Franco Adriano, ItaliaOggi, 7/9/2012, 7 settembre 2012
Con Draghi l’Europa è più forte – Il presidente della Bce, Mario Draghi, non ha deluso. Era quello che i mercati e i governi speravano: un nuovo piano di possibili acquisti calmieranti di titoli di Stato «senza limiti ex ante» in riferimento all’ammontare
Con Draghi l’Europa è più forte – Il presidente della Bce, Mario Draghi, non ha deluso. Era quello che i mercati e i governi speravano: un nuovo piano di possibili acquisti calmieranti di titoli di Stato «senza limiti ex ante» in riferimento all’ammontare. I mercati festeggiano. I governi euromediterranei pure. La Buba ha perso e Draghi s’è perfino tolto, nel suo imbattibile aplomb, un sassolino dalla scarpa: «C’è stata una voce di dissenso» ha spiegato in conferenza stampa, «lascio a voi indovinare di chi è». È Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, e non si nasconde dietro il dito: la conferma arriva ben presto dal portavoce della Buba in un comunicato in cui si dice che Weidmann «considera questi acquisti equivalenti al finanziamento dei governi da parte della Banca centrale europea». Non si può però mettere in imbarazzo Angela Merkel dicendo che la Germania ha perso, visto che sottobanco la cancelliera aveva dato la sua benedizione a Draghi fin da quando ad inizio agosto si recò in vacanza proprio il giorno che Draghi piombò nella City dicendo che avrebbe fatto quanto doveva essere fatto. I tedeschi sono una cosa, la Buba un’altra. La Merkel deve gestire la situazione complessivamente e ora prende istituzionalmente le distanze dopo che alla vigilia era trapelato una sua possibile contrarietà agli acquisti illimitati: «La Bce agisce nel quadro della sua indipendenza e del suo statuto», dice. Il presidente del consiglio Mario Monti corre a offrirle la mano: «L’indipendenza dimostrata dalla Bce deve essere rispettata da ciascun stato membro». Intervenendo all’Ufficio di presidenza del Partito popolare europeo (con cui Monti dice di sentirsi in sintonia) aveva già messo le mani avanti lamentando l’innalzarsi nel parlamento italiano del «tasso di insofferenza verso la Germania e il governo tedesco». Ma la decisione di Draghi ottenuta grazie alla sponda della Merkel è positiva in prospettiva soprattutto per l’Italia: «Da oggi esistono possibilità in Ue da usare per far fronte a questo problema che grava sui Paesi che hanno importanti debiti pubblici ma che hanno messo a posto i conti», ha spiegato Monti. E ancora: «Oggi io vedo un passo avanti importante, verso una governance dell’Eurozona più soddisfacente». Parola di Supermario: il piano funzionerà Il piano «ci consentirà di intervenire sulle gravi distorsioni del mercato dei bond, che derivano specialmente dai timori infondati che, parte degli investitori, nutrono sulla reversibilità dell’euro», ha affermato Draghi. Un quadro simile giustifica l’intervento della Banca centrale europea, e il presidente Bce ha negato che questo piano sia ritagliato sulle esigenze di paesi come Spagna e Italia: pone condizioni generali: «Avremo una difesa pienamente efficace per evitare scenari distruttivi che avrebbero potenziali gravi ricadute per la stabilità dei prezzi». Certo, il presidente della Bce non manca di mandare un messaggio ai governi quasi a dire, io ho fatto la mia parte ora tocca a voi: «La crescita economica si mantiene debole», ha rilevato riferendo che i tecnici della Bce hanno ritoccato al ribasso le loro previsioni sul Pil dell’area. Ora sul 2012 i tecnici si attendono un Pil tra il meno 0,6 e il meno 0,2 per cento, mentre sul 2013 stimano una dinamica tra il meno 0,4 e il più 1,4 per cento». Nelle stime fornite il giugno scorso sul 2012 indicavano tra il meno 0,5 per cento e il più 0,3 per cento mentre sul 2013 stimavano tra crescita a zero e più 2 per cento. L’applauso comune di Di Pietro e Casini Supermario mette tutti d’accordo in Italia. Un unico plauso dalla maggioranza all’opposizione. «L’Idv si augura che il piano Draghi possa andare in porto, perchè è l’unico metodo per ridare speranza e fiato all’economia», ha detto Antonio Di Pietro. «Bravo Mario Draghi! Tutti attendevano la conferenza stampa a termine del Consiglio direttivo della Bce e il presidente della Banca centrale non ha deluso le aspettative», ha detto entusiasticamente l’ex ministro Renato Brunetta. «Le scelte di Mario Draghi e della Bce sono per loro natura autonome dagli Stati e dalla politica. Ma possono essere commentate: per noi è un grande contributo per rimettere l’Europa sulla strada giusta. Adesso i governi devono completare l’opera», ha dichiara Pier Ferdinando Casini. Solo nel Pd con Stefano Fassina pur inneggiando alle parole del governatore della Bce «sono positive», si sottolinea la necessità di evitare di imporre «condizioni restrittive agli Stati che dovessero richiedere l’intervento della Bce». Napolitano sferza i partiti Il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, all’attacco dei partiti che hanno «pagato il prezzo di un pesante impoverimento ideale, come anche di arroccamenti burocratici, di un infiacchimento della loro vita democratica, di un chiudersi in logiche di mere gestioni del potere e di uno scivolare verso forme di degenerazione morale». Stop ai portaborse in nero La commissione Lavoro Camera ha iniziato l’esame di due ddl bipartisan che adottano il modello europeo sui portaborse con il pagamento diretto dei collaboratori da parte di Senato e Camera. Si va in aula già a fine settembre.