Luca Fornovo, la Stampa 6/9/2012, 6 settembre 2012
COME SI FORMANO I PREZZI DEI BOND?
Con la crisi europea i titoli di Stato sono diventati di cruciale interesse per i risparmiatori e le banche. Ma come si formano prezzi e rendimenti?
Anche per le obbligazioni emesse dal ministero dell’Economia (il Tesoro), per finanziare il debito pubblico, il prezzo è il punto d’incontro tra la domanda di chi vuole comprare e l’offerta di chi vende. I titoli di Stato italiani possono essere acquistati sia con l’asta del Tesoro sia sul mercato secondario, cioè sul mercato obbligazionario telematico (Mot). Di conseguenza esistono due modi differenti per formare prezzi e rendimenti.
Come si svolge un’asta?
Il Tesoro fissa la quantità e un valore indicativo di titoli che intende vendere e il valore della cedola, ovvero gli interessi che verranno pagati a chi acquista i bond governativi. All’asta, che viene effettuata presso la Banca d’Italia, partecipano gli operatori autorizzati, cioè banche, società d’intermediazione mobiliare (Sim) e altre istituzioni finanziarie. I risparmiatori possono acquistare titoli all’asta tramite una banca o un intermediario. Entro le ore 11,00 del giorno dell’asta gli operatori inviano per via telematica, usando la rete nazionale interbancaria, le domande d’acquisto con una proposta di prezzo e quantità di titoli. Ogni operatore può presentare fino a un massimo di tre domande per ogni titolo offerto. Il prezzo definitivo è l’ultimo o prezzo marginale, cioè quello che consente che l’asta venga integralmente sottoscritta.
Come si calcola il rendimento?
La formula è abbastanza complessa, bisogna tradurre in valori attuali tutti gli interessi sui titoli che verranno incassati, poi sommare la differenza tra valore di collocamento dell’obbligazione e prezzo di rimborso; infine aggiungere i flussi ottenuti reinvestendo le cedole incassate. Giovedì 30 agosto c’è stata l’ultima asta sui Btp in scadenza tra dieci anni, il prezzo fissato è stato di 98,20, il rendimento è stato del 5,28% lordo (l’aliquota fiscale è del 12,5%) e la cedola del 5,50%. Lunedì è andata in pagamento l’asta: in genere due giorni lavorativi dopo l’offerta dei titoli del Tesoro, le banche e gli altri operatori versano il valore in euro dei titoli che hanno acquistato all’asta. Da quel momento i Btp venduti all’asta possono essere negoziati anche sul mercato secondario, cioè il Mot.
Come si formano i prezzi sul mercato obbligazionario telematico?
Le contrattazioni dei titoli di Stato e degli altri tipi di obbligazioni al Mot si svolgono in due fasi: con l’asta di apertura e la negoziazione continua. Nel primo caso c’è una pre-asta in cui gli operatori (banche o anche gli investitori tramite il trading online) inviano nel sistema proposte di acquisto e vendita. Poi il sistema verifica che il prezzo teorico non superi un certo limite di variazione e determina la validità del prezzo. Invece con la negoziazione continua è possibile vendere o comprare senza sosta fino alla chiusura del mercato alle 17,30. In questo caso i risparmiatori possono individuare il prezzo che ritengono più conveniente e chiedere alla banca di applicarlo o effettuare direttamente l’acquisto con il trading online. Ieri i Btp a dieci anni, andati all’asta giovedì, sono stati scambiati sul Mot al prezzo di 99,81 (più alto del 98,20 del 30 agosto) e con il rendimento che è sceso al 5,60% dal 5,28%.
Perché se il prezzo di un titolo di Stato sale, il rendimento invece cala?
Il motivo è semplice: se la differenza tra il prezzo con cui sono stati acquistati i titoli di Stato (per esempio 99,81) e il valore con cui verranno rimborsati (di solito pari 100) diminuisce, significa che ci saranno meno incassi, le obbligazioni saranno meno redditizie e quindi il rendimento del bond sarà più basso. La cedola è invece fissa.
Che cosa è lo spread?
È la differenza tra i rendimenti dei titoli di Stato di un Paese europeo e quello delle obbligazioni della Germania, lo Stato considerato più affidabile nel Vecchio Continente sotto il profilo economico. Ieri lo spread tra i nostri Btp a dieci anni e i Bund, le obbligazioni tedesche, è sceso a 404 punti. Più semplicemente si può dire che i nostri titoli di Stato rendono circa il 4% in più di quelli della Germania. Questo perché i Btp a causa dell’elevato debito pubblico dello Stato italiano (oltre il 120% del pil) vengono considerati più rischiosi dagli operatori, più difficili da rimborsare rispetto a quelli tedeschi. E con la crisi europea lo spread è di fatto diventato come un indice che valuta la rischiosità dell’investimento finanziario e allo stesso tempo l’affidabilità del Paese che emette le obbligazioni.
Ci sono Paesi che hanno titoli di Stato con rendimenti più bassi della Germania?
Al momento sono la Danimarca, la Svizzera, la Svezia, Hong Kong, il Giappone e Singapore, che vantano uno spread negativo con Berlino.
Quanti tipi di titoli di Stato ci sono in Italia?
I principali sono i Buoni ordinari del Tesoro (Bot), i Buoni poliennali (Btp), i Btp Italia, i certificati di credito del Tesoro (Cct), i certificati del Tesoro zero coupon (Ctz), i Btp indicizzati all’inflazione europea.
A CURA DI Luca Fornovo