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 2012  settembre 04 Martedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - L’INCONTRO MONTI-HOLLANDE


REPUBBLICA.IT - I MERCATI
MILANO - Wall Street spiazza i mercati europei. L’indice manifatturiero di agosto cala più del previsto, la spesa per le costruzioni scende anziché aumentare e i listini del Vecchio continente invertono la rotta in scia alle vendite negli Stati Uniti. Finisce così l’effetto Draghi e torna in alto lo spauracchio Moody’s. Ieri il presidente della Bce, parlando davanti al Parlamento europeo ha promesso nuovi interventi "se necessari" e ribadito che l’acquisto di bond governativi "fino a tre anni non si configura come aiuto di stato. Francamente - ha anche detto Draghi in base alla trascrizione della sua audizione ieri al Parlamento Ue ottenuta da Bloomberg - tutto ciò ha molto a che fare con il proseguimento dell’esistenza dell’euro". A fare da contraltare al banchiere l’intervento dell’agenzia di rating che nella notte ha confermato il proprio giudizio Aaa sull’Ue abbassando però a negativo l’outlook.
Piazza Affari ha così invertito la rotta e chiuso la seduta cedendo lo 0,29%, il Dax di Francoforte ha perso l’1,17%, il Ftse 100 di Londra l’1,5%, il Cac 40 di Parigi l’1,58%. Giù anche Wall Street con il Dow Jones che arretra dello 0,6% come l’S&P e il Nasdaq. Dell’effetto Draghi beneficia, invece, lo spread: il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e tedeschi è in discesa a 427 punti base contro i 439 della chiusura di ieri. Per Bankitalia i fondamentali del Paese non giustificano lo spread, ma sul mercato secondario i Btp decennali sono scambiati a un tasso del 5,6%. Seduta positiva anche sui mercati valutari con l’euro che viene scambiato a 1,2570 dollari contro gli 1,2593 della chiusura di ieri. Lo yen è a 98,83.
Segnali positivi in arrivo dalla Grecia: Atene ha raccolto 1,137 miliardi di euro emettendo buoni del tesoro a sei mesi con un tasso di interesse in lieve calo al 4,54%. L’emissione è stata sottoscritta per due volte l’offerta iniziale che era di 875 milioni di euro. Nell’ultima operazione sul mercato, all’inizio di agosto, erano stati emessi titoli a sei mesi per 812,5 milioni di euro con un rendimento del 4,68%. La Grecia, peraltro, non riesce più ad accedere a finanziamenti a medio e lungo termine, quindi emette solo titoli a tre o a sei mesi.
Sul fronte macroeconomico l’inflazione nell’area Ocse a luglio è scesa all’1,9% su base annua contro il 2% di giugno. Per L’Italia i prezzi al consumo registrano un 3,1%, in calo rispetto al 3,3% di giugno. Ma a pesare sui mercati sono stati soprattutto i dati in arrivo dagli Stati Uniti: l’indice Ism manifatturiero è sceso in agosto a 49,6 da 49,8. Un rilevamento inferiore alle attese degli analisti che prevedevano il ritorno a quota 50 punti (la spartiacque tra crescita e contrazione). Scende, a sorpresa, anche la spesa per costruzioni che a luglio arretra dello 0,9%: dato decisamente peggiore delle attese del mercato che aveva preventivato una crescita dello 0,5%.
La Borsa di Tokyo, intanto, ha terminato gli scambi poco mossa (-0,10%), in attesa del Board della Bce giovedì prossimo. L’indice Nikkei, malgrado la marcata flessione dello yen sull’euro e la tenuta sul dollaro, si attesta a quota 8.775,51, in calo di 8,38 punti.
Il greggio Usa cede oltre un dollaro dopo i deludenti dati macro. I future di ottobre del Light Crude perdono 1,04 dollari a 95,43 dollari al barile, dopo avere oscillato tra un minimo di 95,21 e un massimo di 97,37. Oro ancora in rialzo, invece, sui mercati asiatici con il lingotto con consegna immediata che viene scambiato a 1.696,91 dollari l’oncia, il livello più alto raggiunto dal mese di marzo.
(04 settembre 2012)

REPUBBLICA.IT - L’INCONTRO
ROMA - Accordo pressoché totale, uniformità di vedute anche sulla tav: i governi di Italia e Francia confermano la volontà di completare la Torino-Lione. Lo ha detto il premier Mario Monti, nella conferenza stampa al termine del colloquio con il presidente francese François Hollande.
Parlando della controversa linea ferroviaria ad alta velocità, Monti ha confermato il bilaterale in programma proprio a Lione, "segno concreto della volontà dei nostri paesi di dare completa realizzazione a quell’opera di alto interesse che è la Tav tra Torino e Lione".
Combattere lo spread. Nella conferenza stampa alla conclusione del vertice, i due presidenti sottolineano la "grande sinergia" per la crescita, difendono l’euro, riconoscono il problema dell’occupazione come centrale, e, soprattutto, promettono di vigilare sulla realizzazione degli impegni presi al vertice europeo per combattere lo spread. "Sono sicuro che il presidente Hollande e io veglieremo affinché i passi avanti compiuti dall’ultimo vertice europeo per combattere lo spread siano completamente realizzati", dice Monti a Villa Madama.
Grecia, soluzione già ad ottobre. Sulla Grecia, si spera di poter trovare una soluzione già al Consiglio europeo di ottobre, ma "molto dipenderà" da Atene, precisa François Hollande nella conferenza stampa congiunta con Monti. Se il rapporto della troika sarà positivo, cioè se sarà certificata una certa credibilità, "allora se ci fosse bisogno di più tempo sarebbe possibile immaginare un piano con più tempo per la Grecia in modo da mantenere il Paese nell’euro", aggiunge il presidente francese.
Tre tappe per la zona euro. Per la zona euro, i due presidenti delineano tre tappe: la prima è in corso e "riguarda l’applicazione delle conclusioni del Consiglio europeo del 28-29 giugno", dice Hollande. La seconda è, appunto, "riuscire a risolvere la questione della Grecia, che si pone oramai da mesi e dopo il rapporto della troika permetterà al Consiglio europeo di ottobre di portare avanti il piano per tenere la Grecia nella zona euro". Il Consiglio europeo, sottolinea ancora, "dovrà trovare le soluzioni per Spagna e Grecia. La terza tappa sarà "a fine anno e riguarderà l’unione bancaria e l’approfondimento dell’unione economica e monetaria".
Stop ai dubbi sull’euro. Sull’euro non devono esserci più dubbi, concordano Hollande e Monti, sottolineando come d’accordo anche con la cancelliera Merkel, ci sia una forte convergenza per risolvere le questioni di tutti gli europei. "Dobbiamo risolvere i dubbi sulla zona euro per ristabilire la fiducia", dice Hollande.
Occupazione, problema centrale. Sul problema dell’occupazione, ritenuto centrale, Mario Monti lancia un appello alle parti sociali: per rilanciare la produttività e la competitività è necessario che imprese e sindacati "acuiscano gli sforzi" perché "è il momento di lavorare insieme per creare lavoro", dice il premier. L’obiettivo del governo, spiega, è quello di "migliorare la produttività del Paese" ma occorre che tutte le parti in causa "acuiscano gli sforzi".
(04 settembre 2012)

REPUBBLICA.IT
MILANO - Il premio per il rischio ’giusto’ per i Btp decennali, rispetto ai titoli tedeschi di pari durata, è di non più di 200 punti base. Il calcolo è stato fatto sulla base di rigorose stime econometriche da un pool di economisti della Banca d’Italia e pubblicato nella collana ’Questioni di economia e finanza’ di Via Nazionale. I fondamentali che determinano il premio per il rischio italiano (crescita economica, condizioni fiscali e rischi finanziari), si legge, non giustificano i 450 punti di spread che hanno rappresentato la media del differenziale di rendimento a giugno tra i decennali dei due paesi dell’eurozona. Il livello dello spread Btp-bund non è giustificato dai fondamentali neanche sulle scadenze più brevi: (180 punti contro 410 sui titoli a due anni e 270 punti base contro 490 sui bond sovrani a cinque anni).
Sul differenziale eccedente, quindi, incidono altri fattori. Per gli economisti di Bankitalia c’è, innanzitutto, "l’impressionante" riduzione dei rendimenti tedeschi favorita dal forte flusso di acquisti verso i bund percepiti in questa fase di crisi e incertezza come ’bene rifugio’. Il maggior sospettato, tuttavia, è un rischio nuovo che non era presente nei modelli di analisi finora utilizzati dagli economisti: quello di un crollo dell’eurozona. E la riprova, si legge nello studio, sono i forti scostamenti dei rendimenti dei titoli sovrani dei paesi ’core’ e ’non core’ dai valori giustificati da fondamentali variazioni. Scostamenti che si sono registrati contemporaneamente e in direzioni opposte. Il rischio di break-up dell’euro, conclude lo studio, ha quindi svolto un ruolo chiave nella forte dispersione dei rendimenti dei bond sovrani dell’eurozona a cui oggi assistiamo.
A poco sembrano valere le opinioni di esponenti di peso della Bce come Joerg Asmussen che ha spiegato che "per una valuta unica non sono accettabili dubbi sistemici". Il membro del comitato esecutivo dell’Eurotower ha anche aggiunto che nel Vecchio continente "dobbiamo andare verso un’unione dei mercati finanziari" perché "quando è in gioco la stabilità finanziaria di tutta l’Europa, la risposta deve essere europea". L’unione finanziaria si basa su "una vigilanza unica europea che disponda degli strumenti e delle competenze necessari" per svolgere in modo efficace il proprio compito, su un’autorità europea che si occupi delle crisi e dell’eventuale risoluzione di singoli istituti di credito e che abbia a disposizione un libro di regole unico per le banche sistemiche" e, infine, "l’organizzazione, a livello europeo, delle garanzie sui depositi, o perlomeno una loro ulteriore armonizzazione". Questi tre elementi "sono essenziali" per formare i tre pilastri del futuro sistema.
(04 settembre 2012)

CORRIERE.IT
Situazione economica, crisi della zona Euro ma soprattutto collaborazione e unità di intenti tra i due Paesi. È Mario Monti a parlare per primo subito dopo l’incontro avuto con il presidente francese François Hollande: «Fin dall’elezione di Hollande - ha premesso il premier - ci siamo trovati in grande sinergia soprattutto con unità di obiettivi: vogliamo spingere l’Ue in una strada di maggiore crescita. Abbiamo sviluppato con altri colleghi del Consiglio europeo, l’articolazione di suggerimenti per la stabilità dei mercati nell’Eurozona e in queste settimane stiamo vedendo gli sviluppi operativi della Bce e dei governi nazionali». C’è, ha sottolineato Monti «un fervore di attività per dare attuazione completa ai deliberati del 28-29 giugno. Ognuno di noi è impegnato a condurre nel proprio Paese la politica economica finanziaria. Fare i compiti a casa è indispensabile ma non basta».
LA TAV - Prima di passare la parola al presidente francese, il premier Monti ci ha anche tenuto a sottolineare che «i governi di Italia e Francia confermano la volontà di completare la Tav Torino-Lione». Monti ha infatti sottolineato che il bilaterale in programma presto a Lione «è un segno concreto della volontà dei nostri Paesi di dare completa realizzazione a quell’opera di alto interesse».
(Ansa/Ferrari)(Ansa/Ferrari)
HOLLANDE - Sulla crescita economica e gli impegni per salvare l’euro, François Hollande è stato molto chiaro: «Il piano per salvare l’euro si articola in tre tappe - ha detto il presidente francese -: bisogna far applicare le decisioni del consiglio Ue, risolvere i problemi di Grecia e Spagna e realizzare l’unione bancaria». È vero, ha aggiunto Hollande, che per alcuni Paesi ci sono tassi di interesse troppi elevati anche quando ci sono tutte le condizioni per dimostrare la buona qualità dei programmi approvati. Come nel caso dell’Italia che «ha dato prova di serietà sul bilancio pubblico. Ma se vogliamo ripristinare la fiducia - ha aggiunto -, non dobbiamo avere dubbi sulla zona euro, ne usciremo solo insieme. Con l’Europa. Questa è una occasione per tutti per contribuire» a far rientrare questi spread, ha detto Hollande. Sollecitato dai giornalisti sul ruolo della Bce e il suo piano anti-spread, il presidente francese è stato cauto: «il miglior commento è non farne, la mia posizione resta quella del Consiglio Ue di giugno». Risposta, quest’ultima, condivisa in tutto e per tutto da Monti: «Ho ascoltato con particolare attenzione il presidente Hollande per vedere se ci fosse una parola con cui non fossi d’accordo - ha spiegato il professore -, non l’ho trovata».

CORRIERE.IT - I MERCATI
L’effetto-contagio nella zona euro è il motivo principale dello spread Btp-Bund su valori molto elevati oltre i 400 punti, perchè se si considerano solo i fondamentali economici di Italia e Germania, il differenziale dovrebbe essere a quota 200. Lo afferma uno studio pubblicato dalla Banca d’Italia nella collana «Questioni di economia e finanza». Secondo il paper, la dinamica dei cosiddetti fondamentali (crescita economica, condizioni fiscali, rischi finanziari) a partire dall’estate del 2011, non sarebbe sufficiente a giustificare il forte incremento dei premi per il rischio occorso in alcuni Paesi, tra cui l’Italia.
MERCATI - Non solo. Una parte significativa dello spread, si legge nell’articolo, è spiegata dal forte calo del rendimento del Bund tedesco, che ha beneficiato di ingenti flussi di acquisti legati alla ricerca di attività ritenute più sicure da parte degli investitori. Insomma il recente andamento dello spread, la tesi dello studio di Palazzo Koch, è in larga parte riconducibile a fenomeni di contagio dovuto all’emergere, tra gli investitori, di timori sulla solidità dell’Unione monetaria europea. Timori che si sta cercando di scacciare via, a partire dalla Banca centrale europea, che giovedì spiegherà le misure che intende prendere per contrastare la crisi e favorire l’efficacia della sua politica monetaria. Le borse europee chiudono in calo una seduta segnata inizialmente dalle prese di beneficio, che non avevano colpito però i listini italiani e spagnoli, trainati dalle aperture della Bce agli acquisti di titoli di Stato a tre anni. Il dato poco confortante sull’indice Ism manifatturiero e il conseguente avvio negativo di Wall Street hanno in seguito peggiorato il morale degli investitori. Resiste in controtendenza l’Ibex di Madrid, che avanza dello 0,73% a 7.488,2 punti. Ha invece girato in negativo a fine sessione l’Ftse Mib di Piazza Affari, che cede lo 0,29% a 15.222,63 punti. Il Dax di Francoforte perde l’,17% a 6.932,58 punti, l’Ftse 100 di Londra segna -1,5% a 5.672,01 punti, il Cac 40 di Parigi arretra dell’1,58% a 3.399,04 punti.
GLI INCONTRI - Sulle strategie salva-euro hanno parlato oggi il premier Mario Monti e il presidente francese Francois Hollande. È la seconda volta in tre mesi che i due si vedono. Mercoledì i due leader entreranno nel vivo della settimana in cui il mondo attende le cruciali decisioni della Bce di Mario Draghi, che giovedì svelerà fin dove Francoforte è disposta a spingersi per aiutare la sua moneta. L’incontro di domani è parte del balletto di bilaterali che va in scena da settimane: Monti-Merkel il 29 agosto, Hollande-Rajoy il 30, Monti-Barroso e Merkel-Rajoy il 6 settembre, Monti-Rajoy il 20 settembre. Tutti appuntamenti che dimostrano il dinamismo di Italia, Spagna, Francia e Germania, in prima linea per trovare la rotta che porti l’Eurozona fuori dalla crisi.

PEZZO DELLA STAMPA DI STAMATTINA SU DRAGHI
Mario Draghi, nel giorno del suo 65esimo compleanno, entra ed esce dalla Commissione Eco dell’Europarlamento dispensando cortesie, ma non una sola sillaba. Non parla mai molto in queste circostanze, e l’audizione a porte chiuse è una ragione in più per scegliere il silenzio. Che dura poco. Appena il presidente della Bce gira l’angolo, gli eurodeputati emergono coi loro appunti, così si scopre quanto è preciso il tedesco Markus Ferber, capogruppo della delegazione Csu, un falco. «Draghi ha affermato che l’acquisto di titoli a breve non costituisce un finanziamento monetario», rivela. E «ha detto di essere contro l’attribuzione della licenza bancaria al fondo salvastati Esm». Era velleitario credere che un’ora di interventi dell’uomo del momento davanti a una settantina di persone, fra politici e assistenti, rimanesse nel riserbo. L’embargo è resistito pochi attimi. Il discorso di Draghi ha preso rapidamente forma nelle ricostruzioni di chi ha assistito all’evento, con le imprecisioni e i dubbi del caso, visto che due deputati assicurano di avergli sentito dire che il breve termine arriva a «tre anni» e il puntuale Ferber sostiene di non aver inteso il numero, in effetti un po’ lungo per essere «breve», etichetta che di solito vale per le scadenze sotto l’anno.
Il clima è caldo in vista dell’appuntamento di dopodomani, giorno in cui la Bce si ritrova dopo la pausa estiva e si attende di capire come intenda concretizzare l’impegno a fare tutto pur di garantire la stabilità dell’Eurozona. Ieri, a quanto si apprende da fonti istituzionali, Draghi s’è tenuto alla larga dal dare indizi concreti sulla riunione di giovedì. Ha però garantito che qualunque azione venisse intrapresa «in piena indipendenza» dall’Eurotower sarà «soggetta ad una forte condizionalità» e, comunque, «nel pieno rispetto dell’interpretazione dei trattati». Stando a Mario Mauro (Pdl) l’ex governatore ha assicurato: «Non sono un avvocato, ma esistono interpretazioni dei trattati conformi a questa attività».
Coerentemente, Draghi ha poi espresso l’esigenza di «ricostruire l’Eurozona e superare la sua frammentazione per garantire la stabilità dei prezzi», per cui «quanto stiamo facendo è in linea col nostro mandato ed è legato alla sopravvivenza stessa dell’eurozona». Sfruttare i margini dei Trattati, insomma. Senza tradirli.
Detto questo, l’ex governatore è tornato sul suo “no” a una licenza bancaria all’Esm, circostanza che viene auspicata per consentire al fondo salvastati di agire in qualità di agente della Bce sul mercato. «Avrebbe lo stesso effetto del finanziamento diretto agli Stati», è il concetto riferito da Ferber. Draghi avrebbe chiesto l’avviso dei suoi servizi legali e «ottenuto un parere negativo». La linea di Draghi è quella dei giorni scorsi. Qualche sfumatura in più la si trova sul fronte della congiuntura, dove si scopre «una situazione più calma» rispetto all’inizio dell’estate, «eppure ancora fragile e incerta», per cui si ribadisce «che gli stati devono fare il loro dovere nel mettere a posto i conti e nell’attuare le riforme». La stima della Bce è che l’inflazione tornerà sotto il 2% nel 2013». La crescita pare debole e graduale. Il cammino della ripresa resta lungo.
A porte chiuse è stato sentito anche il commissario Ue ai mercati finanziari, Michel Barnier, che ha ribadito che nella «proposta per la supervisione unica la Bce avrà la titolarità su tutte le banche del continente», contro il parere dei tedeschi. Olli Rehn, responsabile per l’Economia, è passato per ultimo, invitando a puntare verso una maggiore integrazione «senza porre la barra troppo in alto, perché si rischia di fare il gioco della speculazione». La chiusura alla presidentessa dalla Eco, l’inglese Sharon Bowles, furiosa per le fughe di notizie. E’ stata ingenua a chiedere le porte chiuse. Non poteva andare diversamente.