Isidoro Trovato, CorrierEconomia 10/09/2012, 10 settembre 2012
SPORT & AFFARI, SUL GREEN FIORISCONO 350 MILIONI DI EURO - Altro che calcio. Lo sport più praticato al mondo risulta essere il golf, una disciplina che intreccia in modo quasi inestricabile agonismo e business
SPORT & AFFARI, SUL GREEN FIORISCONO 350 MILIONI DI EURO - Altro che calcio. Lo sport più praticato al mondo risulta essere il golf, una disciplina che intreccia in modo quasi inestricabile agonismo e business. Sì perché non esiste al mondo altro sport che per almeno cinque ore (tempo medio di durata di una partita) dia l’opportunità di socializzare a giocatori di solito non poveri (anche se ultimamente è sempre più smentita la correlazione tra ricchezza e golf). Insomma fare business mentre si gioca è sicuramente frequente ma realizzare utili facendo giocare la gente a golf sta diventando ancora più diffuso. I numeri ufficiali stimano un giro d’affari mondiale di qualche centinaio di miliardi di euro. Solo negli Usa si parla di cifre che si aggirano intorno a 15 miliardi di dollari. Trend europei In Italia, naturalmente i numeri sono diversi (tanto dei praticanti quanto del business): si tratta di un giro d’affari di 350 milioni di euro che cresce da anni seppur con qualche frenata. Aumenta il numero dei circoli sparsi tutto il territorio (dai 223 del 2001 ai 265 di oggi), aumenta il numero dei praticanti (ben oltre quota 100 mila) con un’impennata della presenza giovanile (+145% per gli under 18) e femminile (+167% le donne). Tutti segnali concreti di una crescita costante, ma con margini davvero ampi di miglioramento. Senza raffrontarsi con gli inarrivabili Stati Uniti, la misura di quanto il movimento golfistico italiano debba ancora crescere lo offre il confronto con nazioni come Spagna e Portogallo. Nella penisola iberica l’industria del golf attualmente vale circa 3 miliardi di euro. Però non bisogna sottovalutare la crisi economica. In un recente rapporto di Kpmg si evidenzia qualche crepa: negli ultimi 25 anni in Europa il golf ha più che raddoppiato i suoi praticanti, probabilmente anche grazie alle migliori condizioni economiche, nel 2011 invece hanno segnato qualche segno meno mercati importanti come Svezia (-4,1%) e Spagna (-2,9%), stesso segno negativo anche per due mercati «totem» in Europa: Inghilterra e Irlanda fanno segnare un -3,1% confermando un trend in calo dal 2008. Il turismo Al di là di ogni inevitabile flessione legata all’andamento dell’economia europea, resta il turismo la miniera del golf. Indubbiamente quel patrimonio di 1,8 milioni di appassionati stranieri che sbarcano ogni anno in Italia con la loro sacca di ferri e bastoni, andrebbe curato e incrementato. È proprio in tema di business legato al turismo che il nostro movimento paga dazio rispetto a Spagna, Portogallo o Germania. Per capire quanto sia ancora pesante il gap italiano, basta vedere quanto incide il Meridione sulle 385 strutture in attività: in tutto solo il 12,5% dei campi si trova a Sud. È evidente, invece, che proprio le regioni meridionali potrebbero rappresentare (per risorse climatiche, culturali e naturalistiche) la migliore risorsa al decollo del movimento. Qualcosa si muove: forse il progetto più ambizioso è quello di Confindustria del Nord Sardegna che ha promosso la costruzione del «Consorzio golf Sardegna». E poi c’è la nascita del «Golf disctrict» di Roma (che raggruppa i 14 campi della città). Una regione come la Puglia, per esempio, si segnala per la crescita di investimenti: è il caso della Masseria San Domenico che in provincia di Brindisi ha creato un piccolo gioiello grazie all’impegno della famiglia Melpignano oppure il Doubletree della catena Hilton che a Lecce ha creato un campo da 18 buche di grande pregio. Ma la regione che forse più di ogni altra negli ultimi anni sta investendo sul golf è la Sicilia che attualmente vanta il Donnafugata Golf resort (nella provincia di Ragusa), l’Etna golf resort di Castiglione di Sicilia (in provincia di Catania) e l’imponente Verdura golf resort di Sciacca. Una struttura, quest’ultima che ha alle spalle un gigante del turismo come il gruppo Rocco Forte che, non a caso, ha ospitato quest’anno il prestigioso «Sicilian Open 2012» che è tappa dell’European tour. Grandi modelli a cui dovrebbero seguire grandi numeri. Isidoro Trovato