polo petrolchimico di Porto Torres. L’ennesima azione eclatante (gli operai avevano dato vita per un anno all’Asinara anche all’Isola dei Cassintegrati) arriva proprio nel giorno dell’iniziativa dei commissari che avrebbero dovuto presentare al Tribunale di Venezia l’offerta di una azienda chimica brasiliana che ha manifestato interesse per gli impianti e potrebbe rilanciare il polo, evitando la chiusura e restituendo il lavoro agli operai. "Non si sono sostanziali novità e non sono previsti depositi di atti in tribunale" hanno fatto sapere però i commissari incaricati della cessione dei rami dell’azienda chimica. Per Vinyls a Porto Torres sarebbe confermato un interessamento da parte di una società brasiliana - ma tutto è tenuto sotto stretto riserbo.
Per la lunga vertenza della Vinyls di Porto Torres vi sarà un incontro a Roma nei prossimi giorni. Dalla capitale si attende di sapere quale sarà il destino dei lavoratori sardi legato all’offerta di acquisto della società brasiliana per il riavvio degli impianti Vcm e Pvc. Lavoratori e sindacati, anche dopo l’ultima assemblea, hanno scelto la linea della cautela, come si legge su La Nuova Sardegna 2.
Dopo le beffe a raffica che hanno visto il fallimento delle precedenti trattative di acquisizione, come quella allestita dal fondo svizzero Gita o da Ramco, prima di esprimere una valutazione si attende di vedere le carte. "Vediamo se si tratta di una operazione seria o se siamo di fronte all’ennesimo mistero di Vinyls, stavolta in salsa brasiliana. A quel punto - hanno detto - prenderemo le nostre decisioni: siamo pronti a tutto perché c’è in ballo la nostra vita, il futuro delle nostre famiglie", si legge ancora sul quotidiano sardo.
L’azienda sudamericana, di cui sinora si sa poco, ha formalizzato nei giorni scorsi la proposta per Vinyls facendosi accreditare dall’ambasciata del Brasile in Italia che ha trasmesso referenze positive. L’offerta, arrivata nelle mani dei commissari straordinari, farebbe riferimento in modo specifico all’interesse per la produzione di Pvc. Oggi i commissari dovrebbero depositare la documentazione al Tribunale di Venezia e successivamente al ministero dello Sviluppo economico che dovrà valutare la portata dell’operazione.
"È una situazione drammatica e non più sostenibile: i lavoratori del polo petrolchimico di Porto Torres, che da anni sono sospesi in una situazione di incertezza estenuante, da giugno non percepiscono più neanche la cassa integrazione", dichiara il segretario provinciale dell’Ugl Chimici di Sassari, Simone Testoni. "È necessario - prosegue il sindacalista - che tutte le istituzioni facciano la loro parte. Fondamentale avere al più presto certezze sulla questione della proroga degli ammortizzatori sociali, così come deve essere fatta chiarezza sullo stato della trattativa in corso con l’azienda chimica brasiliana".
(10 settembre 2012)