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 2012  settembre 05 Mercoledì calendario

dal nostro inviato L´uomo è in bagno, ha lasciato la porta socchiusa. Ordina alla ragazza di avvicinarsi

dal nostro inviato L´uomo è in bagno, ha lasciato la porta socchiusa. Ordina alla ragazza di avvicinarsi. La fa inginocchiare. Il resto è una lunga sequenza, a tratti insostenibile, di sottomissione sessuale. Sono le prime pagine di Une semaine de vacances, il nuovo libro di Christine Angot, scrittrice francese abituata a fare scandalo. Il libro narra l´iniziazione di una giovane vergine nel chiuso di una casa di vacanza. Non sono i dettagli osceni che si susseguono a disturbare il lettore ma la relazione pedofila che si crea tra l´uomo e la ragazza. Un padre e sua figlia. L´incesto, tabù universale su cui ogni società si costruisce, è raccontato nei dettagli più morbosi, con un stile disumano e scarno. Prima ancora di essere pubblicato, l´uscita è prevista per oggi, il libro di Angot ha scatenato un acceso dibattito tanto da conquistarsi ieri la prima pagina di Libération. Un romanzo-evento come succede spesso in Francia, paese nel quale gli scrittori di narrativa possono aprire polemiche trasversali, incrociando la cultura e la politica. Nell´intervista pubblicata dal quotidiano francese, l´autrice difende la sua scelta. «L´incesto non è un qualcosa di privato o intimo, è qualcosa di sociale, di politico» spiega Angot. I casi di molestie sessuali all´interno della famiglia diventano spesso un segreto inconfessabile sul quale si preferisce stendere un velo di omertà. Anche per la scrittrice francese è stato così. Cresciuta con la madre e la nonna, Angot ha conosciuto solo a quattordici anni suo padre, un traduttore del parlamento europeo, descritto come un uomo poliglotta, colto, amante della buona tavola. Le violenze sessuali che la giovane Christine subisce allora vengono ignorate o passate sotto silenzio da gran parte dei suoi parenti e amici. Nel racconto letterario, la protagonista ha sedici anni ed è completamente asservita ai desideri del suo padre-padrone che mentre abusa del suo corpo le ordina di dire: «Ti amo, papà». Le centoquaranta pagine del romanzo si soffermano su particolari raccapriccianti, un´indagine anatomica di ogni servizio sessuale richiesto, in un crescendo di perversione senza limiti. Uno shock letterario che, secondo Angot, dovrebbe provocare un presa di coscienza. «Ho capito - spiega - che la dimensione sessuale dell´incesto non è chiara a tutti, molte persone non realizzano cosa accade davvero». La scrittrice aveva già rivelato gli abusi di cui era stata vittima pubblicando nel 1999 L´Incesto, tradotto anche in Italia. Ma allora le violenze erano solo accennate. Questa volta la scrittrice riprende il racconto con minuzia scientifica, usando il tono impersonale del narratore. È uno dei suoi pochi libri in terza persona. Una scelta, spiega, che permette anche di elaborare la violenza pedofila e di presentarla al lettore senza il filtro delle emozioni. L´utilizzo dell´Io ha contraddistinto tutta la sua opera così come i riferimenti autobiografici. Angot è considerata un´esponente di spicco dell´autofiction, genere molto frequentato dagli scrittori francesi spesso accusati di essere "nombrilistes", concentrati solo sul proprio ombelico. Con il suo gusto per la provocazione, l´autrice cinquantatreenne è amata e odiata dalla stampa francese. È un´ospite apprezzata dalle televisioni perché capace di sostenere polemiche e accendere risse in diretta. Spesso se la prende con i suoi editori, che prende e lascia con disinvoltura. Ha esordito con Gallimard per approdare oggi a Flammarion, dopo aver abbandonato Le Seuil che pure l´aveva ingaggiata con un lauto compenso. Amata e odiata, non lascia mai indifferente. Coccolata da testate come Libération e il settimanale Inrockuptibles, è stata invece definita un "vampiro" dal Nouvel Observateur. Nei suoi romanzi, quasi venti dal debutto nel 1990, fa continue allusioni ad amici e conoscenti. Non sempre finisce bene. L´ex moglie del cantante Doc Gyneco, con cui Angot ha avuto una turbolenta passione, l´ha denunciata per violazione della vita privata, riconoscendosi in ben due dei suoi libri. Separata, madre di Léonore alla quale ha dedicato molti dei suoi primi romanzi, ha collezionato amanti per poi servirsene come materiale letterario. Angot si paragona per la durezza della scrittura a Marguerite Duras. «Disturba perché è una donna, questo è il suo più grave difetto» chiosa Libération. La pervicace ricerca dell´oscenità è per lei il meccanismo con il quale svelare le zone d´ombra della società, la dominazione sessuale e famigliare sugli individui. Sull´incesto, che torna continuamente nei suoi libri, Angot dice di aver preso spunto da Anaïs Nin e dall´Edipo re di Sofocle. «Non sono certo la prima a parlarne, eppure ogni volta c´è qualcuno che riesce a distogliere lo sguardo, a coprirsi con una maschera». Forse ora non sarà possibile, almeno per i temerari, che avranno voglia di aprire il suo nuovo libro.