Varie, 5 settembre 2012
Laila Mastari, 24 anni. Marocchina, corpulenta (pesava novanta chili), separata e madre di un bimbo di 3 anni affidato al padre, un lavoro saltuario da cameriera nella discoteca di Torino Il punto bio, dove si balla latinoamericano, qualche giorno fa s’era stufata del fidanzato egiziano Mohamed Nour Eldin, 30 anni, in Italia senza permesso di soggiorno, cameriere nello stesso locale, e l’aveva mollato
Laila Mastari, 24 anni. Marocchina, corpulenta (pesava novanta chili), separata e madre di un bimbo di 3 anni affidato al padre, un lavoro saltuario da cameriera nella discoteca di Torino Il punto bio, dove si balla latinoamericano, qualche giorno fa s’era stufata del fidanzato egiziano Mohamed Nour Eldin, 30 anni, in Italia senza permesso di soggiorno, cameriere nello stesso locale, e l’aveva mollato. Allora lui venerdì sera, in tasca un coltello, in macchina jeans e maglietta di ricambio, le chiese di allontanarsi dal bancone del Punto bio per parlare di nuovo della loro storia. I due caminarono per un po’ nel parcheggio e quando lei gli disse «mi devi lasciare in pace, non ti amo più» lui l’afferrò alle spalle, le tappò la bocca con una mano e con l’altra la trafisse, con la lama da trenta centimetri, diciannove volte alla gola e all’addome, continuando a colpirla anche quando era già cadavere sull’asfalto. Poi nascose la salma dietro agli alberi, si sfilò gli abiti zuppi di sangue, si cambiò e come nulla fosse andò al lavoro. Finito il turno, cinque ore dopo, andò a prendere un carrello della spesa, ci caricò il cadavere avvolto in un telo viola, spingendolo camminò per un chilometro e quando giunse sull’argine del Po all’altezza dell’ospedale Regina Margherita gettò l’involucro viola nel fiume per poi rifare a ritroso lo stesso percorso e rimettere al suo posto il carrello, recuperando pure l’euro del blocco (il corpo della Mastari, trovato la domenica successiva da un passante). Verso le 22 di venerdì 31 agosto nel parcheggio del Lingotto a Torino.