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 2012  settembre 06 Giovedì calendario

«L’ITALIA SENZA L’ILVA? CI SONO 8 MILIARDI». STOP AI RIFORNIMENTI —

Un «impatto negativo da 8 miliardi di euro all’anno» sul tessuto economico italiano. Questa la stima delle conseguenze negative, in termini economici, che il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera ha fornito ieri in un’informativa al Senato sul caso Ilva di Taranto. Quegli otto miliardi, ha spiegato Passera, sono imputabili «per circa 6 miliardi alla crescita delle importazioni, per 1 miliardo e duecento milioni al sostegno al reddito e ai minori introiti per l’amministrazione pubblica, e per 500 milioni in termini di minore capacità di spesa per il territorio interessato». Tuttavia, ha continuato il ministro, «nessun danno economico può giustificare una gestione aziendale non rispettosa delle regole» e «nonostante gli investimenti realizzati», la situazione ambientale nel tarantino «presenta ancora elementi di criticità molto forti». Per Passera comunque, esiste la possibilità di «creare le condizioni per garantire il mantenimento dell’impianto «senza metterne a rischio la sopravvivenza», quindi la chiusura «definitiva».
Anche il ministro dell’Ambiente Corrado Clini è intervenuto, sempre al Senato, spiegando che nel decreto legge che ha iniziato ieri l’iter alla Camera, «non c’è un euro pubblico a favore dell’Ilva perché i fondi stanziati riguardano le bonifiche ambientali nelle aree di Tamburi, Statte, Mar Grande, Mar Piccolo e altri interventi nelle aree portuali».
Ieri, intanto, i custodi giudiziari nominati dal gip Patrizia Todisco hanno deciso la prima misura orientata all’eliminazione delle emissioni nocive. Hanno decretato la sospensione dello sbarco delle materie prime che alimentano i parchi minerali. In sostanza le navi che trasportano minerali, fossili e tutto quanto serve per alimentare gli impianti di produzione non attraccheranno più al molo dell’Ilva. Non è ancora chiaro se si va all’esaurimento dei parchi e, di conseguenza, alla fermata degli impianti oppure se sarà concessa qualche deroga per tenerli in funzione al minimo. Ieri sera i vertici dell’Ilva sono stati a lungo riuniti per decidere cosa fare. Proprio ieri l’azienda aveva annunciato che la bagnatura dei parchi minerali sarebbe stata effettuata, dal 10 settembre, 24 ore su 24 con 21 turni settimanali.
Polemizzano il governatore della Puglia Nichi Vendola e il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. Quest’ultimo ha fatto presente come sia «emblematico della complicazione normativa e burocratica del Paese», il fatto che una Regione possa «imporre parametri più stringenti di quelli europei».
M. Io.