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 2012  settembre 02 Domenica calendario

SONO LE DONNE E I MINORENNI I PIÙ ATTRATTI DALLE “BIONDE”

Trench, volto imbronciato e sigaretta all’angolo della bocca. Se il mito cinematografico del fumatore è stato rappresentato per settant’anni da Humphrey Bogart in Casablanca, l’America ci comunica che è tempo di cambiare: e allora ecco il sex symbol Johnny Depp costretto ad aspirare solo il vapore delle bionde elettroniche nel film The tourist, girato a Venezia. Un messaggio anche per l’Italia che negli ultimi anni ha però invertito la tendenza di consumo di tabacco.
DA UN RAPPORTO dell’Istituto superiore di Sanità si scopre che nel 1998 venivano venduti nel nostro Paese 91 milioni di chili di sigarette, arrivati al picco di 103 nel 2002.
L’anno scorso la cifra è tornata a 85,5 milioni, in tendenza decrescente da sette anni. Da quel 2005 in cui è stato imposto il divieto di fumare nei locali e i consumi sono calati del 10%, effetto certamente correlato.
I fumatori italiani restano comunque più di 10 milioni, il 20,8% della popolazione. Molti di loro provano disperatamente a smettere e 6 milioni ci sono riusciti. Guru, santoni e medici si contendono il metodo migliore per rinunciare alle bionde il cui consumo è in crescita solo tra i giovanissimi: l’Istat ha misurato che su un campione di 100 persone, i fruitori di tabacco nella fascia d’età tra 14 e 17 anni sono cresciuti da una media di 5,3 del 1993 al 7,4 del 2001 fino all’8,8 del 2011. Un dato preoccupante se si considera che un minore di 20 anni con 15 sigarette al giorno riduce la propria capacità respiratoria del 5%, pregiudicando la fine dello sviluppo polmonare. I senatori Ignazio Marino (Pd) e Antonio Tomassini (Pdl), hanno presentato un disegno di legge, che sarà esaminato nelle prossime settimane, per vietare la vendita delle sigarette ai minorenni.
Ma i ragazzi non sono gli unici consumatori in crescita. Dati allarmanti si registrano anche tra le donne. Nel 1993 21,2 su 100 tra i 45 e i 54 anni erano abituate al fumo. Nel 2001 la media era salita al 22,5 per arrivare al 2011 con il 23,3. Lo stesso succede nella fascia d’età superiore, quella tra 65 e 74 anni.
Qui la media è salita dal 6,2 del 1993 al 7,4 del 2001 fino al 9,9 del 2011. Anche se il sistema di sorveglianza dell’Istituto superiore di Sanità Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), nel tracciare l’identikit del fumatore, non esce dai canoni: maschio, giovane, poco istruito, con difficoltà economiche. E quasi tutti, almeno una volta nella vita, provano a smettere. Un’indagine della Fondazione Veronesi ha raccontato che i fumatori indicano come cause principali dell’incapacità di abbandonare il vizio la scarsa forza di volontà (58,2%) e la dipendenza psicofisica (22,9%). Mentre un 23,3% si è dichiarato per nulla intenzionato a smettere o perché genericamente “non gli interessa” (37,3%) o perché vive il fumo come un piacere (27,9%).
MA COSA si può fare per non cedere più? Sui rimedi c’è l’imbarazzo della scelta e alcune proposte hanno dell’incredibile: si va dalla lettura di libri persuasivi (il più famoso è quello di Allen Carr ma su Internet se ne possono trovare decine di versioni), ai cerotti a base di nicotina, dai dvd con immagini scioccanti passando per l’agopuntura o i corsi di respirazione fino alle sedute psicoterapeutiche. Oppure, come Johnny Depp, si può diventare “svapatori” cioè adepti del vapore delle sigarette elettroniche, surrogato delle originali, ma con tutto un altro gusto. Caterina Perniconi -