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 2012  settembre 01 Sabato calendario

Luglio amarissimo per la disoccupazione in Italia, a conferma di una recessione che non dà tregua: colpiti soprattutto i giovani e le donne, mentre si allarga l’esercito dei precari

Luglio amarissimo per la disoccupazione in Italia, a conferma di una recessione che non dà tregua: colpiti soprattutto i giovani e le donne, mentre si allarga l’esercito dei precari. Secondo la stima provvisoria di luglio 2012 diffusa ieri dall’Istat, il tasso di disoccupazione si attesta al 10,7%, quasi invariato sul mese precedente, ma in crescita del 2,5% su base annua. Si tratta del livello più elevato dal 2004 (inizio delle serie storiche mensili) e, in base a confronti tendenziali, dal 1999, quando il dato aveva toccato il picco dell’11,2 per cento. Secondo i dati riferiti invece al II trimestre 2012, diffusi sempre ieri, il tasso di disoccupazione risulta pari al 10,5% (+2,7% su base annua). Anche in questo caso, si tratta del tasso più alto, in base a confronti tendenziali, dal 1999. Il "bollettino di guerra" dell’Istat allarma i sindacati, a cominciare dal leader Cisl, Raffaele Bonanni, che li considera «la logica conseguenza di una situazione recessiva che ci sta avvolgendo e strangolando». Urge «una reazione lucida, ferma, continua e persistente da parte della classe dirigente italiana». Il lavoro che scompare colpisce soprattutto la Sicilia, in testa tra le regioni per saldo negativo: sempre al II trimestre 2012, nell’isola sono andati in fumo 35mila posti di lavoro nel giro di 12 mesi. Per l’isola si tratta dell’ennesimo record negativo: nessun’altra regione del Paese ha perso un numero così elevato di occupati. Dietro la Sicilia si piazza la Campania, che perde 12mila posti di lavoro. Ma è sul fronte dei giovani che i dati rivelano il dramma in corso negli ultimi mesi: per loro, «la dinamica della disoccupazione - spiegano i tecnici Istat - continua ad essere in crescita, i ritmi di crescita della disoccupazione sono in aumento dagli ultimi mesi del 2011». I numeri parlano chiaro: tra gli under 24, a luglio 2012, il tasso di disoccupazione ha raggiunto quota 35,3%, in aumento dell’1,3% su giugno e di 7,4 sull’anno precedente. Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono oggi 618mila e rappresentano il 10,2% della popolazione in questa fascia d’età. L’allarme non cambia anche se si considera il II trimestre 2012: il tasso di disoccupazione dei 15-24enni sale infatti al 33,9% dal 27,4% del II trimestre 2011, un nuovo record, sempre in base a confronti tendenziali, dal 1993. C’è poi, problema nel problema, il capitolo del precariato. Anche qui, l’Istat registra un nuovo picco, riflesso della crisi. I lavoratori a termine rilevati nel II trimestre 2012 risultano infatti quasi 2,5 milioni (2 milioni e 455mila): ancora una volta, il livello più alto da vent’anni a questa parte, sia in valore assoluto, sia per l’incidenza sul totale degli occupati che ha toccato quota 10,7 per cento. Sommando i lavoratori con contratto a termine i collaboratori (462mila) si arriva poi alla cifra record di 3 milioni di precari. Il numero dei dipendenti a termine, dunque, continua a crescere (+4,5%, pari a 105mila unità), ma esclusivamente nelle posizioni a tempo parziale, coinvolgendo per circa i due terzi lavoratori under 35 anni. La crescita del lavoro precario interessa soprattutto l’agricoltura, alberghi e ristoranti e la sanità. I dati, per la leader Cgil Susanna Camusso, sono «la drammatica fotografia del fatto che bisogna occuparsi di lavoro», mentre la Uil parla della «permanenza di uno stato di crisi socio-economico difficile da superare». Sconfitte, secondo gli ultimi dati, anche le politiche di estensione del lavoro femminile, soprattutto al Meridione, dove tra i giovani quasi una ragazza su due rimane fuori dal mondo del lavoro: nel II trimestre 2012, la percentuale tocca infatti quota 48 per cento.