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 2012  settembre 08 Sabato calendario

6 pezzi facili per cominciare – Mobili e oggetti spiccano in una stanza neutra, figurine ritagliate che emergono disegnando lo spazio di cui definiscono il carattere

6 pezzi facili per cominciare – Mobili e oggetti spiccano in una stanza neutra, figurine ritagliate che emergono disegnando lo spazio di cui definiscono il carattere. È il gioco dell’arredatrice americana Frances Joslin Gold che nel suo manuale «The Instant Decorator» insegnava con humor, usando una serie di lucidi, a inventare (e variare) l’arredamento di un ambiente. Immagine simbolo della voglia di cambiamento che oggi contraddistingue, anche in casa, il ritorno alla quotidianità dopo le vacanze. Aggiungere, spostare, modificare. Comunque sia, fare: «Settembre è il mese del ripensamento e dei propositi; quest’anno come non mai il rientro è basato sull’azione, sulla voglia di intervenire in modo diretto nella quotidianità. Anche tra le mura domestiche», spiega il sociologo Francesco Morace. Niente di drastico, però. Poche scelte e misurate, secondo i punti cardine della casa di oggi: fluida e trasversale, facile da usare e modificare, piacevole ma sempre con un perché. Basta quindi un solo pezzo nuovo (anche il Macef, in corso in questi giorni a Milano, può dare idee e suggestioni) purché abbia una doppia o tripla vita con cui confrontarsi nel tempo: «Poter variare periodicamente disposizione e uso dei propri mobili ci fa sentire vivi perché permette di creare una relazione sempre diversa con la nostra abitazione, senza bisogno di cambiarla», afferma Francesco Zurlo, docente di disegno industriale al Politecnico di Milano. L’interpretazione personale è la nuova chiave di lettura che regola oggi la scelta degli oggetti: «Anche un arredo riconoscibile può essere rielaborato secondo il mio gusto e persino il mio umore», afferma Morace, che lo definisce «self-vintage»: «Non mi interessa più il mobile icona in sé ma in quanto serbatoio del mio vissuto, scegliendolo nella configurazione in cui più mi riconosco». Ecco allora la poltrona novità di stagione - ma che a colpo d’occhio rimanda allo stile anni 50 - a cui aggiungere un pouf: a ciascuno la scelta se usarlo come punto di appoggio o per trasformare la seduta in una chaise longue. Oppure le piastrelle super-componibili per forma, colore e finitura, create cinquant’anni fa da un maestro dell’architettura e oggi più che mai attuali. Ma la rielaborazione personale di un oggetto può spingersi oltre: «È il concetto della nuova manualità che ti permette di avere un mobile come lo vuoi, unico e tuo», dice Morace, mentre Zurlo ricorda che «costruire gli oggetti fa parte della connotazione del design italiano». Divertirsi facendo e condividendo, nuova dimensione del do-it-yourself 2012: «Non più scelta obbligata e un po’ triste per risparmiare, ma consapevolezza di aver ritrovato un valore. Possibilmente coinvolgendo le persone care in un gioco che ti fa stare bene», concordano entrambi. Ed ecco la libreria che con uno speciale sistema di aggancio a nastro permette di montarla (e rimontarla) esattamente come si vuole. Ma se si ha poco tempo e meno abilità basta un tappeto-puzzle a moduli per liberare la propria fantasia. Fare, ma con creatività; dice Alessia Giacobino, trascorsi di architetto e decoratrice, oggi stilista e fondatrice della griffe Jo No Fui: «Dopo le vacanze mi diverto a trasformare oggetti acquistati a poco prezzo nei mercatini dando loro una nuova vita. Quest’estate per esempio ho trovato una vecchia sella cinese che, con l’aggiunta di un piedistallo, è diventata un fermalibri», racconta. «Oppure con i legni erosi recuperati sulla spiaggia mi sono inventata basi di lampade o centrotavola». Elementi non nobili che rielaborati (quasi) lo diventano: «È la sfida del futuro: valorizzare, lasciandolo a vista e sottolineandolo, un materiale povero. Vincono la forma e l’utilità», afferma il designer Lorenzo Damiani che ha ideato e autoprodotto una serie di vasi in truciolare a vista. Parola chiave, autenticità; che siano i materiali di sempre - legno, metallo, vetro, ceramica - o una funzione chiara: oggetto nuovo sì ma solo se utile e «sensato». E la decorazione? Poca e a patto che sia «reversibile». Con la sensazione appagante, lontana l’idea di precarietà, di sentirsi liberi di ripensarci. Silvia Nani