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 2012  settembre 02 Domenica calendario

Tunisia, anatema degli islamisti contro il viagra - Il viagra sbarca in Tunisia e da martedì 4 settembre verrà distribuito in tutte le far­macie del Paese

Tunisia, anatema degli islamisti contro il viagra - Il viagra sbarca in Tunisia e da martedì 4 settembre verrà distribuito in tutte le far­macie del Paese. Si tratta di una rivoluzio­ne epocale per il Maghreb, che ha sempre guardato con scetticismo all’introduzio­ne della famosa pillola blu anche, e soprat­tutto, per questioni di ordine religioso. Un buon musulmano è il prototipo della virili­tà e sotto le lenzuola riesce a soddisfare la partner (o più mogli) senza il sostegno di particolari alchimie. Almeno in apparen­za, perché prima dell’arrivo del viagra cir­colavano (e circolano tutt’ora) strane pa­stiglie e stimolanti di provenienza cinese. Si possono facilmente acquistare nei suk tunisini, così come in quelli di buona parte del Nord Africa. Prodotti, ormai in vendita anche sulle bancarelle dei mercatini dell’ Africa nera, la cui efficacia è discutibile, che danno origine a una lunga lista di con­troindicazioni e che in alcu­ni casi si sono anche dimo­strati letali. Sarebbe questo il motivo per cui il ministro della salute Abdellatif Mekki ha autorizzato la scorsa primavera l’insedia­mento dei laboratori della Pfizer (la casa farmaceuti­ca che produce il viagra) nei pressi di Tunisi. Secon­do i dati forniti dal profes­sor Khaled Atallah, presi­dente dell’ordine degli urologi della Tuni­sia, quello dell’impotenza sarebbe un pro­blema tutt’altro che marginale nel Paese. Le statistiche, aggiornate al 2010, parlano di un 30% di uomini affetti da problemi di erezione. Una notizia che era stata tenuta nascosta per parecchio tempo, ma che al medesimo tempo aveva favorito la distri­buzione di un prodotto locale, il Viatec, tutt’altro che adeguato nel­la cura delle disfunzioni erettili. In Tunisia qualcu­no il Viagra, e i suoi derivan­ti, l’aveva comunque già sperimentato acquistando­lo on line come avviene un po’ in tutto il mondo. Il pac­co è anonimo e non c’è nep­pure l’intoppo della pre­scrizione medica. Da mar­tedì cambia tutto, anche se i comprensibili imbarazzi del maschio maghrebino, che come in un vecchio spot «non deve chiedere mai», po­trebbero essere aggirati dalla complicità di mogli disposte a fare la fila in farmacia. La Pfizer, che è in trattativa con il gover­no provvisorio libico per aprire una filiale anche a Tripoli, ma che ha ricevuto un «no grazie» dal Marocco, è convinta di aver messo le mani su un business senza prece­denti, anche se il lancio del prodotto finirà inesorabilmente per scontrarsi con il radi­calismo dei Fratelli musulmani. Gli islami­ci dell’ala più intransigente sono sul piede di guerra e promettono di occupare le far­macie della Tunisia, ma anche la sede stes­sa della Pfizer. Secondo il loro punto di vi­sta non solo il viagra è figlio «di una globa­lizzazione che ha come obiettivo ultimo quello di intaccare i valori dell’Islam au­tentico e trascinarlo verso l’occidente infe­dele », ma sarebbe «merce volgare che co­pre di ridicolo l’uomo. La sessualità è un dono di Allah e non ha bisogno certamen­te della chimica». Sulla questione non si è pronunciato al momento il premier Hammadi Jebali, ma è intervenuto il ministro della salute Abdel­latif Mekki, spiegando che «il problema esi­ste e che si ripercuote sul morale degli uo­mini, sempre più frustrati e nervosi. Se una medicina può salvare un matrimonio e migliorare anche le condizioni psicologi­che e lavorative mi domando perché non dovrebbe entrare in commercio».