Barbara Ardu, la Repubblica 7/9/2012, 7 settembre 2012
ROMA — Sull’obbligo del pagamento con bancomat e carte di credito per cifre superiori ai 50 euro, Corrado Passera non cede
ROMA — Sull’obbligo del pagamento con bancomat e carte di credito per cifre superiori ai 50 euro, Corrado Passera non cede. «Spingeremo per una diffusione sempre più ampia della moneta elettronica, perché poche cose contrastano così tanto evasione e illegalità». Ma i tempi potrebbero allungarsi e la cifra dilatarsi. L’obbligo (che fino a ieri doveva scattare dal luglio 2013) per commercianti, artigiani e professionisti, potrebbe slittare al 2014. Una mezza marcia indietro? «Stiamo lavorando non c’è nulla di definito né sulla soglia né sui tempi», ammette il sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vincenti. La norma è al momento più che aperta, ma già arrivano i primi no dai commercianti che puntano il dito sul costo delle commissioni (richieste dalle banche sul bancomat e sulle carte dalle società che gestiscono i circuiti). Che diventano pesanti soprattutto se gli importi sono bassi. «Va bene la modernizzazione del sistema dei pagamenti», attacca Confcommercio, che chiede un tavolo tecnico di confronto, «ma ci deve essere una chiara relazione tra crescita dei volumi delle transazioni e abbattimento dei costi». Un tema caro anche all’Antitrust che nel passato ne ha chiesto più volte un ridimensionamento. Sulla stessa linea anche la Confesercenti, che ricorda come sia fallito il tentativo del governo di azzerare le commissioni sui rifornimenti di benzina superiori ai 100 euro. Banche e società di gestione delle carte, denunciavano i benzinai, avevano iniziato a disdire i contratti. La risposta dell’Abi fu netta: «non si può imporre alle banche di fare un servizio gratuito », anche se l’Associazione bancaria potrebbe aprire a una riduzione dei costi se i volumi delle transazioni aumentassero notevolmente. «Non si può difendere l’uso del contante — spiega Paolo Martinello — presidente di Altroconsumo — si va ormai verso i pagamenti elettronici. Non solo, l’uso del contante ha un costo alto (10 miliardi l’anno secondo le stime dell’Abi n.d.r), che andrebbe a pareggiare il conto per gli esercenti. Oggi pagare con il bancomat ha un costo tra lo 0,3 e lo 0,5%, che è un po’ più alto per le carte di credito, a secondo del circuito. L’evasione vale molto di più». Se i commercianti protestano vanno giù duri anche il Codacons e la Lega, che bollano il provvedimento come un favore fatte alle banche, che in un sol colpo moltiplicherebbero il numero delle commissioni e dunque i profitti. LUISA GRION ROMA — L’Italia paga in contanti: anche se in quasi tutte le famiglie ci sono ormai diversi bancomat e almeno una carta di credito quando si tratta di saldare un conto ecco che dal portafoglio spunta fuori quasi sempre la moneta fisica. La card è utilizzata nelle grandi occasioni e per le spese di rilevato importo e al bancomat si mette mano più che altro per fare prelievi, ma nella vita di tutti i giorni stravincono monete di metallo e biglietti di carta. Anche perché spesso sono gli stessi negozi a scoraggiare l’utilizzo dell’elettronico per pagamenti che non siano di rilevante importo. Saldare “via tessera” lo scontrino del macellaio o l’acquisto di una maglietta sarà dunque - per buona parte dei consumatori un fatto rivoluzionario. Secondo gli ultimi dati della Banca d’Italia le operazioni di pagamento alternative al contante sono appena 68 a testa all’anno, nei paesi dell’area euro la tendenza è più che doppia - la media è di 182. E anche allargando la platea all’Europa a 27 paesi restiamo in fondo alla lista (173 operazioni l’anno). Circolano oltre 37 milioni di carte di debito e 33 milioni di carte di credito (di cui attive solo 15 milioni), ma la reticenza a passare alla moneta elettronica, la paura che - abbandonando il contante - il bilancio familiare possa scappare di mano, la difficoltà che si può incontrare nel pagare con la tessera, restano alte. Il fattore età pesa parecchio: secondo una recente rapporto Ipsos-Abi il 38 per cento degli italiani dai 14 ai 64 anni effettua pagamenti solo in contanti, ma la percentuale sale al 63 per cento fra gli over 65. Il 44 per cento del campione utilizzato per l’indagine non sapeva nemmeno che bollette e bollettini si possono pagare anche con le card, il 32 per cento confessava di essere a conoscenza di tale possibilità, ma di non aver mai preso in considerazione l’idea di utilizzarla (nel 48 per cento dei casi proprio perché la cifra da pagare era considerata troppo esigua). La norma del decreto Sviluppo che impone l’utilizzo della moneta elettronica - e quindi la piena tracciabilità - per i pagamenti dai 50 euro in su dovrà fare quindi i conti con abitudini dure a morire: sempre secondo lo studio Ipsos-Abi solo un terzo degli italiani ritiene infatti che sia buona cosa pagare con la carta un conto inferiore a tale tetto, il 36 per cento fa sapere di pagare con le tesserine solo scontrini superiore ai 100 euro. In realtà i sempre più frequenti acquisti on linee la voglia di dare un contributo personale alla lotta all’evasione fiscale (pagare con il bancomat l’esercente di turno può evitare l’imbarazzo di dover chiedere lo scontrino) stanno favorendo l’inversione di tendenza. L’Osservatorio sul credito al dettaglio realizzato da Assofin, Crif e Prometeia, segnala che dopo l’andamento stabile dello scorso anno, nel primo trimestre del 2012 c’è stata un aumento (più 1,7 per cento) dei flussi di credito che passano per via elettronica: chi ha le carte di credito, quindi tende ad utilizzarle un po’ di più.