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 2012  settembre 06 Giovedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL DISCORSO DI DRAGHI


REPUBBLICA.IT
FRANCOFORTE - La Banca centrale europea ha rotto gli indugi, annunciando un piano su possibili acquisti calmieranti di titoli di Stato, senza porre limiti sul suo ammontare. Lo ha annunciato il presidente della Bce, Mario Draghi, nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo, fornendo ai mercati la conferma che attendevano sull’aspetto fondamentale del piano antispread. Sotto una stretta condizionalità, ha spiegato Draghi, la Bce potrà procedere ad acquisti di titoli di stato tra uno e 3 anni di scadenza "senza prefissarsi un limite ex ante" sull’ammontare di queste operazioni.
Acquisto di Bond. "Il Board ha deciso di varare un piano di intervento sul mercato secondario dei Bond. Restiamo strettamente nel nostro mandato per mantenere la stabilità dei prezzi nel medio termine", ma l’impegno dei governi alle riforme e la realizzazione dei programmi concordati sono elementi ’’necessari’’ perché la Bce possa intervenire sui bond, ha detto il presidente della Bce, che durante l’intervento ha ribadito che "l’euro è irreversibile". I governi, ha aggiunto il numero uno della Bce, laddove sia necessario, devono essere comunque "pronti ad attivare l’intervento dei fondi Efsf-Esm".
Un solo voto contrario. La Bce dà dunque il via al piano antispread che dovrà aiutare i Paesi "virtuosi" dell’Eurozona in difficoltà per l’eccessivo costo del proprio debito sovrano. Come spiegato dal presidente della Bce, questa azione, racchiusa nella formula "transazioni monetarie dirette", rappresenterà "una garanzia effettiva" contro distorsioni di mercato che dovranno essere eliminate. Con questo piano, ha sottolineato Draghi, "restiamo rigorosamente entro i limiti del nostro mandato". Il voto, però, non è stato unanime: "C’è stata una voce di dissenso, ma non sveliamo i dettagli dei nostri lavori, sta a lei indovinare chi non era d’accordo...", ha risposto Draghi a un giornalista. "Il voto di oggi mostra che non solo gli ex membri della lira, ma anche gli altri, con decisione quasi unanime’’, sono a favore degli acquisti di bond. ’’Non credo a questa caricatura di una cosa italiana’’, ha aggiunto.
Crescita debole. Le prospettive di crescita per l’Eurozona restano deboli anche per i prossimo futuro, ha sottolineato il numero uno della Bce, spiegando che persistono i rischi dovuti alle turbolenze di mercato e un’incertezza "elevata". Dalle distorsioni di mercato derivano "rischi per le prospettive di crescita e inflazione" dell’Eurozona e, per questo, la Bce ha deciso di dare il piano al nuovo piano di acquisti di titoli di stato per paesi in difficoltà sui mercati. Il rallentamento globale, inoltre, "peggiora le prospettive di crescita per l’Eurozona".
Fmi. Per gli interventi sul mercato secondario dei titoli di Stato, ha detto ancora Draghi, "occorre cercare il coinvolgimento del Fondo monetario internazionale. Se il Fmi, che è un organo indipendente, volesse partecipare ai programmi di finanziamento sarebbe più che benvenuto". Poche ore dopo è arrivata un’assicurazione in tal senso dal direttore generale Fmi 1, Christine Lagarde.
Tassi interesse invariati allo 0,75%. I tassi di interesse dell’area euro restano fermi al minimo storico dello 0,75%, secondo quanto stabilito dalla Banca centrale europea al termine della riunione di inizio mese del Consiglio direttivo. Francoforte ha lasciato invariati anche il tasso marginale all’1,5% e quello sui depositi a zero.
Inflazione. Lievi ritocchi al rialzo sulle previsioni di inflazione dell’area euro da parte della Bce, che comunque restano nell’ambito dei valori obiettivo. Ora sul 2012 i tecnici della Banca centrale si attendono un’inflazione media tra il più 2,4 e il più 2,6%, mentre sul 2013 stimano una dinamica tra il più 1,5 e il più 2,5%. Nelle stime fornite il giugno scorso sul 2012 indicavano tra il più 2,3% e il più 2,5% mentre sul 2013 stimavano tra più 1 e più 2,2%. "L’inflazione è attesa sopra il 2% nel 2012 e poi al di sotto di questa soglia durante il 2013, a valori in linea con gli obiettivi di stabilità prezzi", ha affermato Draghi.
(06 settembre 2012)

REZIONE DEI MERCATI - REPUBBLICA.IT
MILANO - Il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ha confermato le voci circolate ieri circa i piani dell’Eurotower per lanciare acquisti illimitati di bond sul mercato secondario. Positiva la risposta dei mercati: Milano ha chiuso a +4,31% grazie ai titoli bancari e nonostante il tonfo di Luxottica 2dopo l’annuncio del collocamento di una parte delle azioni di Leonardo Del Vecchio. La revisione al ribasso delle stime 3 di crescita dell’Ocse sembra essere stata invece metabolizzata senza grossi scompensi. Nel resto d’Europa la maglia rosa va a Madrid, con l’indice Ibex che sale del 4,91%, il Cac 40 di Parigi segna +3,06%, il Dax di Francoforte cresce del 2,91%, il Ftse 100 di Londra avanza del 2,11%.Buona la seduta anche a Wall Street: rialzi dell’1,8% sia per il Dow Jones che per lo S&P 500 e il Nasdaq.
Immediata anche la risposta dei mercati obbligazionari: lo spread tra Btp e bund è sceso sotto i 380 punti a quota 373. Forte calo anche per lo spread bonos/b und passato dai 493 punti di ieri ai 447 di oggi. Quanto alla politica monetaria in senso stretto, come previsto la Bce ha mantenuto allo 0,75% il tasso a cui presta fondi alle banche. Francoforte ha lasciato invariati anche il tasso marginale all’1,5% e quello sui depositi a zero.
Sul fronte macro il tasso di disoccupazione in Grecia ha raggiunto a giugno il 24,4% dal 23,5% di maggio. Lo ha reso noto oggi l’ufficio nazionale di statistiche, Elstat. Un anno fa il tasso di disoccupazione era al 17,2%. Eurostat invece ha confermato la contrazione del Pil dell’eurozona nel secondo trimestre dell’anno (-0,2% rispetto a un anno fa e -0,1% rispetto al primo trimestre). La decrescita italiana si attesta a -2,5% rispetto al 2011 e a -0,7% rispetto al primo trimestre.
Seduta poco mossa per la Borsa di Tokyo che chiude quasi stabile con gli investitori che preferiscono non prendere posizione in attesa della riunione della Banca centrale europea, da cui sono attese novità per allentare la tensione sulla crisi dei debiti sovrani. L’indice Nikkei chiude praticamente fermo a +0,01%, mentre il più ampio indice Topix è salito leggermente dello 0,13%. Nel resto dell’Asia Hong Kong (+0,34%) e Shanghai (+0,7%) hanno chiuso in rialzo come anche Seul (+0,38%).
La moneta unica passa di mano a 1,2584 e a 99,17 yen. Il petrolio apre in rialzo a New
York, dove le quotazioni salgono dello 0,80% a 96,12 dollari al barile. Oro più caro sui mercati asiatici. Il prezzo del lingotto è stato quotato 1.698,65 dollari l’oncia, in crescita dello 0,3% sulle quotazioni di ieri.
(06 settembre 2012)

IL DISCORSO DI DRAGHI - TARQUINI SU REPUBBLICA
FRANCOFORTE – “Siamo sicuri di agire entro il nostro mandato”. “Questa non è l’italianizzazione della politica della Bce, è una politica decisa da quasi tutti i membri del governing council”. Alla conferenza stampa, che oggi alle 14,30 a Francoforte sotto un sole quasi estivo ha fatto seguito alla più importante seduta del vertice della Banca centrale europea da anni se non dalla sua fondazione, il presidente Mario Draghi ha volutamente ostentato ottimismo e sicurezza. E si è concesso una battuta: “Vi lascio indovinare chi abbia votato contro”.
L’allusione trasparente al presidente della Bundesbank Jens Weidmann, da sempre e pubblicamente contrario al programma di acquisti illimitati sui mercati secondari di titoli sovrani dei paesi in crisi, la dice tutta sul clima che si respira in queste ore in Germania. Un clima di paura d’una italianizzazione, che Draghi si sforza di fugare. Con l’appoggio parziale a distanza della cancelliera Angela Merkel, la quale da Madrid in visita ufficiale ha commentato che “la Bce agisce in piena indipendenza e nel rispetto del suo mandato”. Il vertice della Banca centrale europea ha deciso di mettere in campo il famoso bazooka, l’arma assoluta di grosso calibro, infliggendo alla linea rigorista della Bundesbank la sconfitta forse più grave del dopoguerra. Ma ora Draghi, il suo vice portoghese Vitor Constancio e gli altri hanno fretta di sforzarsi a rassicurare e calmare leadership politica, media ed opinione pubblica tedeschi, per nulla convinti che questa sia la linea giusta, anzi persuasi che così finisce la stabilità monetaria e arriva l’inflazione alla mediterranea.
Abbiamo agito per correggere le storture sui mercati e restaurare una vera unità della politica monetaria e della sua applicazione, oggi distorta da fattori avversi e squilibri in parte ingiustificati, ha detto Draghi. Cioè dallo spread, dalla differenza ad esempio tra gli interessi zero dei Bund con cui la Germania rifinanzia il suo debito, e i tassi proibitivi che Italia o Spagna devono garantire a chi acquista i loro titoli sovrani. Solo così, insiste Draghi, si garantisce davvero la stabilità della moneta unica e si restaura un’unica politica monetaria. Ci vogliono due gambe per camminare, egli ha insistito: restaurare l’equilibrio sul mercato dei titoli sovrani da un lato. E dall’altro imporre nell’acquisto senza limiti di titoli sovrani la ferrea “condizionalità”. Cioè l’obbligo per ogni Stato che chiede aiuto di sottostare a durissime condizioni di politica di rigore e di consolidamento, e di sottoporsi a continui monitoraggio e controlli europei, insomma un commissariamento soft.
Roma, Madrid ma anche Parigi (che ha a sua volta, in piccolo, un problema di spread rispetto ai titoli sovrani tedeschi, e deboli prospettive economiche) si rallegrano. A caldo i mercati hanno reagito con un deprezzamento leggero dell’euro sul dollaro. Ma quel che più conta, è l’umore, apparentemente pessimo, in Germania. Sui siti dei principali media prevale il pessimismo: Bild online si chiede se i custodi dell’euro non stanno sfasciando la moneta unica, nei social forum dei lettori si parla di follia italiana o meridionale che rovina l’euro e la Bce, alcuni auspicano un’uscita tedesca dalla moneta unica. Il partito liberale, alleato minore del governo Merkel, minaccia ricorsi e proteste.
La cancelliera, come dicevamo, lancia da Madrid i primi cauti segnali di volersi adattare alla svolta al vertice Eurotower e alla Stalingrado della Bundesbank. Ma ora, come Draghi stesso ha fatto capire, la Bce ha fatto il suo dovere. Pronta sempre a interrompere gli acquisti di bond di paesi deboli se quei paesi non rispetteranno gli impegni di rigore, o se lo spread si riequilibrerà.
Adesso la palla è nelle mani dei politici. Il presidente italiano della Bce lo ha detto chiaramente più volte. Ai leader politici, ha chiesto in tono pressante e urgente di risanare e riformare in corsa nei paesi più in crisi, e di avviare ovunque riforme e passi avanti verso l’integrazione politica. Sia un fallimento dei corsi risanatori a Roma o Madrid, sia un rifiuto degli euroscettici tedeschi o di altri paesi di cedere sovranità all’Europa, potrebbero trasformare il bazooka di Draghi in un’arma inutile. E non per colpa di Supermario stesso.
(06 settembre 2012)

REAZIONI
"LA BCE agisce in modo indipendente, nel quadro del suo mandato". Questo il commento a caldo di Angela Merkel all’annuncio di Draghi che ha dato il via libera agli acquisti illimitati di bond 1 da parte della Bce. Secondo quanto riporta Bloomberg tv, la cancelliera tedesca, al termine dell’incontro alla Moncloa con il premier spagnolo Mariano Rajoy, avrebbe aggiunto però che "tutte le misure che servono per la stabilità monetaria, come quelle della Bce, non possono sostituire le azioni politiche". "Non posso dire quando gli interessi sui titoli di Stato siano troppo alti" ha specificato la Merkel, "ma so solo che quelli tedeschi al momento sono molto, molto bassi, mentre altri sono molto alti. E questo, insieme alla concorrenzialità, potrebbe porre questioni sistemiche rilevanti". Reazioni positive ma con distinguo da parte dell’Europarlamento "Questa decisione coraggiosa è un passo in avanti fondamentale", ha dichiarato il presidente Martin Schulz, avvertendo però che non è "una panacea".
Bundesbank contro il piano Bce. Di diverso parere il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, che si è detto "contrario al piano di acquisti illimitati di titoli di Stato da parte della Bce". Lo ha detto la Banca centrale tedesca in una nota, precisando che il piano "potrebbe far slittare le riforme" nei Paesi a rischio. Per il numero uno della Bundesbank il piano annunciato da Draghi "è in pratica un finanziamento ai Paesi stampando banconote". La politica monetaria, prosegue il comunicato, "rischia di essere assoggettata a politiche di bilancio. Non deve essere permesso al piano di acquisti di titoli di mettere in pericolo la capacità della politica monetaria di salvaguardare la stabilità dei prezzi nell’eurozona".
Sostegno dal Fondo Monetario. Approvazione al piano di Draghi è stato espressa da Christine Lagarde, dirigente del Fondo Monetario Internazionale, che ha fatto sapere che l’ "Fmi è pronto a collaborare perché apprezza l’azione Bce sull’acquisto illimitato dei bond". La Lagarde ha evidenziato poi come "una decisiva attuazione di questo nuovo programma di interventi contribuirà a riparare i canali di trasmissione monetaria e a sostenere lo sforzo dei singoli Paesi per assicurarsi finanziamenti a costi ragionevoli nel momento in cui intraprendono impegnativi aggiustamenti macroeconomici". "L’azione della Bce - conclude - è un passo importante per il rafforzamento della stabilità e della crescita nell’Eurozona".
Contrari Cdu e Csu. Diversa la reazione della Cdu, l’Unione cristiano democratica della cancelliera Angela Merkel, che ha criticato duramente la decisione della Bce di procedere all’acquisto illimitato di titoli di stato dei paesi euro in difficoltà. Per il capogruppo Cdu al Bundestag, Volker Kauder, vicinissimo alla Merkel, e la sua vice Gerda Hasselfeldt della Csu, gemella bavarese della Cdu, non rientra nel mandato della Bce finanziare gli stati stampando moneta. Compito della Bce è la difesa della stabilità monetaria: "Presumiamo che la Bce assolva ai suoi compiti nel quadro del suo statuto", hanno sottolineato. "Il finanziamento degli Stati stampando moneta è sbagliato e pericolosissimo", dice il segretario del partito bavarese, Alexander Dobrindt: "La Bce deve essere una banca della stabilità, non dell’inflazione".
Napolitano e Schaeuble. Nella giornata in cui i mercati e la politica aspettavano la decisione della Bce 2 sul piano anti spread, il primo commento politico è arrivato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "Su Draghi mi aspetto delle buone cose" aveva detto il presidente parlando durante la sua visita a Venezia, alla biennale di Architettura. Anche il governo tedesco era tornato a farsi sentire in mattinata precisando che "l’acquisto di bond di Paesi deboli dell’eurozona da parte della Bce non può essere una misura permanente". Lo avrebbe detto il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, durante l’incontro a porte chiuse della presidenza del suo partito Cdu.
(06 settembre 2012)