Gian Antonio Orighi, la Stampa 6/9/2012, 6 settembre 2012
LAS VEGAS “SBARCA” A MADRID: CASINÒ PER USCIRE DALLA CRISI
Madrid vince il jackpot e Barcellona rimane a mani vuote. Manca ancora l’ufficialità, ma tutti i segnali dicono che sarà la capitale a ospitare EuroVegas, una vera e propria città in miniatura costruita da Las Vegas Sands (Lvs), una delle maggiori compagnie di gioco d’azzardo al mondo. Una manna per una metropoli che registra 527.261 disoccupati (il 18,8% della popolazione attiva). «La mia intuizione, che di solito non sbaglia, è che il responso di Lvs sarà positivo», gongolava ieri la vulcanica marchesa Esperanza Aguirre, governatrice in quota popolare della Comunità di Madrid. Altri politici popolari, sentiti dal giornale progressista El País, hanno assicurato che le possibilità di Madrid «sono del 99%».
Eurovegas è un’idea dell’americano Sheldon Adelson, 78enne azionista di controllo di Lvs, che già possiede sei maxi-casinò (due a Las Vegas, tre a Macao e uno a Singapore). Il Paperone, 16º uomo più ricco del mondo per Forbes con un patrimonio di 16 miliardi di euro, vuole costruire entro il 2015 una Las Vegas europea. Al progetto ambivano sia Madrid che Barcellona, entrambe decise a non farsi sfuggire la fantastica gallina dalle uova d’oro che secondo i calcoli della Boston Consulting, dovrebbe fare affluire ogni anno 4,7 milioni di turisti esteri. Il progetto è faraonico. Investimento da 16,9 miliardi, 250mila nuovi posti di lavoro. Secondo le indiscrezioni Eurovegas conterà con 6 grattacieli casinò (con 1.065 tavoli da gioco e 18 mila slot-machine), 12 hotel con 3 mila stanze, un’arena da 15 mila posti per concerti, nove palazzetti per spettacoli, due maxi-teatri (1.800 poltrone ognuno) e altri sette più piccoli (6 mila posti in totale), tre campi da golf, centinaia di ristoranti e parcheggi per 40 mila auto. Il tutto in uno spazio di 176 mila metri quadrati per fiere e convention e 335 mila metri quadrati di superfice commerciale. La zona scelta sarebbe Alcorcón, città-dormitorio di 170 mila abitanti a sud-est di Madrid.
Lvs ancora non si pronuncia, ma la Aguirre avrebbe strappato l’accordo in un incontro segreto con Adelson nello scorso agosto. Il magnate, per costruire la prima fase, investirà 4,8 miliardi, di cui i due terzi con finanziamento bancario, in un Paese che ha appena ricevuto un aiuto da 100 miliardi e si appresta a chiederne un secondo. Ma la ricchissima nobildonna ha con sè tutto il governo, che le spianerà la strada anche per accettare le condizioni imposte da Lvs: fiscalità zero per per 10 anni, terreni quasi regalati, e persino una sospensione della legge anti-tabacco su tutto il complesso.
Madrid è stata scelta, spiega il report di Boston Consulting, per la sua posizione geografica (sei ore di aereo massimi da qualsiasi parte d’Europa, Nord-Africa e Medio Oriente) e per il suo clima. Mentre la capitale attende con il fiato sospeso la conferma definitiva di Lvs, la sinistra cerca di smorzare il grande successo della presidente. Ed il Coordinamento «No a Euro Vegas» protesta perché la zona prescelta «trasforma in edificabili terreni precedentemente agricoli ed è una resa alla multinazionali». Parole al vento.