Alessandro Alviani, La Stampa 8/9(2012, 8 settembre 2012
Una mobilitazione simile Lufthansa non l’aveva mai vista. Il sindacato degli assistenti di volo (Ufo) ha organizzato ieri il più grande sciopero nella storia della compagnia della gru: 1
Una mobilitazione simile Lufthansa non l’aveva mai vista. Il sindacato degli assistenti di volo (Ufo) ha organizzato ieri il più grande sciopero nella storia della compagnia della gru: 1.000 voli cancellati sui 1.800 in programma, 100 mila passeggeri colpiti, ripercussioni sul traffico aereo in Germania e nel resto d’Europa. Tanto che Alitalia ne approfitta: ieri ha fatto circolare tra i suoi clienti una mail che riassume la sua offerta tedesca: «Vuoi volare in Germania senza problemi?». Le dimensioni della mobilitazione - la prima spalmata sull’intero territorio tedesco hanno spinto la più grande compagnia aerea europea a fare una significativa concessione ai sindacati. Lufthansa vuole rinunciare all’impiego di personale di bordo interinale a Berlino e offrire l’anno prossimo un posto fisso a tutti i circa 200 interinali nella capitale tedesca. Il tema del ricorso ai lavoratori a tempo era uno dei principali punti di scontro tra le parti: Ufo è contraria, mentre Lufthansa si ripromette così di ridurre i costi del personale, che oggi rappresentano il 22% del totale, molto più dei concorrenti. La concessione ha spianato la strada al ritorno al tavolo delle trattative: le parti hanno concordato un procedimento di conciliazione, mentre Ufo annunciava l’interruzione degli scioperi. A dividere società e sindacati c’è anche il progetto della compagnia di creare una nuova controllata low-cost e l’entità degli aumenti salariali: Lufthansa offre il 3,5% in più, gli assistenti di volo chiedono il 5%, dopo tre anni di buste paga congelate. Un punto, quest’ultimo, che fa discutere: secondo l’ Handelsblatt il personale di bordo di Lufthansa guadagna, a seconda dell’anzianità, tra 22.420 e 52.492 euro lordi all’anno (senza extra), quello di Ryanair tra 15.000 e 30.000 euro, quello di Air Berlin (secondo vettore tedesco) tra 19.453 e 23.680 euro. È “la rivolta dei privilegiati”, chiosa l’Handelsblatt. E mentre Lufthansa è frenata dai suoi assistenti di volo, Volkswagen lo è dalla crisi in Europa. Il gruppo di Wolfsburg ha rivisto al ribasso le stime di vendita per quest’anno a causa della «perdurante situazione di tensione sui mercati dell’Europa occidentale», come spiega una nota. È però scontro sulle cifre del taglio. L’Handelsblatt scrive che Vw si aspetta di commercializzare nel 2012 300 mila auto in meno del previsto e ridurrà parallelamente la produzione di 300 mila unità. Solo in Europa le auto in meno vendute sarebbero 250mila. «Adesso la crisi colpisce anche il leader di mercato Vw, la situazione dell’industria si fa più difficile», ha commentato il professor Ferdinand Dudenhöffer. Il fatturato dei dodici marchi del gruppo (compresa Porsche) si attesterebbe su 9,4 invece di 9,7 milioni di veicoli (-3%). Anche così Volkswagen cresce, anche se più lentamente del previsto, nota il giornale: nel 2011 VW ha venduto quasi 8,4 milioni di auto e per quest’anno gli analisti si attendono una cifra non superiore ai 9 milioni (la società non ha indicato nessun target per il 2012; nel primo semestre il fatturato è salito del 12,4% a 4,6 milioni di auto). A titolo di paragone: entro il 2018 VW vuole vendere almeno 10 milioni di auto. Immediata la reazione di VW: le cifre dell’ Handelsblatt «sono infondate», abbiamo operato «lievi adattamenti» agli obiettivi di vendita, ma di gran lunga inferiori ai 300 mila citati dal quotidiano. A quanto è dato sapere l’entità del taglio è tale che non ci saranno ripercussioni sulla situazione occupazionale: niente settimana corta, insomma, come per Opel. Intanto da ieri è ufficiale che il nuovo aeroporto di Berlino non aprirà più il 17 marzo, bensì il 27 ottobre 2013. È il terzo rinvio dell’inaugurazione. Via libera anche a un’iniezione di capitali pubblici da 1,2 miliardi per coprire i costi supplementari.