Antonella Olivieri, Il Sole 24 Ore 4/9/2012, 4 settembre 2012
RCS TRIPLICA IL VALORE FARO SUI DAY TRADER
Vi ricordate in caso Schiapparelli? Il titolo aveva iniziato il ’98 in Borsa con una sospensione al giorno per eccesso di rialzo. Si era diffusa la voce che la casa farmaceutica fosse coinvolta nella produzione di somatostatina, una sostanza che faceva parte del cocktail anticancro della cura Di Bella. Al di là della validità scientifica della formula, in Piazza Affari il mercato delle illusioni non si era fermato neanche davanti alle reiterate dichiarazioni della società che bollavano come totalmente false le voci circolate. Le quotazioni si erano moltiplicate per otto nel giro di meno di due mesi, salvo poi sgonfiarsi inesorabilmente.
Un destino che accomuna molti titoli sottili, di volta in volta presi di mira dalla speculazione non professionale. Adesso è il momento di titoli come Rcs, che è più che triplicato nel giro di pochi giorni, passando da quota 0,557 euro – livelli sui quali era attestato da maggio – a quota 1,7 euro, dopo l’ennesima performance a due cifre (+19,13% ieri dopo le "solite" sospensioni per eccesso di rialzo). La Consob, che ha monitorato e sta ancora monitorando la situazione, non ha dubbi: a fare mercato sul titolo Rcs sono i day trader. Poco importa se i fondamentali non giustificano l’exploit. L’importante è che il titolo salga, stando attenti a non rimanere col cerino in mano. Facile a dirsi un po’ meno a farsi.
Rcs, che ha chiuso il primo semestre in rosso per 427 milioni, è al bivio tra un aumento di capitale (per gli analisti servono 400 milioni) e un drastico ridimensionamento del perimetro delle sue attività. Situazione sulla quale si dovranno confrontare i soci del patto – che vincola il 58% del capitale – alla prima riunione post-estate di metà settembre, quando incontreranno il neo amministratore delegato, Pietro Scott Jovane, da inizio luglio al lavoro nel gruppo che edita il Corriere della Sera, dal quale è attesa una prima valutazione sulla situazione del gruppo. Ma il confronto necessariamente dovrà allargarsi anche al di fuori del circolo del sindacato, dal momento che al primo singolo azionista fuori patto – Giuseppe Rotelli, forte del 16,55% dei diritti di voto - è anche stato assegnato un ruolo in consiglio con la carica di vice-presidente.
In Borsa, con un flottante ridotto al massimo al 12%, le vicende societarie sono filtrate attraverso la lente della speculazione spicciola. Forse sarebbe il caso di porvi rimedio. Ma il flottante rispetta i canoni minimi previsti. La soluzione a un problema tecnico, se ce ne fosse la volontà, non potrebbe che arrivare da una scelta "politica" da parte dell’azionariato: quella di allargare la platea degli investitori con mercato "vero".