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 2012  settembre 05 Mercoledì calendario

Quella di ieri è stata la prima riunione della nuova Agcom in cui i commissari sono entrati nel vivo dei due grandi problemi in attesa di soluzione: la gara per le frequenze televisive e la competizione nella telefonia fissa

Quella di ieri è stata la prima riunione della nuova Agcom in cui i commissari sono entrati nel vivo dei due grandi problemi in attesa di soluzione: la gara per le frequenze televisive e la competizione nella telefonia fissa. Due faccende terribilmente complicate per le quali è legittimo aspettarsi tempi medio-lunghi. Per quanto riguarda la prima, è stata nominata una task force di tecnici interni che dovrebbe preparare una bozza di capitolato di gara da sottoporre a Bruxelles per un parere informale, a cui seguirà una consultazione pubblica e infine il parere scritto della Commissione europea. L’asta che sostituirà il beauty contest (cioè il regalo dello spettro radio alle televisioni) difficilmente potrà quindi tenersi prima di gennaio. Idem per l’altra spinosa questione — la concorrenza sull’ultimo miglio della rete di Telecom Italia — su cui si è deciso di aprire un’analisi del mercato per stabilire in quale misura sia dominato dall’operatore storico e trarne poi le opportune conseguenze regolatorie. L’azione della nuova Agcom — che ieri ha prorogato il piano di numerazione automatica dei canali televisivi sul telecomando (oggetto di una sentenza del Consiglio di Stato) — parte condizionata da tre elementi, gli stessi che condizionarono anche la vecchia. Il primo è il peso della materia, che richiederebbe grandi personalità indipendenti. Il secondo è, per l’appunto, la composizione del consiglio, decisa dai partiti: ad eccezione di Maurizio Dècina, i commissari hanno competenze economiche e politiche ma non certo il know how tecnico che servirebbe. Il terzo è la pressione dei poteri esterni in materie altamente sensibili, di cui in passato abbiamo avuto evidenze spettacolari. A cui si aggiunge una quarta criticità, cioè la partenza per Bruxelles di Roberto Viola, l’ex segretario generale passato a un importante incarico europeo. La sua assenza, almeno in un primo momento, si farà sentire. Edoardo Segantini