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 2012  settembre 05 Mercoledì calendario

«Keep cool», sorride il project manager Wolfgang Bodinka. Cosa ci sia da restare «cool» sembra a prima vista un mistero: l’aereo che lo riporterà a Monaco di Baviera dovrebbe decollare tra due minuti dall’aeroporto berlinese di Tegel, invece è ancora fermo a Monaco e, se tutto andrà bene, non sarà qui prima di un’ora

«Keep cool», sorride il project manager Wolfgang Bodinka. Cosa ci sia da restare «cool» sembra a prima vista un mistero: l’aereo che lo riporterà a Monaco di Baviera dovrebbe decollare tra due minuti dall’aeroporto berlinese di Tegel, invece è ancora fermo a Monaco e, se tutto andrà bene, non sarà qui prima di un’ora. E pensare che lui voleva imbarcarsi in serata, ma il volo che aveva prenotato era stato cancellato, costringendolo a ripartire con una mezza giornata d’anticipo. Tutta colpa dello sciopero del personale di bordo a Berlino-Tegel, Francoforte e Monaco, che ieri ha paralizzato i tre scali e influenzato anche il traffico europeo. E Bodinka? «Kein Problem, prendiamo le cose come stanno, non ha senso perdere la calma». Anzi, aggiunge, capisco gli scioperanti, per tre anni non hanno avuto aumenti salariali, mentre l’inflazione è cresciuta. «Certo che è irritante, ma se scioperano hanno le loro ragioni», concorda, qualche metro più in là, Doris, che si è vista cancellare il volo e ora aspetta di capire su quale aereo imbarcarsi per rientrare a Monaco. A Berlino, ma non solo, i tedeschi mostravano ieri solidarietà col personale di bordo, che pure ha causato loro non pochi disagi. Sarà che molti, come lo stesso Wolfgang Bodinka, si trovano coinvolti personalmente in uno sciopero per la prima volta in vita loro. In fondo il personale di bordo di Lufthansa non aveva mai scioperato nella storia della compagnia aerea. La prima volta in assoluto è stata venerdì. Ieri è arrivata la seconda tappa, che ha colpito al cuore la prima compagnia tedesca: almeno 43.000 i passeggeri interessati, oltre 300 i voli cancellati. Lo sciopero ha interessato, oltre a Berlino, i due più importanti scali della società in Germania: Francoforte, dove lo sciopero è durato otto ore (al pari della capitale), e Monaco, dove il personale ha incrociato le braccia per 11 ore. E il livello dello scontro è destinato a salire: il sindacato di categoria, chiamato Ufo, vuole scioperare venerdì per 24 ore negli aeroporti di Francoforte, Berlino, Amburgo, Düsseldorf, Stoccarda e Monaco di Baviera. Il caos è assicurato. E così una sigla che raccoglie appena 10.000 assistenti di volo potrebbe mettere in ginocchio il gigante Lufthansa. «Sono sorpreso, non mi aspettavo che facessero sciopero anche qui», ammette Alberto, un esperto di licenze che sta aspettando a Tegel di decollare per Francoforte, per poi rientrare a Torino. Una reazione, la sua, che ieri, di fronte alle immagini delle lunghe file davanti i banchi del check-in e le biglietterie, avrà accomunato molti italiani, cresciuti col mito dell’efficienza e della puntualitàtedescaeoraconfrontati con notizie che non rientrano in questo stereotipo: qui il personale di bordo che sciopera, là i medici tedeschi che, per la prima volta nella storia della Repubblica federale, minacciano di incrociare le braccia contemporaneamente su tutto il territorio nazionale. Per non parlare dell’interminabile saga del nuovo aeroporto di Berlino, intitolato a Willy Brandt: dovevano inaugurarlo l’anno scorso, poi il 3 giugno 2012, infine il 17 marzo 2013. Da ieri c’è una nuova data: ottobre 2013. E per sicurezza, per evitare ulteriori caos, i lavori di costruzione sono stati sospesi quasi del tutto. Addio a un mito, insomma? La Germania è un Paese in cui tradizionalmente si sciopera poco: secondo l’Ufficio di statistica tedesco l’anno scorso i giorni di lavoro persi per sciopero sono stati 1,9 per ogni 1.000 lavoratori. Stando a Ocse e ILO tra 2000 e 2008 sono stati in media 5 per ogni 1.000 lavoratori, contro gli 88 in Italia. In Germania, uno Stato in cui lo sciopero generale è in linea di massima proibito, al pari dello sciopero politico, e in cui i dipendenti del pubblico impiego non possono incrociare le braccia, i lavoratori possono scioperare, brevemente, durante le trattative salariali («scioperi di avvertimento»), oppure, in forma più ampia, dopo che queste ultime sono fallite. È quanto sta succedendo alla Lufthansa, dove lo scontro per il rinnovo del contratto va avanti da 13 mesi: dopo tre anni in cui le buste paga sono rimaste congelate il sindacato Ufo chiede ora un incremento salariale del 5% per 15 mesi e la rinuncia al ricorso ai lavoratori interinali e si batte contro i piani della società per creare una controllata low-cost; Lufthansa, che oggi paga il suo personale meglio delle concorrenti ma che è costretta a risparmiare sui costi, in quanto stretta a tenaglia dalla concorrenza dal basso di compagnie come Ryanair e dall’alto dai vettori arabi come Emirates, offre aumenti del 3,5% per tre anni, con un aumento contemporaneo però dell’orario lavorativo, più una rinuncia temporanea – non definitiva, come chiede Ufo – agli interinali. I toni dello scontro, intanto, si fanno sempre più duri. La prova di fuoco è attesa tra due giorni.