Corriere della Sera 6/9/2012, 6 settembre 2012
LONDRA —
Ci sono favole che non finiscono e ci sono favole che ricominciano. La favola di Alex, Assunta e Martina si chiama Paralimpiade, il regno delle seconde possibilità. Alex, il pilota con le gambe tranciate mentre correva in Germania dopo un incidente che lo ha lasciato con un litro di sangue in corpo, torna su un circuito automobilistico, Brands Hatch, ma questa volta con un altro mezzo. Si spinge con le mani e si chiama handbike. Lo ha scoperto e non lo ha più lasciato, lo sport nel sangue. La Paralimpiade, che prima è un sogno, diventa un obiettivo. Alex Zanardi, da Castelmaggiore, è il nuovo campione paralimpico nella gara a cronometro su strada (cat. H4): 24’50’’22 davanti al tedesco Mosandl (25’17’’40) e allo statunitense Sanchez (25’35’’26). «Vivo la felicità di questo giorno pensando a come ci sono arrivato. Ho sfiorato il limite tante volte, ma questa volta l’asticella era più alta». Si è meritato i complimenti del presidente Napolitano, che ha chiamato per la seconda volta il presidente del Cip, Luca Pancalli, rimarcando i risultati di questa giornata. Domani la gara in linea, con altre buone speranze. Un’affermazione che apre a nuove prospettive: «Senza sport non so vivere. Mi considero uno che ha avuto tantissimo nella vita e continuo ad aggiungere: sono una persona curiosa». Il ritorno su un circuito ha aggiunto significati, oltre a emozione: a Brands Hatch conquistò la prima pole in Formula 3000 nel 1991 superando Damon Hill. «Ero poi arrivato secondo, mi mancava il gradino più alto e l’ho raggiunto».
L’oro da predestinata è quello di Assunta Legnante. Napoletana, 34 anni, ex campionessa europea indoor di getto del peso prima di perdere la vista a causa di un glaucoma congenito a entrambi gli occhi fra novembre e marzo scorsi, non ha tradito le attese: oro e record del mondo con 16,74 metri al primo lancio, con un pensiero particolare: «Essere la Pistorius della pedana. Se arrivassi a 18 metri, chissà…».
Martina Caironi, 20 anni, bergamasca, sorride per i suoi 100 metri, per l’oro e il nuovo record del mondo: 15’’87. Amputata completa di gamba dal 2007 per un incidente in motorino, è stata in Spagna per Erasmus: «Bello, bello, bello, non ci credo. Avevo così voglia di fare questa gara». Una gran giornata per gli azzurri. Sempre nel ciclismo su strada, cronometro, argento conquistato dal tandem dei fratelli Ivano e Luca Pizzi e bronzo di Vittorio Podestà, al quale Zanardi ha dedicato l’oro («Senza di lui non sarei mai arrivato sin qui») assieme alla moglie Daniela. Un bronzo anche dalla scherma in carrozzina, con Matteo Betti, che ha un braccio paralizzato, nella spada. Oro e record del mondo per Oscar Pistorius con la staffetta sudafricana 4x100.
c. arr.
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DANIELE DELLERA SUL CORRIERE DELLA SERA
Sapeva che avrebbe vinto l’oro paralimpico. Non certo per averlo sognato, ma per aver preparato un momento simile. Anni di allenamento per Alex Zanardi, di fatica, su questa bicicletta (la handbike) diventata amica, plasmata e lavorata con le sue mani, resa ancor più aerodinamica grazie al talento e al genio di pilota di F1. Un genio mai domato, nemmeno da quel destino maledetto che gli ha portato via le gambe, nel terribile incidente di Lausitz, in Germania, il 15 settembre 2001. Una bicicletta speciale, ovvio, ma nata in famiglia, per stare insieme al figlio Niccolò che cresceva, per dialogare con lui, per non farsi scappare i bisogni e le gioie del suo piccolo. Poi l’idea e la voglia di restare campione, di non arrendersi mai, di gareggiare su questa handbike spinta, prima ancora che dalle braccia, da un cuore grande così.
Zanardi ha raggiunto Londra paralimpica dopo aver macinato 20.000 km su questa handbike classe H4, dopo averla distrutta finendo in un fosso. Distrutta e ricreata senza perdersi d’animo. Tutto questo prima di Londra, uno shock, ma non per Alex e i suoi tecnici che lo assistono in questa impresa.
E che sia un predestinato lo conferma anche questo suo ultimo trionfo, nella cronometro paralimpica, conquistato su una pista, il circuito di Brands Hatch. Là dove Alex Zanardi fece la sua prima pole position nella Formula 3000. Ricorsi non solo unici, ma da pelle d’oca.
Bolognese che non sta mai fermo, giramondo, animato da una curiosità che gli fa abbattere confini e barriere, in particolare quelle che lo fanno arrabbiare, che rendono la vita impossibile a chi come lui è stato beffato da un giorno maledetto o dalla malattia, Zanardi sulla handbike rivive la sua grande passione per la tecnica, per l’aerodinamica. Come si infilava in macchina e andava a 300 km all’ora sorprendendo non solo gli appassionati di F1 e Indy, ma anche colleghi diventati addirittura dei miti, mai dimenticare che Ayrton Senna stravedeva per lui, così adesso affronta la fatica di una bicicletta che lo porta lontano, fino all’oro paralimpico.
Daniele Dallera