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 2012  settembre 03 Lunedì calendario

Le litiganti Fornero-Camusso Nove mesi di rissa continua - Opposte e forse speculari, entrambe toste, entram­be nordiche ( una Torino, l’altra Milano), divise da 7 anni di età e una o più galassie di apparte­nenza

Le litiganti Fornero-Camusso Nove mesi di rissa continua - Opposte e forse speculari, entrambe toste, entram­be nordiche ( una Torino, l’altra Milano), divise da 7 anni di età e una o più galassie di apparte­nenza. La mini­stra che viene dai consigli di sorveglianza delle banche e dai consigli di facoltà, la sin­dacalista rin­ghiosa che si è fatta strada, unica ragazza o quasi, nella Fiom degli scio­peri duri e ma­schi. Opposte e speculari, en­trambe donne di carattere (o caratterac­cio?), quando si sfiorano so­no scintille. Quelli di Ridley Scott erano Duellanti, loro sarebbero le Liti­ganti. Il tono delle polemiche si di­rebbe quello tra la Padrona del­l’azienda e la Capa del sindacato interno, il (o la) Cumenda che en­tra presto ed esce tardi dalla fab­brichetta e la rappresentante dei dipendenti, irremovibile sul mi­nuto e mezzo in più di pausa pran­zo. Praticamente impossibile che le Litiganti possano intendersi: una è l’anti-Camusso fatta e fini­ta, l’altra l’anti-Fornero perfetta. Difficile dire chi delle due risulti meno antipatica o un po’ mallea­bile, anche se, tra le due, l’unica che ha pianto in pubblico finora è la Fornero (difficile immaginare una Camusso piangente). «Lacri­me di coccodrillo» disse subito, a lacrima ancora calda, la segreta­ria della Cgil. Fu l’inizio di un in­contro di wrestling che prosegue a oltranza. Lavoro, bamboccioni, flessibilità, disoccupati, pensio­ni. L’ultimo round è sull’attitudi­ne dei piemontesi a sgobbare. Ba­sta rievocare una vecchia battuta (improvvida per un ministro del Lavoro, ma la Fornero ci ha abitua­to), «sono piemontese e sono abi­tuata a lavorare», e arriva il destro della Camusso punta sul vivo con la citazione della Duellante: «So­no affermazioni assolutamente demenziali, come se a Torino si la­vorasse di più che a Bologna o a Mi­lano ». La Fornero è per la Camusso quel che Berlusconi era per gli an­tiberlusconiani: un nemico, ma anche un’occasione di autoaffer­mazione. Dove lo trovi un mini­stro che offre così tanti assist al se­gretario Cgil per dar mostra di sé? E la Camusso non se ne perde uno, caricando a testa bassa. Subi­to dopo il varo della riforma del la­voro, la sindacalista esplicita il concetto che ha di Elsa Fornero: un robot senza cuore. Dice la Ca­musso: «Il ministro ha una passio­ne per i licenziamenti che dimo­stra la sua non sensibilità agli stra­ordinari problemi della crisi». Ri­sponde poco dopo l’altra Duellan­te, con chiosa britannica per ri­marcare la differenza di status so­ciale e di studi: «Non mi sembra di dover commentare una frase che si commenta da sola, honestly ». Bianco e nero, poli opposti. Se la ri­forma del lavoro «penalizza le don­ne »(versione Camusso),nella ver­sione Fornero significa solo che «gli uomini dovranno fare di più in famiglia».A volte si incrociano an­che fisicamente, com’è successo a Ginevra, per la Conferenza del la­voro. A pochi metri di distanza si sono sfidate, un’altra volta, con la Camusso che dice «è intollerabile la reazione del ministro» al caso esodati, e il ministro che replica con ira trattenuta ai cronisti che le chiedono il contrattacco: «Non de­vo n­ecessariamente copiare i com­portamenti altrui. Mi sembra buo­na regola parlare all’estero di cose che riguardano l’economia inter­nazionale e parlare in Italia di cose prevalentemente italiane». Come dire che cattiva educazione la Ca­musso, honestly . L’apice dello scontro si è avuto sugli esodati. Quando la Fornero cercò una soluzione, avvertendo che però non ci sarebbero state «risorse per tutti»,la Camusso rivi­de l’ombra del robot che «disprez­za le persone». Se non ci si può ri­spondere, si usa la mimica per dis­sentire, come fa la segretaria Cgil in una clip di Skytg24 quando, ospite del convegno Women in Di­plomacy alla Farnersina, si con­torce in mille smorfie mentre par­la la Fornero, sua duellante, in col­legamento telefonico. Il magnetismo del duello le ha fatte procedere in parallelo an­che sulle gaffe . Poche ore dopo la «paccata di miliardi» uscita di bocca alla For­nero, con con­seguente stra­scico polemi­co, la Camusso è riuscita a sca­tenare mezzo Pd per una frec­ciata televisiva a Walter Veltro­ni («aveva det­to che andava in Africa...»). «La battuta astiosa di #Ca­musso: una ve­ra #paccata» scrisse su twit­ter Gentiloni. Una specie di par condicio delle Duellan­ti. Altro round quando la sindacalista dice che la riforma del lavoro è una «ban­dierina ideologica» piazzata dal­la Fornero, che subito risponde alla Duellante: «La Camusso fac­cia come crede. Questa è una de­mocrazia ». A febbraio si erano in­contrati per un faccia a faccia al ministero. Si seppe poco, solo la durata: più di tre ore. E che la For­nero uscì dall’incontro con que­sta frase, più goffa della paccata di miliardi: «La Camusso? Non la considero affatto una mia avver­saria ».