Paolo Manzo, la Stampa 7/9/2012, 7 settembre 2012
RAÚL CASTRO AUMENTA I DAZI DOGANALI I CUBANI: “COSÌ UCCIDE L’ECONOMIA”
È un cambiamento che potrebbe mettere a rischio quell’impulso alle piccole imprese che da qualche tempo il governo di Raúl Castro intende promuovere. A Cuba fa molto discutere la decisione di aumentare i dazi doganali. Adesso chi vorrà spedire pacchi verso l’isola caraibica dovrà pagare di più e lo dovrà fare in moneta convertibile, ovvero dollari, che risultano essere ben 27 volte più cari del peso nazionale. «In questo modo tagliano una buona fetta di aiuti che da Miami mandavamo in patria», spiega con rabbia Enrique, esule da decenni ma con il cuore ancora a Cuba, dove i suoi familiari puntualmente rimpinguano il loro magro bilancio mensile con i generosi pacchi viveri spediti dagli Stati Uniti.
Ma non c’è solo questo: la nuova tassazione causa anche più in generale un aumento dei costi di importazione, che va a colpire molti prodotti, dall’abbigliamento ai computer, passando ovviamente per i più comuni generi alimentari e di igiene. «È un grave errore - si lamenta Gabriela, che a Cuba gestisce un piccolo ristorante -. Prima ci avevano promesso di farci crescere come piccoli imprenditori e adesso ci tagliano le gambe». Per quanto le autorità locali si ostinino a difendere la decisione giustificandola come un normale allineamento con le tasse doganali degli altri Paesi, i cubani la sentono come una grande ingiustizia, visto che sull’isola non esiste un mercato all’ingrosso.
Come riportato dal quotidiano di regime Granma, tutti i prodotti dal valore compreso tra l’equivalente di 2 e 20 euro adesso dovranno essere pagati al 100% al momento dell’ingresso nel Paese. E se qualche microimprenditore come Javier Ernesto Matos si era preparato al cambiamento, stoccando da tempo le merci, la maggior parte scrolla, invece, le spalle e pensa semplicemente di aumentare i prezzi, in un Paese dover però lo stipendio medio rimane ancora di circa venti dollari mensili.
«Niente cade dal cielo - scrive polemica Loraine sul sito filogovernativo Cubadebate -. Dobbiamo mandare i nostri figli a scuola e l’aiuto dei parenti che vivono fuori era indispensabile». Molte merci finora arrivavano a Cuba nei modi più impensabili, dai pacchi familiari alle cosiddette mulas, persone pagate appositamente per trasportare piccole merci nel bagaglio a mano in aereo. Per Arturo Lopez-Levy, un economista cubano che insegna all’Università di Denver, Colorado, il governo di Raúl Castro sta sbagliando: «Avrebbero dovuto prima creare il mercato e solo dopo intervenire con l’aumento delle tasse doganali. Ma in questo modo, sbagliando i tempi, rischiano di mandare all’aria tutto il nascente settore della microimprenditoria privata».