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 2012  settembre 10 Lunedì calendario

MILANO E I SUOI SCALI, QUATTORDICI ANNI DOPO IL NODO RESTA IRRISOLTO —

Sono passati 14 anni dall’inaugurazione di Malpensa. Era l’ottobre 1998. Sembra ieri. Nulla è cambiato, il problema dei problemi è sempre lì. Sempre irrisolto. Parliamo della concorrenza Linate-Malpensa.
Già allora si auspicava il ridimensionamento drastico di Linate a navetta Milano-Roma. Il tutto per evitare che il più comodo Forlanini cannibalizzasse le ambizioni di Malpensa. Lo scalo varesino — due miliardi di investimenti — era nato per portare i passeggeri del Nord Ovest in tutti i continenti senza bisogno di fare tappe in giro per il mondo. Il rischio era che, invece, i milanesi continuassero a partire da Linate per scendere a Francoforte, Parigi e Londra prima di fare il salto verso New York, Tokio, San Paolo.
Come è andata a finire è sotto gli occhi di tutti. Dopo quattro decreti ad hoc e numerosi ricorsi in sede europea da parte delle compagnie straniere che non volevano essere estromesse da Linate, al Forlanini è stato imposto il limite di 18 movimenti per ora. Oltre i tecnicismi: i collegamenti con i maggiori hub europei ci sono ancora tutti. Con buona pace di Malpensa, che non arriva a 20 milioni di passeggeri mentre potrebbe ospitarne almeno il doppio.
Certo, di mezzo c’è anche stato l’addio di Alitalia a Malpensa: la compagnia di bandiera nel 2008 ha drasticamente tagliato i collegamenti intercontinentali sullo scalo varesino. Dopo il divorzio, nel 2009 l’aeroporto nella brughiera ha accarezzato l’idea di seconde nozze con Lufthansa. I tedeschi ci hanno creduto, al punto di creare una compagnia italiana a tutti gli effetti, Lufthansa Italia. Ma poi il progetto è finito in nulla. «Tra le ragioni che ci hanno convinto a fare un passo indietro c’era anche la concorrenza di Linate», dice oggi il portavoce della compagnia tedesca, Klaus Gorni. Con una postilla: «Per aiutare Malpensa servirebbe anche una politica di equidistanza rispetto ai vari operatori del mercato».
Un paio di cose, a dire il vero, sono cambiate rispetto al 1998. I collegamenti via autostrada e ferrovia adesso ci sono. Malpensa dista da Milano 35 minuti in treno e 90 euro in taxi. Poi c’è un’altra novità. Il comune di Milano, maggiore azionista di Sea, la società che controlla sia Linate che Malpensa, sembra favorevole (nonostante qualche voce fuori dal coro all’interno dell’amministrazione) all’idea di ridimensionare Linate a vantaggio di Malpensa. Nei primi anni 2000, invece, l’allora sindaco di centrodestra, Gabriele Albertini, fece fuoco e fiamme per difendere il Forlanini dal ridimensionamento. E non fu da meno Letizia Moratti. Quando Alitalia, nel 2008, disse che avrebbe mantenuto i voli intercontinentali su Malpensa soltanto se Linate fosse stata declassata a navetta Milano-Roma, la prima cittadina disse: «Non accettiamo lezioni da nessuno».
Nel 2012 sono passati da Linate 9,1 milioni di passeggeri. Di questi, quelli diretti a Roma sono circa un milione e mezzo. In diminuzione negli ultimi anni (erano 2,4 milioni nel 2008) per colpa della concorrenza del treno. Morale: si tratterebbe di convincere 7,4 milioni viaggiatori a trasferirsi da Linate a Malpensa. Ridurre l’aeroporto a navetta Milano-Roma, secondo stime recenti, significherebbe sacrificare 2.000 posti di lavoro. Ma Sea è convinta che il giro d’affari complessivo dei due scali non potrebbe che aumentare, insieme con l’occupazione.
Intanto le compagnie straniere non perdono tempo e salgono sulle barricate: «Linate sarà trasformato in navetta Milano-Roma? Ricorreremo di nuovo in Europa», annuncia il portavoce Osvaldo Gammino. Così Milano resta schiava del solito copione.
Rita Querzé