A.F., Corriere della Sera 10/09/2012, 10 settembre 2012
L’ALBO DEI VOTANTI (A PAGAMENTO) DIVENTA UN REBUS —
Il nodo più difficile da sciogliere resta soprattutto uno: fare o non fare l’Albo degli elettori del Pd. La proposta, avanzata da più parti come un modo per garantire la correttezza delle primarie, in realtà sta creando problemi alla dirigenza democratica. Perché non è poi così semplice riuscire a far registrare prima delle primarie (previste per il 25 novembre e eventualmente, in caso di ballottaggio, per il 2 dicembre) tutti gli elettori che vorranno esprimersi. L’Albo stile Usa, poi, prevederebbe anche il pagamento di una fee, una tassa di iscrizione... Nel Pd pensano che sia un meccanismo ancora troppo macchinoso da mettere in campo, visti anche i tempi stretti. E così prende sempre più corpo l’idea della tessera elettorale da acquisire all’atto del voto, registrandosi con il nome e cognome poco prima di esprimere la propria preferenza. Una soluzione che riuscirebbe a produrre anche una mailing list degli elettori del centrosinistra. E a evitare le «truppe cammellate». Per questo poi qualcuno avrebbe addirittura ventilato l’ipotesi di impedire a chi non si è espresso al primo turno di partecipare al ballottaggio. Cosa difficile da realizzare, ma sintomo dell’ansia che al ballottaggio non si esprimano i veri elettori del centrosinistra. E il tormento sulle «truppe cammellate» o su elettori «finti» affligge anche Bersani. Che ieri, nel suo discorso di chiusura della Festa democratica a Reggio Emilia, non a caso ha detto: «La destra faccia le sue primarie. O pensano di mandare i loro elettori alle nostre primarie?».
a.f.