Lettere a Sergio Romano, Corriere della Sera 10/09/2012, 10 settembre 2012
COME LA PROPAGANDA NAZISTA USÒ KRÜGER, EROE DEI BOERI
Lei ricorda se i nazisti abbiano cercato di attrarre alla loro causa nel 1939/40 il governo del Sudafrica? Ero un ragazzino all’epoca, ma ricordo di avere visto al cinema un film chiaramente pro boeri e antinglese: «Ohm Krüger, eroe dei boeri». In questa pellicola si mostravano le supposte atroci repressioni britanniche e si esaltava la lotta dei boeri per mantenersi liberi. Mi sembra anche di ricordare che il generale Smuts — presidente o premier del Sudafrica — fosse piuttosto reticente riguardo alla diretta partecipazione del suo Paese alla guerra con l’Asse. Può chiarire i miei dubbi?
Tomaso Valentini
Buenos Aires (Argentina)
Caro Valentini, per la Germania di Hitler i fiamminghi e gli scandinavi appartenevano alla grande famiglia germanica e meritavano un occhio di riguardo. Ma non credo che la diplomazia del Terzo Reich avesse un progetto organico per attirare gli afrikaner della vecchia Colonia del Capo (i coloni di origine olandese) nell’orbita dello Stato nazista. Il film che lei ricorda di avere visto quando era ragazzino (lo vidi anch’io) fu voluto nel 1941 da Joseph Göbbels in un momento in cui Hitler aveva rinunciato ad accordarsi con la Gran Bretagna per la spartizione del mondo e l’Inghilterra era ormai la «perfida Albione», il grande nemico contro il quale occorreva suscitare l’odio della società tedesca.
Per impersonare Paul Krüger, il coraggioso e tenace presidente della Repubblica Sud-Africana del Transvaal durante la Seconda guerra boera contro il Regno Unito (1899-1902), fu scelto Emil Jannings. Era l’attore tedesco di origine austriaca che aveva dato il suo volto all’indimenticabile personaggio di Immanuel Rath, il vecchio professore pazzamente invaghito di Marlene Dietrich, nell’«Angelo azzurro», il film di Josef von Sternberg. In «Ohms Krüger» (zio Krüger, con una grafia più germanica di quella usata nel mondo anglosassone), l’eroe, ricoverato alla fine dei suoi giorni in una clinica di Ginevra, racconta la sua vita a un’infermiera: una grande saga del popolo boero impegnato in una guerra che mise a dura prova l’Impero britannico e suscitò molte simpatie per gli abitanti olandesi del Sud Africa persino nel mondo di lingua inglese. Vi appaiono alcuni protagonisti della vita pubblica britannica fra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento: Cecil Rhodes, il creatore della Rhodesia, Joseph Chamberlain, Lord Kitchener, comandante supremo delle forze britanniche, il giovane Winston Churchill, la regina Vittoria, tutti rappresentati con tratti polemici e caricaturali. Il film, un colosso della produzione cinematografica tedesca, ebbe grande successo e fu proiettato durante la guerra in tutti i Paesi alleati della Germania o occupati dalla Wehrmacht.
Jan Smuts nacque in una famiglia di agricoltori afrikaner e combatté contro gli inglesi nella Seconda guerra boera, ma fu più tardi un convinto amico della Gran Bretagna e divenne, durante la Seconda guerra mondiale, maresciallo delle forze armate britanniche. Fu anche, nel suo Paese, più volte ministro e presidente del Consiglio, negoziatore di accordi internazionali, professore universitario e, dopo la guerra, cancelliere dell’università di Cambridge. È vero che nel 1934 fu favorevole a una politica di riavvicinamento tra la Gran Bretagna e la Germania. Ma negli anni della guerra il vecchio afrikaner fu accanto a Churchill contro Hitler con la stessa tenacia con cui aveva combattuto gli inglesi alla fine del secolo precedente.
Sergio Romano