Francesco Piccolo, Corriere della Sera 6/9/2012, 6 settembre 2012
La storia di Clint Eastwood racconta in modo perfetto che cosa è diventata la sinistra (in tutto il mondo)
La storia di Clint Eastwood racconta in modo perfetto che cosa è diventata la sinistra (in tutto il mondo). In una discussione, a un certo punto il tuo interlocutore pronuncia la frase più minacciosa: «Tu che sei intelligente...». Ti sta avvertendo: poiché ti considero intelligente, devi essere d’accordo con me. Se non sei d’accordo con me, non sei intelligente. Che è praticamente quello che ha detto Michael Moore a Clint Eastwood. Michael Moore è il re della demagogia e della semplificazione. E infatti è il rappresentante più puro della nuova sinistra: penso delle cose così giuste che tutti quelli che non le pensano con me, sono dei deficienti. Il pensiero democratico mi ha insegnato il rispetto delle opinioni altrui. È uno dei motivi più profondi che mi hanno spinto a considerarmi di sinistra, quando ero ragazzo: la dialettica, la tolleranza. Perché ora la sinistra è diventata del tutto intollerante al pensiero diverso? Perché si è trasformata in un censore del mondo? Di qua gli intelligenti pochi, di là i deficienti molti. Se uno viene reputato intelligente, non può stare di là. Altrimenti è la dimostrazione che così intelligente non era. Questo accade in particolar modo con gli artisti. La sinistra considera tutti gli artisti di valore roba di sua proprietà. E se scopre che qualcuno è diverso, si scandalizza: vuol dire che non è più bravo — che non è mai stato bravo. Forse la performance di Eastwood dal palco dei repubblicani è stata mediocre. Di istanze mediocri (anche di più) a favore dei democratici ce ne sono state infinite, negli Stati Uniti come in Italia. Ma non hanno mai scandalizzato. In verità a Clint Eastwood non si dà la colpa di un discorso mediocre, ma di un discorso conservatore. La sinistra mondiale non tollera che un artista sia conservatore, e confonde immediatamente il pensiero con la qualità dell’artista. E infatti è già successo quello che mi aspettavo; una amica mi ha detto: i suoi ultimi film non erano nemmeno poi così belli. Eastwood è uno dei più grandi registi viventi. Il fatto che non la pensi come me, lo rende, in fondo, ancora più interessante. Francesco Piccolo